A2 - Nardò, Mecacci "Livorno ci ha sovrastati in tutto, la nostra una non-partita"

Come una piccola emittente locale che manda spesso lo stesso film, HDL Nardò Basket ripropone di tanto in tanto la sua "non-partita". La definizione è di coach Matteo Mecacci, che di questa squadra e dei suoi limiti se ne intende più di tutti. A Cremona, a Vigevano, a Piacenza, a Torino, a Cento e ieri sera a Livorno appunto, semplicemente questa squadra non è scesa in campo. A chi ama interpretare i segnali, forse è bastato il pallone malamente perso sul primo possesso del match, che i padroni di casa hanno trasformato in punti e probabilmente in una scintilla emotiva.
Perché questo accada, perché il Toro si dia alla latitanza in certe occasioni, è difficile da capire. Perché accada in un decisivo scontro diretto a pochissime giornate dalla fine della regular season, è ancora più difficile da comprendere e accettare (vincendo si poteva ancora sperare nella salvezza diretta). Del pomeriggio di ieri e della gazzarra del Palamacchia si immaginava tutto in anticipo. Atteggiamento dell'avversario, clima da corrida sugli spalti e ogni altro dettaglio, compreso quello spirito di rivalsa da ex che scuote tutti e quindi anche Gennaro Di Carlo. Eppure invece che calarsi nel contesto con la divisa e con l'elmetto i granata lo hanno fatto con una t-shirt da spiaggia. E all'intervallo la partita era praticamente chiusa, salve l'illusione del terzo quarto e la nuova, dolorosissima, sberla del quarto che ha consentito alla Libertas di vincere la partita e di aggiudicarsi la differenza canestri.
"Partita difficile da commentare - sono le parole di un delusissimo Matteo Mecacci - perché comunque nei primi due quarti è stata una non-partita. Cominciare a giocare solo dal terzo non è qualcosa di ammissibile su un campo del genere e per una sfida di questa importanza. In questi giorni ci siamo detti che Livorno sarebbe partita forte, che questa partita ci preparava all'atmosfera dei play-out e che avevamo bisogno di giocare non solo per vincere ma anche per proteggere la differenza canestri ed è successo tutto l'opposto. Direi che quando succedono queste cose il responsabile è l'allenatore, ma in tutto questo serve crescere di cervello e di consapevolezza e se non lo facciamo non andiamo da nessuna parte. Anche perché Livorno potrebbe essere un'ipotetica avversaria dei play-out e oggi ci ha sovrastato sulle palle perse, sull'energia, sulla corsa. Noi eravamo sempre un giro indietro. Ci ha sovrastato soprattutto sull'essere squadra. E questo è un segnale molto preoccupante. Un dato per tutti, non siamo mai andati in bonus e nel quarto quarto ci siamo andati con l'ultimo fallo di Zugno su Banks. E questo per una squadra che doveva venire qui a fare una battaglia, è inaccettabile".
Insomma, un Nardò così brutto è inaccettabile. Perché si può perdere, ma ci sono molti modi di farlo. Senza lottare, senza mai mettere in discussione la contesa, senza un sussulto d'orgoglio, non va bene. Mecacci si scusa con i tifosi neretini presenti nella città labronica e parla di "serie riflessioni" per il futuro. "Credo - ha detto - che ci sia da scusarsi con chi aveva fatto il viaggio da Nardò a Livorno per vedere questa partita e credo anche che sia il momento di fare delle serie riflessioni".
L'amara e un po' più fredda analisi del giorno dopo porta inevitabilmente a prendere atto dei limiti tecnici e caratteriali di questa squadra. A cui il calendario aveva riservato un'ultima parte più comoda rispetto alle rivali dirette, una sorta di bonus ormai quasi del tutto sprecato. Perché la salvezza diretta è ormai irraggiungibile e quella attraverso i play-out sarà condizionata probabilmente dal fattore campo a sfavore. Senza dimenticare che non è arrivato il verdetto aritmetico sull'ultimo posto (Piacenza ha vinto e ha accorciato a 6 punti il ritardo). Le partite con Cento e Orzinuovi in casa e quella con Rimini in trasferta scioglieranno gli ultimi dilemmi.