Marco Belinelli parla di ritiro, le difficoltà in NBA e l'anno speciale a San Antonio

Nel quinto episodio di Basketball & Conversations, format della LegaBasket Serie A, Gianluca Basile incontra Marco Belinelli, campione NBA e attuale capitano della Virtus Segafredo Bologna. Attuale capitano della Virtus Bologna, Beli ha ripercorso alcuni passaggi della sua carriera oltreoceano, partendo ovviamente dall'inizio. «Mi ricordo il primo anno, è stata tosta. Venivo dalla Fortitudo dove ero un giocatori importante. Non lo accetto adesso di non giocare, figurati da giovanissimo in NBA: i primi due anni ho giocato pochissimo. Non avevo chance per dimostrare», ammette Belinelli, che nel primo anno a Golden State disputò appena 33 partite a 7.3 minuti di media. Poi Toronto, New Orleans, Chicago e finalmente San Antonio.
L'approdo agli Spurs nel 2013
«A San Antonio ho cercato di mettermi in un sistema già creato. L'anno prima avevano perso le finali contro Miami con il famoso tiro di Allen dall'angolo. La stagione dopo, arriviamo e nella sala cinema c'erano gli ultimi due quarti nei quali avevano perso il titolo NBA. Era come per dire: "Qui siamo arrivati, e da qui dobbiamo ripartire". Per me era il momento di dire: "Ora mi metto in gioco per giocare per una squadra da titolo o magari vincere". Sono arrivato da free agent, c'erano due/tre squadre. Ma in quegli anni non cercavo una Sacramento, per esempio, a più soldi. Piuttosto una San Antonio dove crescere come giocatore, persona e magari vincere. Il gioco espresso lì era clamoroso, tutta una roba di letture. Tanti giocatori in intelligenti bravissimi a muoversi senza palla, per me è stato fantastico. Nell'aria si respirava qualcosa di speciale, poi c'è stata la gara del tiro da tre punti. Quell'anno lì è stato fantastico».
Alla guida di quei San Antonio Spurs c'era Gregg Popovich. Per lui era una sfida per un motivo molto semplice
«Secondo me una roba clamorosa è che lui è così esigente dal volere da Duncan, Ginobili e Parker che da un giovane appena arrivato. E se sei una persona intelligente cosa dici? "Se vuole così tanto da Duncan e Ginobili, devo fare la stessa cosa. Anzi, devo fare il doppio di quello che fa Duncan».
A 39 anni da poco compiuti, Belinelli si avvicina al ritiro
«Visto che comunque a breve probabilmente arriverà il momento in cui mi dovrò ritirare, la voglia di vincere è ancora di più. Scenderei di categoria? No. Avendo giocato 13 anni in America, ho avuto la fortuna di poter tornare a giocare a Bologna. Qua ho tutti, famiglia, amici. Sono molto legato. Ogni anno, dover tornare in America a giocare a basket in NBA era un dramma. Piangevo, perché avevo già la malinconia della partenza di casa. Poi stavo da Dio, ma è stato così per tutti gli anni della mia carriera NBA».