Dietro-front del Procuratore, il superfischietto Paternicò deferito per "frode sportiva"

(Enrico Campana) Brusco dietro-front del Procuratore federale sul “caso Paternicò”. Al termine di un’inchiesta lampo l’avv.Alabiso aveva considerato prescritta la richiesta (incalzante!) dell’arbitro internazionale al presidente degli arbitri di cancellare la collega Cristina Luca. Nonostante l’intercettazione disposta dalla Procure di Reggio Calabria non lasciasse dubbi sui contenuti, il Procuratore aveva rinviato le carte al CIA specificando solamente gli estremi di violazione comportamentale (che però non si prescrivono). A quel punto l’arbitressa catanese presentava ricorso alla Giudicante che con decisione della dott.sa Silvia D’Andria, giudice monocratico, ravvisava nell’episodio - che si voleva far passare come un fatto scherzoso…- il reato di “frode sportiva” “disponendo che la Procura federale provveda al deferimento di Carmelo Paternicò in ordine alla violazione dell’art.43, 1 lett.b R.G.”
Al Procuratore non è rimasto che controfirmare la richiesta e deferire immediatamente alla Giudicante in composizione collegiale il Paternicò “in quanto i fatti contestati integrano in fattispecie la frode sportiva”
Gli argomenti della difesa erano stati respinti in precedenza dalla dott.sa D’Andria avendo l’arbitro siciliano ammesso sia il contenuto della registrazione e sia la richiesta al presidente del CIA Garibotti. La Giudicante ha però anche sottolineato un fatto delicatissimo ai fini del provvedimento e ignorato dal Procuratore. Infatti è stata decisiva la dichiarazione del presidente provinciale di Catania, Michelangelo Sangiorgio, nella quale riferiva che già nel 2008 “Paternicò aveva affermato che i vertici del CIA nazionale lo riconoscevano come unico interlocutore per la Sicilia e che quindi bisognava concordare con lui le strategie da adottare”. E quindi Paternicò aveva il potere di portare a compimento questo disegno, ipotesi invece esclusa dal Procuratore senza però mai citare nelle sue conclusioni questo pregresso fondamentale che riconduce a una gestione malintesa di quel presunto potere che vantava e che adesso potrebbe diventare un boomerang.
La Giudicante si riunirà presumibilmente entro due settimane in seduta collegiale per emettere il verdetto. Per la frode sportiva è prevista la sospensione da 3 a 5 anni ma nel caso l’organo di Giustizia ravveda anche un nocumento per la Federazione può scattare anche la radiazione.
La gravità dell’infrazione in questo caso specifico sarebbe legata a diversi fattori: la reiterazione della richiesta a danno di una collega in diversi momenti e ambiti, l’ aver indebitamente tentato di fare politica federale con millantato credito a vari livelli. E non ultimo, aver leso l’onorabilità alla collega anche nelle sue funzioni di componente nel CIA siciliano. E cioè un organo federale che ha funzioni di gestione e promozione e deve alimentare una vocazione all’arbitraggio e la tutela sportiva super partes delle carriere.
Una cosa è certa: Paternicò che l’anno scorso era partito alla grande arrivando a sorpresa a essere il n.2 della classifica parte in panchina, e rischia la fine di Icaro. @Riproduzione Riservata
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