Dino Meneghin: "Non essere alle Olimpiadi lascia l'amaro in bocca. Tessitori lo avrei portato"

Dino Meneghin: "Non essere alle Olimpiadi lascia l'amaro in bocca. Tessitori lo avrei portato"
© foto di Ceretti/Ciamillo

La leggenda della pallacanestro italiana Dino Meneghin è stato ospite nella trasmissione radiofonica “Melting Sport” su Radio Cusano Campus – in radiovisione su Cusano Italia TV (canale 122 del digitale terrestre) - la mancata qualificazione della Nazionale di basket alle Olimpiadi di Parigi e il giudizio della medaglia d'argento alle Olimpiadi di Mosca 1980 è stato quasi tranchant.

Amaro in bocca. “Le Olimpiadi, come Europei e Mondiali, sono una vetrina internazionale: non essere alle Olimpiadi lascia l’amaro in bocca, perché l’Italia ha una grande tradizione di pallacanestro. Negli anni, la forza degli avversari è cresciuta notevolmente, tante nazioni che prima non erano così forti ora sono diventate pericolosissime. I posti fra le prime sono 11 in tutto il mondo, 12 con il paese organizzatore. Per noi non esserci vuole dire che bisogna rivedere tutti i piani d lavoro, capire dove insistere, allenare i giocatori dal punto di vista tecnico e fisico.” 

Valutazione psicofisica. "Penso non aver avuto a disposizione tanto tempo per lavorare, prima di tutto. Forse la scarsa condizione atletica o la stanchezza di molti giocatori, per esempio il gruppo di Bologna e Milano, che hanno giocato tantissime partite quest’anno, tra campionato e EuroLeague. I giovani non hanno ancora la forza mentale, fisica e tecnica per confrontarsi con i giocatori più forti del mondo."

Composizione del roster. "Personalmente avrei portato un lungo in più in una squadra che punta sulla velocità, la difesa, il tiro da tre. Ci sono Melli, Gallinari e Ricci che sono dei 4-5, non dei 5 puri: a loro piace giocare esterno ma vengono costretti a giocare anche sotto. Un giocatore come Tessitori, che ha fatto benissimo tutto il campionato, lo avrei portato. Un lungo in più non fa mai male.“

Gallinari, Fontecchio, l'America. "Gallo gioca nell’NBA da tantissimi anni, alcune volte non è potuto venire, altre è venuto e purtroppo si è infortunato con la Nazionale… Non c’entra il non averlo nel nostro campionato, sicuramente ci serve il Gallinari nelle migliori condizioni fisiche e tecniche. Quest’anno è sicuramente mancato Fontecchio, grande attaccante, con potenza di gioco sia in attacco sia in difesa. Il fatto che entrambi giochino in NBA è un fiore all’occhiello per la nostra pallacanestro, vuol dire che anche noi sappiamo costruire giocatori di livello mondiale."