Beniamino Basso molla il basket a 23 anni: «Ho imparato la disciplina. Ora sento di essere più felice»

Beniamino Basso molla il basket a 23 anni: «Ho imparato la disciplina. Ora sento di essere più felice»

All'età di 23 anni Beniamino Basso ha deciso di lasciare il basket giocato. Il classe 2001 esordito in Serie A nel 2019 con la maglia della VL Pesaro, poi ha giocato con le maglie di Gerrara, Mantova, Piacenza e infine Luiss Roma. «Col basket ho imparato la disciplina. Ora ho smesso e sento di essere più felice», racconta nell'intervista di oggi a Il Giornale di Vicenza. «Ho cominciato a 15 anni ad Asiago, poi sono passato alla Virtus Padova in under 16 e 18, l'altezza mi avvantaggiava. Mi ero trasferito a Selvazzano per il liceo scientifico: mi allenavo forte e studiavo tanto, mi alzavo anche alle 5.30 di mattina per studiare, lì ho appreso il metodo. Poi sono andato a Pesaro, dove ho esordito in Al a 18 anni, studiavo ingegneria gestionale. Dopo un anno e mezzo sono passato a Ferrara e a Mantova in A2». Poi un alternarsi tra basket e studio. «Per un semestre ho smesso di giocare e ho dato sei esami alla magistrale di Padova. Quindi ho ricominciato a Piacenza in B, con la seconda sessione d'esame. La Luiss di Roma mi ha offerto una borsa di studio per studenti-atleti, così sono andato nella loro squadra in A2, intanto frequentavo un master in imprenditorialità e start up. A luglio 2024 mi sono laureato in ingegneria della sicurezza civile e industriale a Padova».

Non una carriera da buttare via«Il basket mi ha fatto capire che nessuno mi avrebbe mai regalato niente. Ho giocato nelle nazionali giovanili, affrontando giocatori che oggi sono in Nba come Alperen Sengùn e Franz Wagner ed ero compagno di stanza di Gabriele Procida (professionista in Eurolega a Berlino). La soddisfazione più grande è stata la sfida salvezza ItaliaCroazia in under 18, uno scontro in casa, dato che mia madre è croata. Addio al basket? Non si sa mai. Ho cominciato baskin a Isola Vicentina, mi piace il basket inclusivo. Non escludo di tornare, ma ora sono più felice. Tutti mi dicevano che non si poteva conciliare lo sport di alto livello con la scuola: in realtà lo sportivo ha del tempo libero, io consiglio a tutti di studiare, anche per aprirsi delle possibilità dopo la carriera agonistica».