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- MICHELE PETTENE RACCONTA IL SUO LIBRO

La morte è certa, la vita no. La storia di Klaudio Ndoja- Ed.Imprimatur
23.04.2020 20:00 di  Emiliano Latino   vedi letture
Fonte: PIANETA BASKET
ESCLUSIVA PB - MICHELE PETTENE RACCONTA IL SUO LIBRO

Michele Pettene, veronese di nascita, ha recentemente scritto il libro Basket Journey a quattro mani con Alessandro Mamoli (leggi la nostra intervista- https://www.pianetabasket.com/interviste/esclusiva-pb-alessandro-mamoli-sky-sport-il-suo-libro-203456)

Dalla guerra civile e i proiettili vaganti nella natia e mortale Albania all'incontro con Papa Francesco in piazza San Pietro come rappresentante del Centro Sportivo Italiano. Da clandestino invisibile sbarcato nell'Italia difficile ma generosa del nuovo millennio ad acclamato capitano di una squadra di Serie A di pallacanestro. Questo e tanto altro è Klaudio Ndoja(Pallacanestro Forlì), un ragazzo particolare che ha avuto il grande merito di non darsi mai per vinto quando tutto il mondo attorno sembrava stesse per crollargli addosso. Da quel momento in poi è stata una scalata faticosa, lastricata di sacrifici e sudore, ma percorsa sempre a testa alta, senza mai arrendersi, provando con orgoglio e con tutte le proprie forze a vincere l'ultima partita di ogni stagione. Perché, come ha detto lui stesso con voce rotta al microfono, davanti al Papa e a una platea di migliaia di persone: "Non sono un campione sportivo, ma credo di esserlo nella vita grazie all'insegnamento dei miei genitori e dello sport. E dico ai ragazzini: se avete un sogno andate avanti, combattete, abbiate sempre fede. Tutto è raggiungibile, io ne sono la prova".

** Klaudio Ndoja è cresciuto nel Vllaznia Scutari, nel 1998 sbarca in Italia su un gommone di clandestini, vicenda che ha ispirato il libro. Dopo un inizio nel CSI grazie a un parroco milanese e due anni di dilettantismo a Desio, Ndoja viene ingaggiato dal Casalpusterlengo. Successive tappe a Sant'Antimo e Borgomanero, prima di approdare nella Serie A con l'Orlandina. Dopo l'esclusione dell'Orlandina dalla serie A si accasa in Legadue allo Scafati Basket, dove giocherà 35 partite tra regular season e play-off, realizzando 19,8 minuti e 8,4 punti di media a partita. Nel 2009 si trasferisce all'Aurora Basket Jesi. L'anno successivo rappresenta l'Italia al 3vs3 Street Basket World Championship, svoltosi a Mosca dal 28 luglio al 1º agosto 2010. Durante la manifestazione il terzetto azzurro guidato da Ndoja, e composto anche dal suo ex compagno di squadra Óscar Gugliotta, si classificherà al terzo posto a scapito della Romania. Inoltre le ottime percentuali dall'arco consentiranno all'ala italo-albanese di aggiudicarsi il premio come miglior tiratore del torneo. Il 19 agosto 2010 viene ufficialmente presentato dal Basket Club Ferrara alla stampa. Dove totalizzerà 33,6 minuti e 14,7 punti di media stagionali.

Nonostante fosse richiesto da alcune società di Lega A, nella stagione 2011-12 si accorda con la formazione di Brindisi, partecipante al campionato di Legadue, di cui è subito capitano. Costretto a saltare il finale di stagione regolare per un infortunio muscolare, torna a disposizione per guidare la sua squadra nei playoff, e ottenendo la promozione in Serie A nella gara 4 di finale contro Pistoia, dopo solo un anno di permanenza in Legadue. Nell'estate del 2013 viene ingaggiato dalla Guerino Vanoli Basket. Ha partecipato e vinto con la nazionale albanese under 18 la FIBA Europe Under-18 Championship "Division C" svoltasi a Malta nel 2003, contro le rappresentative di Scozia, Andorra, Malta e Gibilterra. In questo torneo Ndoja conquista la classifica marcatori segnando complessivamente 85 punti, con un massimale a referto di 29 punti 10 rimbalzi e 4 assist realizzati contro la Scozia. Nell'estate del 2012 risponde alla convocazione della nazionale maggiore albanese per partecipare alle qualificazioni del Campionato europeo di Basket 2013.Continua il suo viaggio tra i roster italiani di Cremona, Verona, Mantova, Bologna, Derthona e adesso a Forlì.

Per il suo carattere deciso e determinato viene soprannominato "Il Gladiatore"

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Perché lo hai scritto tu e perché raccontare questa storia

“L’avventura nasce nel 2012 quando ero ancora un giovane di belle speranze, Klaudio è reduce dalla più grande impresa simbolica della sua carriera (la promozione in A1 con Brindisi da capitano). Come sai da profugo sbarcato sulle coste pugliesi, è stato insultato e costretto a prendere un treno direzione nord in cerca di miglior fortuna. Ecco perché vincere a Brindisi assume un significato ancor più forte, portato in trionfo sulle spalle dei cittadini brindisini nell’ultima trasferta vinta a Pistoia con la coppa in mano come immagine cinematografica di quel momento. Il suo sacerdote di riferimento, Don Marco Ludovici, lo incitò affinché lasciasse la strada e iniziasse a far sport all’interno dell’oratorio locale; dal CSI al settore giovane di Desio il passo fu breve. Si sentirono dopo la promozione e convennero per far conoscere la storia a tutti; insieme ad un suo vecchio allenatore, Alberto Sacchi, amico in comune, mi contattarono e mi convinsero a scrivere il libro in pochissimo tempo. Ore ed ore di interviste, una ricerca maniacale e così il progetto è decollato. Ti racconto un aneddoto, nel 2014 Klaudio incontrò Papa Francesco a Roma in Piazza San Pietro durante la giornata dello sport davanti a sessanta mila persone; casualmente il Papa lo sceglie per parlare alla gente e, con un foglio scritto a mano, sale sul palco e racconta la sua storia della sofferenza del viaggio verso l’Italia e di come il basket lo abbia aiutato ad avere quella possibilità preclusa ad altri. Per lui è l’ennesima esperienza che lo stupisce e lo rende orgoglioso. Non mi piace molto parlare di morale, è bello prendere un’ispirazione da questa storia e credere che nonostante le difficoltà che la vita ci mette davanti, si può costruire qualcosa di positivo e qualcosa di profondo. Non mollare mai in tutte le cose della vita! Ho scritto il libro a 26 anni, oggi probabilmente lo scriverei in maniera diversa, con meno trasporto delle emozioni in alcuni passi.Quest’anno verrà presentato anche un cortometraggio che racconta, in breve, la vita albanese di Klaudio ancora non famoso sui parquet”.

Perché il libro non è più disponibile all’acquisto?

“Purtroppo è venuto a mancare il proprietario storico della casa editrice Imprimatur e gli eredi hanno rilevato e liquidato la società che di fatto non esiste più. Tuttavia, ci sarà un evento con Klaudio a Paderno Dugnano nel quale ci sarà la possibilità di acquistare le ultime copie del libro ancora esistenti. In questo incontro, che sarà l’ultimo, racconteremo la sua storia e quella del libro”.

Ci sarà un prossimo libro?

“Chissà, Alessandro Mamoli spinge forte per il volume 2 di Basketball Journey che ha avuto un ottimo successo di vendite, lui ha più energie di me ed è quello più giovane; il progetto del libro su Klaudio è durato un anno, un tour the force estenuante e spero di poter scrivere ancora una storia di qualità. Mi piacerebbe fare qualcosa legato al cinema o al rock, c’è tempo, ma adesso mi devo riposare un po’”.