Dino Radja "Oggi i ragazzi non investono più in se stessi come giocatori"
Dici Dino Radja, e dici Spalato, Virtus Roma, Panathinaikos, Boston Celtics. Dici due ori europei, due argenti olimpici, due Eurolega, una Korac, due scudetti ellenici. Dici l'Hall of Fame della classe 2018 e oggi dici Trieste, che è diventata il centro delle sue attuali attività imprenditoriali. E' stato intervistato dall'edizione locale de Il Piccolo, e questi sono alcuni passaggi delle sue dichiarazioni.
... e se giocasse oggi? "Credo che ancora oggi a 57 anni potrei ancora dire la mia se non fosse per gli acciacchi. Se fossi il Dino trentenne potrei fare quello che voglio. Parlo seriamente. Non ci sono più lunghi che sanno e vogliono giocare spalle a canestro. Più facile prendersi tiri dal perimetro. Non nego l'importanza della componente atletica ma un giocatore deve possedere buoni movimenti e fondamentali. E mi sembra che tipi cos' siano un arazza in estinzione."
Il giocatore migliore che ha visto. "Trovo ingiusto fare dei paragoni. C'è questa tendenza a fare paragoni ma ognuno è figlio della propria epoca e del gioco di quel periodo. Non è giusto comparare Michael Jordan a LeBron James (ride). Comunque si, dico Jordan."
Radja disincantato dal basket moderno. "Non ho visto nessuna partita di A2, solo dello Jadran di mio figlio. Mi sono allontanato dal basket perché i tempi sono cambiati. Oggi i ragazzi non hanno voglia di investire in se stessi come giocatori, non c'è interesse a sacrificarsi perchè quello che conta è ottenere tutto velocemente. Ma per arrivare alle stelle bisogna fare fatica. Per me, da giovane, 6/7 ore di palestra erano la regola. Adesso chi le fa?"