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- Grant Basile: «L'esordio in Nazionale, il Poz, la scelta Cantù e gli obiettivi»

12.12.2024 12:00 di  Iacopo De Santis  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA PB - Grant Basile: «L'esordio in Nazionale, il Poz, la scelta Cantù e gli obiettivi»
© foto di Ciamillo

L'ultimo mese è stato sicuramente il più importante nella carriera di Grant Basile, che ha finalmente esordito con l'Azzurro. Una grande emozione per lui e la sua famiglia molto legata all'Italia: il bisnonno Nicola e sua moglie emigrarono da Palermo in cerca di fortuna negli Stati Uniti d'America arrivando a Pewaukee, comune situato nello Stato del Wisconsin, nella Contea di Waukesha, dove è nato Grant nel 2000. «L'italia è un paese che amo, qui la vita è molto bella e sto imparando anche meglio la lingua che è fondamentale. La mia famiglia ha conservato molte tradizioni italiane; il primo ricordo che mi viene in mente è sempre la cena di Natale e gli arancini della mia zia», ci ha raccontato nell'intervista per la rubrica "Future Stars" curata da Alberto Benadì di Parla Canestro. Tanti i temi trattati: la Nazionale, la scelta di Cantù e il rapporto con coach Brienza, e il futuro.

L'esordio in Nazionale e il rapporto con il CT Gianmarco Pozzecco
«È stata una grandissima emozione, all'inizio come normale che sia ero un po' nervoso poi però mi sono riuscito a godere il momento. Ricordo ancora quando ho iniziato il percorso per ottenere il mio passaporto qualche anno fa, era un momento che stavo aspettando ed è stato fantastico quando finalmente è arrivato», ha esordito Basile prima di parlare del Poz. «È veramente un grande allenatore che trasmette molta passione ai suoi giocatori. Ti dà fin dall'inizio molta fiducia per farti sentire libero in campo e uscire a provare a fare le tue giocate. I compagni di squadra sono tutti giocatori di grande talento che hanno giocato ad alto livello per un certo numero di anni, quindi è stata un'esperienza molto speciale per me da condividere sul campo con loro».

Parlando di club, oggi è stella della Acqua San Bernardo Cantù, dove ha ritrovato coach Nicola Brienza con cui ha lavorato anche nel breve periodo a Pistoia.
«Ho scelto di sposare il progetto di Cantù perché cercavo una squadra che mi aiutasse a crescere sia come uomo che come giocatore. Sono orgoglioso di giocare per uno dei club più storici della pallacanestro italiana con un chiaro obiettivo di vittoria. Brienza? È un grande allenatore, non a caso è stato il miglior allenatore dell'anno scorso, che aiuta i suoi giocatori ad esprimersi liberamente. Sta cercando di aiutarmi a crescere in ogni situazioni di gioco, soprattutto quando le squadre cercano di provare cose diverse per togliermi il ritmo, lui vuole che io abbia sempre delle nuove soluzioni da mettere in campo».

La prima in Nazionale è svolta importante anche per la sua carriera: giocando per l'Italbasket, è diventato "italiano" anche per il basket, non dovendo adesso più - nonostante il passaporto - dover giocare da straniero. Non manca ovviamente la domanda sul suo futuro.
«Il mio obiettivo è continuare a crescere come giocatore e provare a vincere il maggior numero possibile di partite. Voglio continuare a scalare le classifiche del basket e provare a diventare il miglior giocatore possibile».