Marco Bonamico "Alla Virtus serve un management all'altezza e con visione"
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Marco Bonamico è stato ospite della trasmissione Sport Club su E-Tv. L'occasione di una lunga chiacchierata per fare un quadro delle vicende in casa Virtus Bologna, senza disdegnare una puntata in casa Fortitudo...
Cacok è fuori da un anno. Analogie con la tua vicenda al tempo di Porelli. “Intanto mi auguro per lui che tutto vada bene. Un infortunio grave può precludere la tua carriera, ed è difficile accettarlo. Esiste poi la società, contratti, agenti, FIBA, per cui quando tornerà ad essere un giocatore sano i mezzi per chiarire le cose ci sono. Porelli? Aspettò fino a vedermi in allenamento, quando tornai a fare il mazzo a tutti, e mi rifece il contratto. Ora è difficile, ci vorrà tempo e qualcuno che creda nel recupero di Cacok.”
I lunghi fanno più fatica a recuperare. “Non è detto, dipende dall'infortunio e da che operazione viene fatta. Ma io non sono un ortopedico. Il legamento anteriore di solito si riesce a curare, una lesione della cartilagine dipende molto dal decorso postoperatorio. Però a Bologna ci sono straordinari medici, si potrebbe chiedere a loro”
Aereo Virtus. “A chi possono essere piaciute le recenti esternazioni? Io penso che siamo nella stessa situazione di un aereo che deve fare un atteraggio di emergenza." Chi lo pilota, Baraldi o Ronci? "Meglio il pilota automatico.” Torre di controllo, Zanetti o Gherardi? “Meglio uno che di basket ne sappia, quindi nessuno dei due. Sia chiaro, io non ho un particolare feeling con questa proprietà ma rimango virtussino e spero ci possa sempre essere qualcuno a portare avanti quello che siamo sempre stati.”
Gherardini, Coldebella, oppure... “Dobbiamo sempre cercare il vecchio? Non si può guardare a qualcosa di nuovo? Io Gherardini lo conosco, sa lavorare bene, ma non è quello il problema. Non è questione di Gherardini, o di Coldebella, quanto piuttosto avere solidità. E una visione per il futuro: dobbiamo capire cosa si può fare, quali operazioni siano possibili e lavorare con concretezza. Non faccio nomi, dico che Coldebella sta facendo bene, così come lo è Gherardini. Ma ripeto, il problema è quello che ci deve essere alle spalle, rispetto per chi paga l'abbonamento ma anche per chi cerca di fare il meglio possibile come management. La situazione attuale non è quella che io mi aspetto da virtussino a livello di stile, coesione, intelligenza e visione per il futuro: questo lo dobbiamo pretendere, dalla società.”
Tutte le cose cancellate da Baraldi. “Non mi interessano le piccole cose. I grandi giocatori come me, Villalta, Brunamonti, non verranno mai dimenticati e se lo faranno non sarà per colpa di chi li vuole rimuovere. E' gente che ha fatto la storia della Virtus e della pallacanestro italiana: i dirigenti verrano dimenticati, loro no perchè hanno sparso sangue e vertebre su ogni parquet e hanno portato gloria a questa società straordinaria. Io ho fatto un piccolo percorso in Virtus, ne sono orgoglioso, e se una gestione ritiene che io e altri non siamo più funzionali al loro racconto, me ne faccio una ragione.”
La Fortitudo non ha dimenticato Schull. “E' stato parte della storia, come anche Fultz. Una epopea di campioni che erano forse più nel cuore delle tifose che non dei loro ex mariti… Campioni straordinari, simbolo di questa città quando si giocava a pallacanestro e poi si andava a mangiare e bere di notte. La vita comunque va avanti, c'è un altro mondo, società che stanno facendo bene. Anche la Fortitudo sta onorando il proprio campionato di A2, l'augurio è quello di rivederli in serie A per batterli.”
Un confronto tra la attuale A2 e quella di cui sei stato presidente. “La mia aveva 16 squadre, quindi c'era più talento e più partite combattute. Ora il livello tecnico è un pelo inferiore. Penso si tornerà alla vecchia Legadue, con meno squadre. Ad ogni modo ci sono squadre interessanti, alcune partite belle da vedere altre meno.”
Un pensiero su Caja. “E' un allenatore. Potrà essere simpatico o no, può trattare male giocatori e collaboratori, ma sa tirare fuori il massimo da tutti. Questa è la realtà, poche pippe: lui deve essere valutato per quello che riesce a tirare fuori dalle sue squadre. Lui non molla mai: mi dispiace per altri allenatori, ma se ritenete di poter fare meglio di lui guardatevi allo specchio. Lui non ha allenato l'Acqua Pozzillo ma Roma, Milano, il top, ed è uno che si mette sempre in discussione e preferisce rinunciare a contratti per non cambiare il suo modo di allenare." Non se ne fosse andato, Fortitudo prima in classifica? “A volte non è questione di allenatori ma di management.”