Soldi per liberare il 14enne. Padre denuncia società di basket
Il cartellino per lo svincolo, per permettere al figlio quattordicenne di cambiare società di pallacanestro, costa duemilacinquecento euro. Il padre del ragazzo non crede alle sue orecchie, registra la conversazione con "l'alto dirigente di una società dilettantistica di pallacanestro fiorentina" e se la fa ripetere alla presenza del suo avvocato. Poi di corsa in procura per vedere se ci sono reati penali o meno da trattare, sentendosi vittima di una grossa ingiustizia.
La storia è quella classica di tanti adolescenti. Gioca a pallacanestro, non si trova bene nell'ambiente della società e su pressione della famiglia viene mandato in prestito alla Sancat. Il cambio d'aria fa bene al ragazzo, che ritrova la voglia di fare pallacanestro e alla fine della stagione dice al padre di voler rimanere con i nuovi compagni. Niente di particolare, una situazione che tutti i dirigenti di giovanili, per mille motivi, hanno vissuto nella gestione dei ragazzi.
La trattativa per avere il cartellino non ha sbocco, neanche un euro di sconto e addirittura si arriva alla richiesta di rientro dal prestito. Viene informata della vicenda anche la Federazione.
«La possibilità che un presidente chieda soldi ai genitori per il cartellino non è prevista in nessun regolamento e statuto Fip, tanto più che si tratta di un atleta che gioca a livello dilettantistico e di soli 14 anni – denuncia il padre nell'intervista rilasciata a Stefano Brogioni de La Nazione – È una pratica non corretta e le famiglie molto spesso si trovano costrette ad accontentare le richieste economiche per permettere ai propri figli di continuare a praticare serenamente la propria attività sportiva preferita».