A2 - Valtur Brindisi, contro Piacenza una prestazione sconcertante

Il viaggio di ritorno da Piacenza non deve essere stato molto piacevole per più di qualcuno. Piero Bucchi, nero di rabbia, ha cancellato il giorno di riposo e costretto l’intera squadra a sedute video. Del resto, i giocatori la giornata di pausa l’avevano già presa sabato data la prestazione sconcertante offerta sul parquet del PalaBanca di Piacenza, perdendo più che meritatamente per 91-82 contro i padroni di casa, fanalini di coda e già virtualmente retrocessa.
Verrebbe da chiedersi come sia possibile che le motivazioni sia riuscita a trovarle una squadra praticamente già in serie B e non una che lotta per i playoff. Bucchi era stato chiaro in settimana, dicendo che pur con le assenze e con le rotazioni ancora una volta limitate questa era una partita da non sottovalutare e da vincere a tutti i costi. Parole vane e finite nel nulla e poco importa che anche Piacenza abbia ruotato in 8 esattamente come Brindisi. Bastano alcuni numeri per capire lo scempio difensivo mostrato ai tanti tifosi accorsi dal capoluogo adriatico: in stagione Piacenza segna 76.2 punti di media, tira con il 38% da due e il 24% da tre, mentre sabato ha segnato 91 punti, di cui 56 nel solo primo tempo, ha tirato con il 53% da due e il 38% da tre. In poche parole Brindisi non ha neanche provato a difendere. Eppure sono bastati pochi minuti di intensità difensiva per recuperare un passivo di 20 punti e riportare il match in parità, salvo poi perdere nuovamente la concentrazione e regalare la partita agli emiliani. Del resto, quando non si è in partita con la testa poi è difficile rientrarci. Inutile anche addentrarsi in analisi tecniche della partita, quando si è visto che sarebbe bastata una difesa anche sufficiente per vincere senza alcun problema. Invece Brindisi non ci ha neanche provato, forse troppo impegnata a pensare e tirar fuori la prestazione offensiva che aiuta le statistica piuttosto che sporcarsi le mani e sbucciarsi le ginocchia come fatto contro Cantù o contro la Fortitudo, partite in cui è facile trovare le motivazioni. Le grandi squadre però si vedono quando arrivano su parquet come quelli di Piacenza e chiudono la pratica nel giro di un quarto e mezzo al massimo, ma Brindisi evidentemente non lo è ancora. Così si vede Ogden spendere 0 falli in difesa, Laquintana spenderne uno, Del Cadia che prende zero rimbalzi e segna il primo e unico canestro a pochi minuti dalla sirena finale, Brown che chiude un’altra prestazione “alleniana” con 2/10 al tiro e 3 palle perse. Non è neanche giusto però fare nomi, come se fossero solo loro i colpevoli della sconfitta, in quanto è stata tutta la squadra a mancare completamente l’appuntamento ed entrare in campo con una leggerezza inaccettabile. A far aumentare il rammarico ci sono stati anche i risultati di ieri, con le sconfitte di quasi tutte le dirette concorrenti ai playoff. Se Brindisi, che aveva sulla carta il compito più facile, avesse vinto adesso sarebbe nona, in piena corsa per l’accesso ai playoff diretti e con un calendario più che favorevole dovendo affrontare in casa sia Vigevano che una Milano in crisi nera. Invece Brindisi è 12esima, scavalcata anche da Torino e ormai destinata ad affrontare i play-in, in trasferta, con un roster rimaneggiato e senza particolari ambizioni. Se le sconfitte contro Cividale e, in parte, contro Cento sono state accettate e comprese a causa delle rotazioni ridotte dai continui infortuni, questa contro Piacenza non può restare sotto silenzio e non può essere giustificata in alcun modo.
Un plauso invece va fatto, per l’ennesima volta, al pubblico di fede biancoazzurra che ha popolato il settore ospiti. Coach Bucchi li ha ringraziati e si è scusato a fine partita, del resto difficile trovare una tifoseria che nell’ultimo anno e mezzo, con una retrocessione e un campionato di A2 decisamente al di sotto delle aspettative, non abbia mai fatto partire una contestazione. Anzi, continua a seguire la squadra in casa e in trasferta come se niente fosse successo. Se c’è qualcuno che non si merita certe prestazioni sono proprio loro.
MERCATO PRATICAMENTE CHIUSO - Inutile sperare che entro l'11 Aprile possa arrivare qualcuno in grado di allungare le rotazioni. In due mesi non c'è stato modo di aggiungere nessuno, quindi difficile aspettarsi che arrivi qualcuno proprio in extremis. In caso di vittoria contro Piacenza, e conseguente retrocessione degli emiliani, si sarebbe potuto fare un tentativo con Serpilli (profilo che interessava e che avrebbe fatto molto comodo), ma l'inopinata sconfitta chiude probabilmente anche questa ipotesi. Resta il fatto che Bucchi ha dovuto fare a meno, praticamente per tutta la stagione, di un perno fondamentale della squadra e, non averlo sostituito, al netto delle difficoltà di un mercato chiuso da regole folli, è una nota di demerito per la società.
L’INFERMERIA SI SVUOTA – In settimana Giovanni Vildera dovrebbe tornare in gruppo, ma meglio usare il condizionale visto che l’ultima volta che ha provato a caricare sul muscolo infortunato ha avuto una ricaduta e una semplice lesione di primo grado lo ha tenuto fuori praticamente due mesi (a cui si deve aggiungere l’altro mese e mezzo abbondante del girone di andata). Fantoma invece è andato a referto e ha giocato contro Piacenza, ma non era neanche lontanamente al 100% della forma, quindi probabilmente continuerà le terapie per la caviglia infortunatasi contro Cantù. A fine stagione, a bocce ferme, forse sarebbe il caso anche di affrontare questa situazione dato che, per il secondo anno consecutivo, Brindisi si è trovata ad affrontare continui infortuni muscolari, ma soprattutto tempi di recupero infiniti e terapie che non sempre sono state condivise da giocatori e medici personali, come nel caso di De Vico.