Lucarelli: "Dovrei essere neutrale ma tiferò Varese"

Domenica la Cimberio ospita Biella, un grande doppio ex del passato "fotografa" la sfida «Dovrei essere neutrale ma tiferò Varese» Massimo Lucarelli: «Al momento l'Angelico pare più forte, però il team di Recalcati esprime un gioco eccellente».Biella: la scuola formativa. Biella, per Massimo Lucarelli, rappresenta un graditissimo ricordo, un salto nel passato che lo conduce direttamente alle origini dei sogni: giocare in serie A, diventare un professionista del basket. La carriera dell'indimenticato protagonista di ottime stagioni con le maglie di Ignis Varese, Brill Cagliari, Scavolini Pesaro e Isolabella Milano prese infatti il via proprio nella città piemontese. «Biella, come Varese. Pesaro. Siena. Treviso. Cantù, rientra di diritto nel "cerchio magico" formato da quelle enclave che - dice Lucarelli -, vivono per la pallacanestro. Arrivai a Biella a metà degli anni '60 perché segnalato da un mio concittadino (Lucarelli, che risiede a Varese, è però nativo di Ancona). Nando Fattori che, appunto, giocava in serie A con Biella. Mi segnalò ai dirigenti locali i quali, avendo a cuore il vivaio, dopo aver acquistato il cartellino mi affidarono alla coppia Curinga-Macoratti. due eccellenti insegnanti di fondamentali che. in pratica, mi costruirono da capo a piedi». Quanto durò la sua "storia" con Biella'.' «La tappa biellese, cinque anni, è stata la più lunga della mia carriera e comprende due campionati juniores. altrettanti in serie B e uno in A. A livello junior perdemmo di un punto, contro Livorno, una finale nazionale. In B conquistammo una promozione nella massima serie dalla quale, con molto sfortuna, retrocedemmo al termine di un drammatico spareggio a tre con Virtus Bologna e Livorno. Nel frattempo però il forte legame esistente tra Biella e Varese mi fece approdare a Masnago. nella grande Ignis. Della permanenza a Biella ricordo tutto con grande piacere: gli anni della formazione, l'esordio in A e il rombo della vecchia palestra Rivetti che. per le partite casalinghe, si trasformava in una "Fossa dei Leoni" che incuteva timore e talvolta paralizzava arbitri e avversari». Domenica sera si rinnoverà la "calda" sfida tra Varese e Biella: come la vede'.' «Oggi la pallacanestro è soprattutto figlia della campagna acquisti estiva e - continua Lucky -, chi indovina i giocatori sul "mercato" ha spesso la meglio. Quest'anno la "ruota" sta premiando l'Angelico, che dopo la salvezza conquistata in extremis l'anno passato, si è mossa bene azzeccando gli innesti. In questo momento Biella appare più forte ed attrezzata, ma Varese sta facendo bene e in particolare in casa riesce ad esprimere un'eccellente qualità di gioco». Come inquadra il match sotto il profilo tecnico'. «Nel basket attuale non riesco a comprendere fino in fondo quanto possano contare le "mani" e le idee degli allenatori. Le squadre cambiano a ritmo vertiginoso e nella stragrande maggioranza dei casi è difficile costruire un progetto tecnico che vada oltre i sei mesi. I coach quindi, peraltro tutti molto bravi e preparati, si arrabattano, fanno il meglio che possono per dare un'identità ai loro gruppi, ma immagino non sia facile gestire giocatori che. per forza di cose, o perché obbligati dal sistema, pensano più alle statistiche che alla squadra. Inoltre, per tanti di loro è più importante quello che hanno scritto sulla schiena, che il nome della squadra che hanno sul petto». Istantanea sul campionato'.' «La mia favorita è ancora Siena perché il mercato di Milano al di là dei nomi e delle montagne di dollari spesi, non mi convince. Vedendola giocare ho l'impressione che l'EA7 abbia preso giocatori importanti, di alto livello. ma non vincenti». Domenica sera per chi tiferà? «Visti i legami d'affetto dovrei essere super partes, ma non ci riesco, dunque tiferò per Varese che, per la classifica e per il momento, ha bisogno dei due punti più di Biella».
Massimo Turconi