Perché per le stelle NBA è più difficile segnare nei campionati FIBA?

I numeri sono chiarissimi quanto impietosi: le stelle della classifica marcatori della NBA non riescono a tenere le stesse medie quando giocano nelle competizioni FIBA come sono state le ultime Olimpiadi.
A Tokyo Kevin Durant, l'MVP del torneo che ha portato gli Stati Uniti all'oro, ha segnato 18 punti di media quando è arrivato dall'accredito di 26.9 con i Nets la scorsa stagione. Anche Luka Doncic (23,8) non ha raggiunto la sua media NBA (27,7) con i Mavericks. E Damian Lillard, terzo capocannoniere del campionato statunitense la scorsa stagione (28,8), è rimasto molto indietro (12,4) rispetto al suo standard.
L'analisi del perché la fa lo stesso Lillard: "Molti dei migliori marcatori della NBA segnano triple o vanno a canestro e trovano il fallo aggiuntivo. Alla FIBA non si fischiano così tanti falli. In più non ci sono neanche i tre secondi difensivi. Ecco perché il quadrato dell'area è solitamente più affollato.
Se entri là dentro trovi una folla ed è difficile giocare con così tanti giocatori, con così tanti corpi che non lasciano spazio. Penso che tutto ciò renda decisamente più difficile segnare quando si gioca secondo le regole FIBA rispetto alla NBA, dove è consentito molto meno contatto".
Anche Giannis Antetokounmpo, nuovissimo MVP e campione NBA dopo aver segnato 28,1 punti e 11 rimbalzi di media con i Bucks la scorsa stagione, ha manifestato difficoltà. La Grecia non era a Tokyo, ma era due anni prima ai Mondiali di Pechino 2019 Giannis si era fermato a 14,8 punti di media.
Ma c'è un'ultima considerazione da fare, stavolta a favore delle stars NBA. Nelle loro franchigie sono certamente i giocatori di riferimento e quelli che hanno più tiri a disposizione, mentre nelle Nazionali hanno compagni dello stesso livello accanto a loro che hanno diritto ad avere un numero di palloni a disposizione comparabile. E va a finire che passano mediamente meno tempo in campo. Meno tiri, meno punti?
Prendiamo l'esempio di Damian Lillard. Nella stagione NBA 2020-21 è stato in campo in media con Portland 35,8 minuti. Con Team USA a Tokyo appena 24,0. Tiri tentati 19,9 ad incontro NBA, 10,0 alle Olimpiadi. Tiri liberi tentati: 7,2 contro 1,5. Medie tutte negative, e la conseguenza si riflette sulla produzione finale: 0,80 punti per minuto in NBA, 0,46 punti per minuto a Tokyo. Lo stesso accade con rimbalzi (4,22 contro 3,2) e assist (7,5 contro 3,2). Perciò meno tiri, meno punti. Meno rimbalzi, meno assist: con l'insieme di tutte queste motivazioni le differenze di rendimento dei top scorer sono così complessivamente spiegate.