Inchiesta Palude a Venezia: indagini chiuse, Brugnaro tra i 34 indagati

Inchiesta Palude a Venezia: indagini chiuse, Brugnaro tra i 34 indagati
© foto di Ceretti/Ciamillo

L'inchiesta Palude sta agitando da un anno la città di Venezia e scosso il mondo politico e imprenditoriale locale, per un noir affaire che coinvolgerebbe il proprietario dell'area lagunare chiamata i Pili, Luigi Brugnaro, il sindaco di Venezia (lo stesso Brugnaro), con alcuni dei suoi collaboratori. L'ultima novità, dopo che al proprietario dell'Umana erano arrivate anche critiche per l'inconsistenza del suo blind trust, viene dalla chiusura delle indagini preliminari. Questa l'accusa nei confronti di Brugnaro e di due dei suoi più stretti collaboratori, Morris Ceron, capo di gabinetto e direttore generale del Comune, e Derek Donadini, vicecapo di gabinetto: concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. Gli atti sono stati depositati presso il Tribunale con il modello 415 bis, e gli indagati sono complessivamente 34, secondo la Voce di Venezia. Le accuse mosse agli indagati sono molteplici, come descritto nei documenti. Tra quelle più rilevanti figurano i presunti illeciti legati a un’operazione immobiliare che ha visto coinvolto anche un imprenditore di Singapore, Ching Chiat Kwong.

Secondo quanto riporta anche Rai News, per la Procura veneziana, i tre avrebbero concordato la vendita - poi saltata - di 41 ettari per 150 milioni di euro con l'imprenditore di Singapore Chiat Kwong Ching - anche lui indagato assieme al suo rappresentante in Italia Luis Lotti -, in cambio della promessa di far approvare, grazie al loro ruolo all'interno del Comune, un progetto edilizio ad uso commerciale e residenziale nell'area dei Pili. Corrispettivo grandemente sproporzionato (Brugnaro aveva acquistato all'asta la proprietà a suo tempo per 5 milioni di euro, ndr), secondo i pm, ma che sarebbe stato alla base di una potenziale speculazione che avrebbe permesso a Ching ricavi per un miliardo e mezzo di euro. Operazione che sarebbe dovuta essere favorita da un'altra: la vendita al magnate di Singapore di Palazzo Poerio Papadopoli, a prezzo scontato, da 14 a 10,8 milioni di euro. Oltre a queste vicende, gli altri indagati sono coinvolti in diverse operazioni legate a cambiamenti di destinazione d’uso di terreni, progetti edilizi e contratti per la manutenzione degli uffici delle municipalizzate. Queste operazioni, tuttavia, non sembrano avere connessioni dirette con il sindaco Brugnaro, il quale è stato escluso da alcuni degli aspetti dell’inchiesta.