Cecilia Zandalasini: «La LBF mi odierà, ma non ho mai apprezzato il lavoro che fanno»

Cecilia Zandalasini: «La LBF mi odierà, ma non ho mai apprezzato il lavoro che fanno»
© foto di wnba.com

Cecilia Zandalasini sta smaltendo la delusione per la scomparsa della Virtus Bologna femminile giocando nella WNBA con le Minnesota Lynx e avendo già programmato il ritorno in Europa in autunno andando a giocare in Turchia al Galatasaray. Ma l'estate è passata e il sentimento è ancora vivo, come ha raccontato oggi in una lunga intervista di Giorgia Bernardini pubblicata sul sito ultimouomo.com. Si esplora a 360 gradi quanto lei stessa aveva sintetizzato in un post quando era uscita fuori la notizia che non ci sarebbe stata continuazione con la Segafredo. In ballo c'è tutto il movimento femminile nazionale, la Nazionale azzurra, il futuro della pallacanestro e delle gerarchie internazionali. E un ritratto di una giovane donna consapevole e padrona del proprio destino. Alcuni passi.

Virtus Bologna. "In realtà non lo so neanch’io. A stagione in corso avevo firmato un prolungamento di contratto fino al 2026, perché a Bologna mi trovavo bene. Era una squadra con un bel progetto, o almeno così mi era stato raccontato. Volevano fare le cose in grande, ma comunque con le tempistiche giuste, proprio perché era una squadra nuova. Passo dopo passo si provava a crescere insieme, tant’è che da quando sono arrivata io siamo riuscite a fare due finali scudetto, abbiamo vinto una Supercoppa, insomma sembrava che stagione dopo stagione si riuscisse comunque a fare bene. Abbiamo anche portato l'Eurolega a Bologna e quindi era un bel contesto in cui stare. Io stavo bene, avevo trovato i miei equilibri e così avevo accettato questo prolungamento. Da quel che so, problemi economici o comunque poca fiducia in un progetto nuovo che a quanto pare richiedeva un po' troppo budget. Da lì a chiudere tutto mi sembra veramente strano. Però io più di così non lo so. Tant’è che anch'io ci sono rimasta, perché dovevo partire per gli Stati Uniti intorno al dieci maggio e l'otto maggio mi è stato comunicato che la squadra sarebbe stata chiusa e non ci sarebbe più stato un progetto. Mi è caduto un po' il mondo addosso e di conseguenza ho dovuto muovermi velocemente per cercare un’alternativa."

Il movimento basket femminile italiano. "Facevo riferimento alla crescita del movimento del basket italiano, al di là di quello interno alla Virtus, che al momento secondo me ha poco margine di crescita. La Lega Basket Femminile mi odierà forse, ma non ho mai apprezzato il lavoro che fanno per spingere quello che è il movimento. Sono loro che sono a capo del campionato e secondo me ci sono troppe cose che non vanno. Il problema principale non è che ci mancano i palloni il primo giorno di campionato. Ci sono tante altre cose organizzate male, che non hanno mai funzionato. Ma non sono solo io a dirlo. Mi è capitato di parlare spesso con altre ai raduni in Nazionale, quindi giocatrici della Reyer [Venezia, n.d.a.], di Schio, e c’erano lamentele per quanto riguarda la gestione del nostro campionato. Ora è anche sparita anche una squadra competitiva come la Virtus e io devo andare via dall’Italia. C'è Schio, c'è Venezia e ci saranno sicuramente altre realtà che cresceranno, però diciamo che negli anni a venire non vedo grandi svolte per quanto riguarda il nostro campionato. Ed è un po' un peccato. Sicuramente il fatto che il campionato italiano perda una giocatrice come me credo non sia una bella mossa per il movimento in generale. Quindi era un po' più rivolto a quello il mio pensiero."

In campo internazionale le distanze fra gli USA e il resto del mondo si stanno assottigliando? "Secondo me queste cose sono un po' più visibili nella parte maschile. Ovviamente gli USA erano i favoriti, ma io non pensavo che avrebbero vinto l’oro. Invece il divario nelle donne c'è ancora molto. Sono nettamente le più forti. Non hanno giocato bene nella finale, che è una cosa che succede quando fai competizioni di questo tipo in cui giochi sei, sette partite in dieci giorni e ci sta che una non vada benissimo come le altre. In finale le giocatrici USA hanno tirato malissimo da tre, difeso male, sembravano scollegate. Detto ciò la Francia secondo me è la Nazionale che, ora come ora, può tentare di infastidirle. Hanno una grandissima organizzazione, hanno giocatrici forti, giocatrici giovani che son talentuosissime . Poi hanno “vietato” alle giocatrici francesi più forti di andare in America quest'estate proprio perché volevano fare due mesi di raduno in preparazione per le Olimpiadi casalinghe. E si è visto il risultato. Adesso però a Los Angeles la vedo dura che qualcuno possa batterle a casa loro."