Virtus Bologna, Pajola: "L'Eurolega mi ha migliorato dal punto di vista fisico e delle letture"
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Alessandro Pajola, un classe 1999 giovane-non più giovane della pallacanestro italiana, sta proseguendo nel suo percorso di crescita che lo vede sempre più protagonista a 360° in campo, dopo gli inizi da specialista difensivo. Le sensazioni della vittoria dello scorso giovedì contro la Turchia da inedito capitano, le sfide in EuroLeague, una nuova posizione di leader all'interno dei gruppi in cui gioca sono ben narrati nell'intervista concessa a “La Gazzetta dello Sport” questa mattina.
Vittoria in Turchia da capitano. “Mi ha lasciato tanta gioia e un senso di responsabilità. Un compito bello ma impegnativo. Ero teso: la Turchia è una squadra molto forte, la sfida era difficile, su un campo ostico. Sapevo che quell'evento l'avrei comunque ricordato e il fatto che sia stata una vittoria e una gran partita di squadra è felicità”.
Tolleranza e condivisione sono i diktat del ct Pozzecco. “Sono cose semplici, ma devono diventare abitudini perché sono due dogmi sui cui non si transige per stare in Nazionale. Ma in un gruppo così è davvero semplice stare bene. Per il mio stile di gioco condividere la palla viene naturale: in Nazionale poi, dove l'unica dinamica che conta è stare insieme bene in campo e fuori, diventa più facile”.
In cosa lo ha migliorato l’EuroLeague. “Dal punto di vista fisico. Si prendono e si danno legnate ad un altro livello. Tengo molto al discorso delle letture: fare la scelta corretta, il passaggio più efficace, la rotazione giusta. E in EuroLeague prendere una decisione con un decimo di secondo di ritardo è fatale”.
Le vesti da leader emotivo della squadra gli calzano comunque senza troppe difficoltà. “Mi è sempre venuto naturale, senza mai scavalcare nessuno. In un vero lavoro di squadra, ciò che ognuno riesce a fare meglio va condiviso. Magari io non segno una tripla in step back, ma riesco a capire qualcosa prima e cerco di metterla a disposizione”.