Otto avvenimenti della pallacanestro 2024 da portare con noi nell'anno nuovo
31 dicembre 2024: si chiude un altro anno di pallacanestro mondiale. Qui raccogliamo - senza eccessive pretese di esaustività - quelli che consideriamo i fatti e i fenomeni che hanno caratterizzato l'agenda del basket globale e nazionale di questo lungo periodo e che produrranno effetti anche nel futuro. Globalmente questo sport avanza come interesse e come pratica a tutti i livelli e in tutto il mondo, ovviamente con qualche eccezione. FIBA e NBA sono in crescita, EuroLeague in fase di ripensamenti, mentre salgono nuove realtà con NBL (campionato australiano), BAL (campionato africano), East Asia Super League. E si ridefiniscono i movimenti di giocatori sulle due sponde dell'Oceano Atlantico.
1. "Night Night" di Steph Curry: gli USA campioni Olimpici
Hanno dovuto mettere su una corazzata per vincere ancora le Olimpiadi e nonostante le difficoltà, alla fine sono tornati da Parigi con la medaglia d'oro al collo. Parliamo ovviamente del Team USA e dell'iconico "Night Night" di Stephen Curry dopo l'ennesima tripla segnata nella finale contro la Francia. Un torneo che ha portato a qualche spunto. L'unicità di questi fenomeni, Curry ma anche LeBron James e Kevin Durant. Le difficoltà che avrà Team USA nel sostituirli, già per Los Angeles 2028. E l'evoluzione di uno sport sempre più globale, tra le Europee in crescita, una Francia in ascesa, ma anche più a sud la favola del Sud Sudan di cui parleremo più avanti. E ovviamente l'assenza in tutto questo dell'Azzurro in campo. Tornano agli States, indubbiamente la finale è stata una partita destinata a restare nei ricordi di tanti tifosi per molto tempo. Iconico.
2. Sud Sudan
13 anni dopo aver raggiunto l’indipendenza, il paese più giovane e più povero del mondo dove non esiste un palazzetto al chiuso per giocare a pallacanestro ha mostrato tutto il suo orgoglio alle Olimpiadi di Parigi. Una storia stupefacente, nato da una idea, quasi impossibile da realizzare, di 10 anni fa dell’attuale presidente della Federazione ed ex giocatore della NBA Luol Deng. E di un gruppo di ragazzi scappati via dal paese durante la guerra messi insieme dal paziente Deng. Wenyen Gabriel, fuggito in Egitto e poi emigrato negli USA, oggi giocatore del Panathinaikos, lo ha spiegato in una dichiarazione: "Siamo un Paese fatto a pezzi dalla guerra, abbiamo attraversato tante cose, ogni anno viene sparso tantissimo sangue. Avere qualcosa che ci unisce, per smettere di guardarci l’uno con l’altro in maniera differente, è fondamentale. Siamo un Paese piccolo, 11 milioni di abitanti, ma oggi siamo stati uniti come una sola persona. Spero che continueremo a fare cose del genere nel futuro, così saremo fieri di dire che veniamo dal Sud Sudan."
3. NBA accordo televisivo e le voci su EuroLeague
Con la pallacanestro si può guadagnare? In Europa quasi certamente no. L'estate scorsa la NBA ha raggiunto un accordo con diverse emittenti televisive (ESPN/ABC, NBC e Amazon Prime) per il rinnovo dei diritti di trasmissione delle partite per un totale di 76 miliardi di dollari in 11 anni. Due conseguenze fondamentali: la prima, il nuovo contratto collettivo ha fatto esplodere il salario dei giocatori della Lega a livelli inimmaginabili fino ad oggi con una progressione del 10% annua durante il periodo dell'accordo. La seconda, le franchigie NBA hanno raggiunto valori stratosferici che hanno già provocato enormi plusvalenze nei (pochi) proprietari che hanno venduto o sono stati messi alla porta. Una ricchezza complessiva che permette alla dirigenza NBA di progettare concretamente la nascita di una Lega europea sotto il suo controllo, con o senza l'ausilio di FIBA e/o EuroLeague. D'altra parte l'Europa è ancora il secondo mercato mondiale della pallacanestro. Fino a quando, però non si sa: veti, litigi, piccinerie tra le varie componenti ne bloccano lo sviluppo.
4. Italia: Luis Scola non produce a Varese lo stesso effetto di Antonini a Trapani
Due squadre deluse dalla EuroLeague hanno stancamente concluso un campionato 2023-24 che aveva bisogno di novità. La proprietà straniera di Trieste e l'esuberanza della rinascita di Trapani possono essere i due indicatori di rinnovamento per quello cominciato, uno come introduzione ragionata di capitali stranieri, l'altro come rivoluzione mediatica per uscire da quei rapporti standardizzati con stampa e appassionati nei toni e nelle frasi fatte che ci stanno annoiando dai tempi delle conferenze stampa di Simone Pianigiani con la Montepaschi. Luis Scola a Varese non produce gli stessi effetti positivi, LBA crea numeri importanti dai social ma con percentuali che partivano da zero. Vedendo la reazione del sistema, opteremmo per riscrivere l'ultima frase del capitolo precedente (veti, litigi, piccinerie tra le varie componenti ne bloccano lo sviluppo) ma speriamo sempre di essere smentiti.
5. I Boston Celtics vincono il 18° titolo NBA
I grandi cambiamenti introdotti dalla disponibilità di soldi nella NBA per effetto dei nuovi contratti televisivi sono stati interpretati al meglio da una franchigia: i Boston Celtics. Mentre altri correvano dietro a raccolte di stars costose e stagionate o non investivano in maniera significativa nei draft, a Boston hanno costruito un mix quasi perfetto tra stars superpagate, estensioni contrattuali, rookies con i numeri giusti e veterani a buon prezzo. Un titolo perso e un titolo vinto (2024), e ancora una occasione per concedere il bis nel prossimo giugno 2025. Poi il meccanismo perverso del CBA farà implodere anche loro, che si avviano a sostenere 500 milioni di dollari tra salari e luxury tax. La NBA non vuole dinasty stories, anche se ha raggiunto questo apice attuale con i Celtics di Bill Russell, lo Showtime dei Lakers, l'epopea di Michal Jordan, ancora i Lakers targati Kobe/Shaq, i Warriors degli Splash Brothers.
6. Basket femminile: contest Curry/Ionescu, fenomeno Caitlin Clark, esplosione WNBA
Diciamo la verità: nella storia della pallacanestro la parte femminile è stata fino al 2023 figlia di un dio minore. Poi Sabrina Ionescu ha dimostrato di poter dare spettacolo sfidando Curry all'All Star Game: non importa chi ha vinto, si è dimostrato che le donne possono essere competitive. E la prima stagione da pro di Caitlin Clark ha rivoluzionato la narrazione tutta americana di uno sport declinato fino a ieri in versione "Black Women" nonostante le varie Sue Bird e Diana Taurasi. Una rivoluzione dapprima combattuta da qualche gelosia, ma che conviene a tutto il movimento. E nel giro di qualche anno, come sempre avviene, verrà esportata anche da noi. In questo senso anche la finale olimpica ha detto che il basketball femminile può essere spettacolare.
7. LeBron e Bronny James, primo duo padre/figlio nella storia della NBA
Non era facile coniugare spettacolo, ambizione familiare, emozione autentica in uno stesso fatto. Eppure tutto questo è riuscito a suscitarlo la prima coppia padre/figlio che ha giocato insieme in una partita ufficiale NBA. E se questo succede indossando la maglia dei Lakers, l'effetto si moltiplica per due. E se i protagonisti cono LeBron James e il figlio Bronny, anche per tre. Lo dimostra l'interesse e l'affetto che il giovane Bronny riceve sui social, nonostante tanti ex giocatori e commentatori gli abbiano affibbiato la patente di "raccomandato". Solo il tempo ci dirà se il giovanotto potrà evolversi come giocatore NBA o meno. E' l'effetto LeBron che deve far riflettere: parliamo di uno che si mette una tuta, un cappellino da rider e si immortala bussando a una porta per consegnare una pizza delivery, rendendo nota in trenta secondi una catena di pizzerie take-away in tutto il mondo con un semplice tweet.
8. Effetto NIL sulla pallacanestro giovanile in Italia
Nessuno, a quanto ci risulta, ha tenuto un conto di quanti liceali in Italia si siano trasferiti l'estate scorsa negli USA. Stiamo ancora sottovalutando il fenomeno del NIL, che concretamente consente alle università americane di dare oltre un titolo di studio anche uno stipendio ai giovani di tutto il mondo di andare a giocare da loro? Chi stia seguendo il bellissimo percorso degli Under 19 dell'Olimpia Milano in serie B in maglia Oleggio, già si immagina che nell'estate 2025 molti di loro trasvoleranno l'Oceano Atlantico. Danilo Gallinari riuscì a giocare 11 partite di EuroLeague con l'EA7 a 18 anni, Luigi Suigo (18 anni il prossimo 29 gennaio) probabilmente partirà senza nemmeno provarci. E guardiamo con apprensione anche ai ragazzi della Nazionale Under 17 finalisti la scorsa estate contro gli USA. Gli spagnoli hanno le giovanili di Real Madrid e Barcelona, la Francia ha un sistema di controllo sui giovani, ma le nostre società non hanno alcuna protezione dal saccheggio "lanzichenecchico" che potrebbe arrivare.