Giovanni Granai con Wasatch: da Roma alle Finali Nazionali High School USA

Giovanni Granai con Wasatch: da Roma alle Finali Nazionali High School USA
© foto di fiba.basketball

All-Star NBA come Joel Embiid, Jaylen Brown, Jalen Jackson Jr, Scottie Barnes e DeJounte Murray… Prime scelte assolute al Draft quali Ben Simmons e Cade Cunningham… e poi D’Angelo Russell, RJ Barrett, Dillon Brooks e dozzine di giocatori NBA di altissimo livello sono passati per queste “Finali Nazionali” di High School USA oggi chiamate “Chipotle Nationals” e che sostanzialmente decretano la migliore High School d’America su un campo da pallacanestro.

Quest’anno in mezzo a decine di future stelle NBA che passeranno una o più stagioni nei migliori college d’America c’è un Italiano che si è fatto strada con coraggio, impegno e tanto talento: Giovanni Granai, 18enne prodotto della Stella Azzurra di Roma che ha deciso di attraversare il mondo, passare un anno tra le montagne dello Utah nella prestigiosissima Wasatch Academy e dimostrare a tutti di appartenere al gotha della pallacanestro giovanile mondiale. Ha scelto infatti di sfidare i migliori giocatori del mondo della sua età giocando ad un livello di competizione massima che è quella da cui passano i migliori giocatori NBA che vedremo per i prossimi 10-15 anni riempire la timeline dei nostri social media con giocate spettacolari. Lo abbiamo intervistato per Pianeta Basket chiedendogli di capire meglio questa sua esperienza ed il mondo delle migliori High School Americane (Wasatch è inserita nel programma EYBL – elite assoluta della pallacanestro giovanile USA).

- Ciao Giovanni, innanzitutto raccontaci come è avvenuto il passaggio da Stella Azzurra a Wasatch e quali sono stati i passi più complicati da affrontare…
Quest’estate ho espresso a Stella Azzurra la mia volontà di volermi andare a misurare con il più alto livello di basket giovanile al mondo, quello americano e farlo in uno dei programmi più importanti di tutti gli USA ossia a Wasatch dove mi hanno fortemente voluto; in particolare questa volontà era ancora più forte dopo aver giocato la finale del mondiale under17 contro gli USA. Stella Azzurra ha favorito questa mia ambizione con grande collaborazione perché loro sanno come prepararti al meglio per la realtà americana che è molto competitiva; anche il successo di Emmanuel Innocenti a Gonzaga testimonia la validità del programma che offre Stella Azzurra a livello tecnico, fisco e mentale per formare giocatori di alto livello. A metà agosto ho avuto questa proposta da Wasatch e sapendo dell’importanza dell’organizzazione ed avendola vista andando sul posto ho deciso che il livello era decisamente quello che volevo perseguire. All’inizio è stata molto dura lasciare la mia città (Roma), la mia famiglia ed i miei amici ma oggi che siamo tra le prime 10 High School del ranking High School di ESPN mi fa capire quanto posso essere soddisfatto di quello che ho fatto.

- Raccontaci che giocatore sei e come sei migliorato da quando ti alleni e giochi con i migliori del mondo alla tua età.
Sono un giocatore altruista, il cui contributo non si misura con le statistiche e che si focalizza sul fare bene tante piccole cose al servizio della squadra. Questa caratteristica mi ha sempre aiutato a trovare spazio in tutte le squadre in cui ho giocato e soprattutto a livello di Nazionale Italiana dove un giocatore “collante” come me è sempre stato molto apprezzato in campo e nello spogliatoio. Mi piace tanto fare giocate di sacrificio, buttarmi sulle palle vaganti e fare tante cose che rendono orgoglioso me stesso ed i miei allenatori… da quando sono a Wasatch ho lavorato tantissimo sul tiro da 3 e sull’aspetto atletico ed i miglioramenti oggi li posso toccare con mano avendo messo a frutto tantissime ore di allenamenti extra.

- Qual è la tua giornata tipo e che consiglio senti di dare ad un giocatore che si sentirà di ripercorrere le tue stesse orme nel prossimo futuro
La giornata qui Inizia alle 6.30 quando vado subito a fare allenamenti individuali per circa 2 ore, dopo le quali faccio doccia/colazione e subito a scuola fino alle 15.30 circa. Subito dopo cominciano gli allenamenti di squadra che durano almeno 3 ore e sono veramente molto intensi. Si cena intorno alle 19 tutti insieme e dopocena si lavora nuovamente da solo o con alcuni compagni sull’aspetto fisico e si finisce la giornata con una sessione di tiro con la shooting machine; si torna in camera a studiare un po’ prima di andare a dormire e avere preziose ore di sonno necessarie a sostenere questi ritmi giorno dopo giorno. E’ sicuramente un trend duro per chi viene dall’Italia ma mi sento di dire che crearsi una propria “routine” e non mollare mai è il principio più importante per resistere ed avere successo. Ci sono momenti in cui fai fatica e lì devi spingere te stesso e motivarti con i miglioramenti che stai ottenendo ed il lavoro che stai facendo.

- Essere l’unico italiano a giocare in una High School tra le prime 10 degli USA immagino ti renda orgoglioso ma ha anche rappresentato delle difficoltà. Quali le principali?
Ambientarsi in un mondo diverso non è mai facilissimo sia in campo che fuori. L’altitudine qui a 1800 metri di altezza rende gli allenamenti complicati fino a che non ti abitui... Anche la scuola non è facilissima ma la mia motivazione quotidiana ed il miglioramento della lingua inglese mi ha fatto superare anche gli ostacoli più importanti. A livello tecnico trovarsi nel miglior circuito liceale del basket americano non è assolutamente facile soprattutto per trovare minuti in partita con continuità. La chiave è stata focalizzarsi sulle “piccole” cose tipo rimbalzi, assist, difesa e cose poco appariscenti ma che mi hanno fatto guadagnare la stima dei miei allenatori e dei miei compagni. Se c’è da difendere contro un centro di 2.10 non ho alcun timore. Posso fare anche questo e lo dico sicuramente con grande orgoglio…

- Quali sono le tue aspettative per il Torneo che parte il 2 aprile e per la prossima stagione.
Io e la mia squadra vogliamo far vedere quanto tutto il lavoro fatto in allenamento possa riflettersi con successo sul campo e darci benzina in partita per finire al meglio questa parte di stagione così importante. Per il mio futuro sono determinato a perseguire una carriera negli USA e so che ci sono già stati interessamenti da parte di vari college di Division I. Non chiudo la porta alla possibilità di un ritorno in Europa (ed in Italia) ma la mia priorità ad oggi è continuare al massimo livello giovanile, ossia nella NCAA.