Servirebbe un giocatore italiano all'Olimpia Milano per finire il campionato?

06.04.2023 00:12 di  Umberto De Santis  Twitter:    vedi letture
Servirebbe un giocatore italiano all'Olimpia Milano per finire il campionato?

Andando a rileggere le dichiarazioni di Ettore Messina da ottobre ad oggi, si può dire che il coach dell'Olimpia non è mai contento. Dopo aver passato l'autunno e metà inverno a lamentarsi dei troppi infortuni per i suoi giocatori più importanti, è stato costretto a valorizzare le seconde scelte come Baron e Tonut, a spostare di ruolo Ricci come ala piccola, a fare mea culpa prendendo (troppo tardi, per come sono andate le cose) un playmaker di ruolo come Napier per realizzare un filotto di vittorie che, se non fosse stato affossato dall'ultima settimana di EuroLeague (31a e 32a giornata) sarebbe divenuto leggendario quasi come la rimonta da -31 con l'Aris Salonicco nel 1986.

Ma nelle sue parole aspettava sempre il ritorno di Shields, Datome, Pangos e Hall dai rispettivi infortuni. Oggi si lamenta che con il loro rientro quella chimica che si era creata, grazie anche alla voglia di Tonut e Voigtmann di far vedere di essere giocatori di ben altro spessore, è svanita come un miraggio nel deserto e che c'è bisogno di chiudersi in palestra per creare una nuova chimica alternativa con l'obiettivo di vincere lo scudetto. Solo che a differenza dell'EuroLeague il ruolo dei giocatori italiani è molto più ingombrante in serie A, ed è un argomento spinoso quanto quello di immaginare che giocatori come Deshaun Thomas e Naz Mitrou-Long possano già fare le valigie per le vacanze in Bahamas: tra gli stranieri c'è overbooking nell'aereo Olimpia.

Il cruccio sarà scegliere. Napier e Pangos necessariamente; Shields e Baron per mettere punti; Davies e Hines sotto canestro. Gl altri a guardare, a cominciare dagli stranieri per finire agli italiani. Sappiamo bene come nei playoff le rotazioni si riducono al minimo, e Messina è uno dei più ferrei sostenitori del gruppo piccolo di sette/otto giocatori. Il coach/presidente delle basketball operations è però ferocemente critico della sua componente italiana e negli ultimi tempi in campo è tornato a tuonare impietosamente come le orecchie dei presenti al Forum hanno potuto raccogliere. I numeri della serie A dicono che in 24 partite l'Olimpia ha accumulato 4.825 minuti (compreso supplementare a Napoli). Di questi 3.047 sono andati ai sei stranieri schierati volta volta (top Devon Hall 498 e Brandon Davies 441) pari al 63,15%. Il restante 36,85% pari a 1,778 minuti se lo sono divisi gli italiani, con un Melli da 511 minuti, Tonut da 388, Ricci da 357.

Baldasso ha giocato pochissimo prima dell'infortunio (8,6 minuti in 13 partite di media nelle 15 in cui era nei 12) e con i due play stranieri starà a guardare; Tonut andrà in seconda o terza fila per la contemporanea presenza di Shields e Baron; si a Melli si perché è l'unico italiano inamovibile (anche se l'usura e lo stress di tre anni consecutive senza uno stop adesso si è fatta parecchio pesante); Ricci perché qualcuno deve fare l'ala piccola; Alviti (8,7 minuti nelle 17 partite su 24 in cui è stato schierato) tornerà a guardare come Biligha (11,1 minuti in 16 di 19 presenze di media) che pure potrebbe trovare spazio vista l'autonomia scarsa di Hines nella singola gara che si accentua giocando ogni due giorni come conviene ad un turno di playoff; poi ci sarebbe Datome, che i numeri dicono difficile possa scendere in campo per due gare consecutive dopo essere stato in campo finora appena 90 minuti complessivi.

Dunque alla domanda se all'Olimpia Milano potrebbe servire un giocatore italiano per i playoff l'istinto ci direbbe di no visto che, chiunque fosse, non giocherebbe. Dall'analisi emerge il fatto che la coperta è corta su più di un lato, nello scacchiere di Messina, e basta un piccolo dettaglio per far saltare in partita l'equilibrio della squadra e dei quintetti in campo. Il lettore potrà divertirsi a mettere e togliere giocatori stranieri dai 12, e verificare gli scompensi (e i malumori) che la presenza di Hall o Luwawu-Cabarrot (al posto di Pangos?) o di Voigtmann (al posto di Davies?) che ne potrebbero conseguire. Le aspettative individuali che fino ad oggi sono state regolate dall'alternanza dei numerosi infortuni potrebbero diventare una polveriera. E' il bello ed il brutto allo stesso tempo del fatto di aver costruito un roster di 17 giocatori per un doppio impegno che non c'è più.