«Mancato rispetto alla mia famiglia», Thomas Heurtel all'attacco del Barcelona
Arrivato questa mattina in Spagna, Thomas Heurtel sembrava pronto a iniziare la sua seconda avventura al Barcelona. Invece a sorpresa su volontà del presidente Joan Laporta, la trattativa è saltata. Il play 35enne aveva già parlato con la stampa, spiegando di essere già in contatto con coach Joan Pennaroya. Un colpo di scena che sa tanto di vendetta per quanto accaduto quattro anni fa, quando a insaputa del club Heurtel trattò con i rivali del Real Madrid. Un fatto che fece arrabbiare tutti, tanto che l'allora coach Sarunas Jasikevicius e il ds decisero di lasciarlo a Istanbul di ritorno a Barcelona dopo una gara con l'Efes. Ora la storia si ripete, anche se secondo il giocatore non è così. Nel pomeriggio Heurtel ha tenuto una lunga conferenza stampa insieme al suo agente, le sue parole:
«Innanzitutto credo che la storia non si ripeta. Quando mi hanno lasciato a Istanbul, non è stato il club, è stata una persona. Ero molto emozionato di venire a Barcelona, penso che fosse una seconda possibilità per entrambi e che avrebbe potuto aiutare un Barça che quest'anno non sta facendo bene. Tutti erano entusiasti, io per primo, di rilanciare la mia carriera in un grande club come il Barça. Atterro e ricevo questa notizia. Triste. Quando sono atterrato ero molto felice di essere qui. Tornavo in un club nel quale prima che arrivasse Saras (Jasikevicius) pensavo di ritirarmi. Avevo comprato una casa e avremmo vissuto qui. Siamo stati felici di tornare. Ho avuto conversazioni per parlare della squadra, di come sarei entrato nel gruppo. Joan Peñarroya era molto felice. Mi ha detto cosa si aspettava da me, mi ha chiesto delle cose. Abbiamo parlato per circa 15-20 minuti, entrambe le parti erano molto emozionate. Ero molto felice. Ha concluso dicendomi, secondo le sue esatte parole, "arrivare a Barcellona il prima possibile".
E prosegue: "Ho parlato con Juan Carlos Navarro uno o due giorni fa. Mi ha mandato un messaggio dicendomi che era molto felice del mio arrivo, ansioso di vedere se entrambe le parti fossero d'accordo nel far crescere la squadra. Sapevamo tutti come sarei stato accolto. Pensavo che tutto sarebbe stato più grande di prima. Ho ricevuto molto supporto. Sapevo che sarebbe stata un po' dura, ma sono in ottima forma, quindi quando i risultati sarebbero stati positivi... Ho parlato con Joan, mi ha chiesto scusa. Le decisioni non sono sue, anche a me ha ripetuto la stessa cosa della telefonata precedente, era emozionatissimo.
I miei piani? Oggi prendo la macchina e vado a casa. Mi sento preso in giro? Ebbene sì, ovviamente. La prima volta è stata a Istanbul, si è parlato tanto di quella situazione, tante cose false. Questa volta è peggio perché ero con la mia famiglia, ho trasferito i miei figli e mia moglie. È una grandissima mancanza di rispetto. Oggi non penso molto al futuro, penso solo all'oggi. Poi vedremo cosa succede. Tornerò a casa mia in Spagna e poi penseremo al mio futuro. Se continuerò a giocare? Queste cose ti deludono un po'...".