I 39 anni di Andrea Bargnani: «Innamorato perso del basket. Ci ho dedicato la vita»

I 39 anni di Andrea Bargnani: «Innamorato perso del basket. Ci ho dedicato la vita»

Compie oggi 39 anni Andrea Bargnani. Recuperiamo per l'occasione un suo interessante intervento al podcast di Gianluca Gazzoli, 'Passa dal BSMT', nel quale a novembre ha parlato delle motivazioni che l'hanno spinto a smettere con la pallacanestro. L'ultima esperienza del Mago - lo ricordiamo - è stata quella con la maglia del Baskonia nel 2016/17, di ritorno dopo dieci anni trascorsi nella NBA: 
"A me non piace piangermi addosso. Gli infortuni sono stati sicuramente un fattore. Se guardi gli ultimi cinque anni, sono stato fuori più partite di quelle che ho giocato. È difficile, ti toglie il ritmo", disse la prima scelta al Draft NBA 2006. "Poi essendo stato un giocatore sempre importante, da quintetto, se inizi a mancare si creano situazioni difficili. La squadra si deve riorganizzare. Questo si aggiunge al altre dinamiche, ad esempio quando la gente ti dice 'questo sta sempre male'. Ci sta.

Sono stati momenti difficili? Avrei preferito non essere infortunato ma non direi difficile. A 13/14 anni per un problema alla schiena mi dissero che non avrei più fatto sport a livello agonistico. Quindi di che parliamo? Diverse cose sono andate nel verso giusto. Questa situazione degli infortuni è volatile, a fortuna. A New York all'inizio era andata benissimo nelle prime 41 gare, poi mi sono fatto male. L'anno dopo uguale. È difficile stare al passo da infortunato perché il livello è altissimo. [...]

Passata la voglia e l'amore per il basket? No. Ho un ricordo bellissimo, sono innamorato perso della pallacanestro. Ci ho dedicato la vita, ho molto affetto verso questo sport. Negli ultimi anni ho però vissuto tante situazioni che non mi piacevano e mi hanno fatto star male. Anche per gli infortuni e ciò che hanno portato. È stato brutto per certi versi. Questo mix di cose si è aggiunto insieme a altre che mi cominciavano a piacere di più a livello di vita, ma anche di sacrifici a livello di 'schedule'. Mio fratello vive a Hong Kong, io volevo andare lì e stare un mese, per esempio. Un mix di cose mi ha fatto decidere di non giocare più. I miei genitori hanno sempre insistito per farmi fare quello che mi andava di fare. La vita è una, non puoi perdere tempo. Se non vuoi giocare, indipendente dai soldi e tutti, è così. Gli ultimi anni vivevo male delle cose".