Vecchio Stile: «Rispetto e chiarezza per la Virtus Bologna e il suo popolo»

Il gruppo Vecchio Stile Virtus Bologna ha pubblicato una dura nota: "Rispetto e chiarezza per la Virtus e il suo popolo. Il campo è lo specchio degli uffici", il riferimento (allo striscione del 18 luglio scorso) a "due messaggi che oggi risuonano piú attuali che mai: uno lanciato davanti alla Porelli in piena estate, subito dopo aver fatto l’abbonamento a scatola chiusa, e l’altro ad ottobre. Perché le sconfitte che si stanno delineando non sono una sorpresa. Sono l’inevitabile conseguenza di scelte confuse, silenzi prolungati e mancanza di una direzione chiara.
Non vogliamo spiegazioni, giustificazioni, scuse. Non ci servono proclami. Servono fatti. Fatti dalla società, chiamata oggi a prendere posizione, a tracciare una linea netta sul futuro, a parlare chiaramente ai tifosi, a quel popolo che ha sempre sostenuto, seguito, rispettato la Virtus".
E ancora si legge: "Una società che per mesi ha navigato a vista, comunicando in modo ambiguo, lasciando filtrare malumori, indecisioni, tensioni interne mai affrontate apertamente, se non con la rimozione tardiva dell’Amministratore Delegato.
Una società che ha messo sul mercato internamente, un giorno sì e l’altro pure, giocatori che poi pretendeva di vedere motivati e coinvolti.
Che ha definito “probabile bandiera” chi nemmeno sapeva in che città fosse arrivato.
Così non si costruisce niente. Così si distrugge tutto.
Fatti dai giocatori, che hanno il dovere, fino all’ultima partita, di onorare la maglia che indossano.
Perché anche se il loro futuro sarà lontano da Bologna, non sarà certo questo atteggiamento a migliorarlo.
Chi molla oggi, molla per sempre. Anche nella vita".
E si parla anche della stampa:
"E non possiamo tacere di fronte a chi, fino a ieri, ha preferito il silenzio.
Una stampa che ha giocato a non vedere, e che oggi ha le soluzioni pronte, suggerite da qualcuno.
Una stampa che si fa oggi paladina del malumore con la stessa credibilità di uno struzzo che esce con la testa dalla sabbia.
Che ha taciuto davanti a cause mosse ai giocatori, interviste fatte sparire, dipendenti che si dimettevano dagli stessi uffici.
Insomma, segnali evidenti.
Dove eravate quando c’era da fare domande? Dove eravate quando la chiarezza era necessaria?
Noi siamo sempre stati qui. E continueremo ad esserci.
Con gli occhi aperti, con la voce ferma, con il cuore acceso.
Nel bene e nel male, come ci ha insegnato Alberto Bucci.
La Virtus non è proprietà di nessuno, se non del suo popolo e di chi ci mette impegno e denaro per tenerla in alto.
A quel popolo è dovuto rispetto, necessario per poter ricevere fiducia.
E la fiducia non passa dalle parole, ma dai fatti.
Di parole ne abbiamo sentite fin troppe.
La fiducia passa dal lavoro in silenzio, senza proclami, dalla costante protezione delle scelte, dalla programmazione e dal fare le cose per bene.
Sbagliare è umano. Ricadere negli stessi errori è diabolico".