Tommaso Baldasso: «A Milano ho sfruttato tutti i giorni l'esperienza di chi mi era vicino per migliorarmi»
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Tommaso Baldasso è stato ospite dell'ultima puntata di Alley Oop, trasmissione in onda ogni martedì dalle 17 alle 18 e condotta da Eugenio Petrillo, Alessandro di Bari e Marco Lorenzo Damiani. Il giocatore di Tortona ha parlato delle Final Eight, delle stagioni a Milano, delle difficoltà alla Fortitudo Bologna e del fallimento della Virtus Roma.
La Coppa Italia della Bertram.
“Sappiamo che abbiamo buttato un'occasione perché eravamo sopra a pochi minuti dalla fine e siamo stati un po' ingenui e l'abbiamo buttata via. C'è della tristezza a riguardo, però ormai sono passati diversi giorni per cui bisogna resettare e andare avanti. Tra l'altro noi affrontiamo Trento, a cui vanno fatti i complimenti per la Coppa Italia vinta, per cui sarà un incontro difficile con una squadra che ha fatto vedere qualcosa di speciale”.
L'ambiente di Tortona.
“A Tortona ho trovato una realtà ambiziosa. C'è una proprietà che ha intenzione di fare bene, sta investendo molto, sia sulla squadra, ma anche sulle strutture come il palazzetto. Dove teoricamente dovremmo entrare già questa stagione, lo speriamo perché Tortona-Casale alla lunga diventa un po' faticoso. Ovviamente per tutto ci vuole tempo e costanza”.
L'esperienza a Milano.
"Tra compagni e staff è andata benissimo. Sono molto contento di essere stato allenato da Messina, dai suoi assistenti e di essere stato in uno spogliatoio così importante, formato da giocatori fortissimi. Quelle stagioni le ho vissute proprio come: 'vado e imparo tutto quello che posso imparare'. Ho sfruttato tutti i giorni l'esperienza di chi mi era vicino per migliorarmi. La dedizione, il prendersi cura di se stessi dal punto di vista fisico, dal punto di vista tecnico, dal capire, leggere alcune situazioni riguardando le proprie partite. A me è servito molto”.
Le stagioni alla Fortitudo Bologna.
“A Bologna le cose non andavano come ci si era programmati. Per responsabilità anche mie, perché penso che quando le cose non vanno bene sia troppo facile dare la colpa solo agli altri. Il progetto che era stato designato per me non era esattamente quello che si stava verificando. È andato via Repesa, che era il motivo per cui avevo preferito rimanere a Bologna, lui mi aveva chiamato, mi aveva desiderato tanto. Quindi io mi sentivo pronto a stare vicino a lui perché sapevo che tipo di allenatore fosse e mi faceva piacere lavorare con lui. Poi è arrivata la chiamata di Milano, e credo che l’Olimpia sia un treno che quando passa devi salirci sopra”.
Le dimissioni di Repesa a Bologna.
L'ho presa malissimo, io d'estate avevo fatto l'intervento alla spalla e poi ero rimasto perché c'era lui. Già l'estate prima, quando lui era Pesaro, mi voleva e comunque è un allenatore molto bravo che poteva insegnarmi veramente tanto. Quindi quando sono arrivate le dimissioni è stato un po' un colpo, non soltanto per me, ma anche per altri giocatori. Mi viene in mente Procida che era lì per iniziare un percorso con un allenatore che aveva lanciato tanti giocatori. Non deve essere stato semplice e per me è stato uguale”.
Il fallimento della Virtus Roma.
“I primi cinque mesi della stagione 20/21 sono stati drammatici. Purtroppo Roma è fallita in modo brutto, in modo triste. Dopo il Covid, si vociferava che la Virtus potesse avere delle difficoltà, ma io avevo scelto di rimanere perché Roma la sento un po' casa. Nonostante io non sia romano sono stato proprio adottato. Mi sono sempre trovato bene e mi hanno aiutato in tutto, dentro e fuori dal campo. Quando è fallita abbiamo vissuto veramente dei periodi particolari, c'erano grosse ansie, grosse pressioni per cui poi avevo già esperienza quando ho vissuto una situazione che oggettivamente al tempo era destabilizzante a Bologna”.
La partecipazione a Eurobasket con la nazionale.
“Per me è stato realizzare un sogno. Non pensavo di andarci, sono sincero, quell’estate è rimasto a casa Amedeo Della Valle, che secondo me è l'italiano che domina di più nel nostro campionato. Io sono stato benissimo, ho vissuto tutta la competizione al massimo”.
Le voci su DiVincenzo.
“Sarebbe un inserimento di altissimo livello. Non so se avrebbe più senso aggiungere un lungo o un piccolo, questo aspetta a coach Pozzecco e a chi si occupa di queste cose qui. Penso però che giocatori come DiVincenzo possano dare una grossa mano se hanno anche senso di appartenenza o comunque se sanno quello che stanno andando a fare. La maglia azzurra ha un peso, un valore, per cui se fossero bravi a riconoscere questa cosa qui andrebbe sfruttata al meglio e sicuramente sarebbe un punto di forza”.