LBA - Olimpia Milano: Sandro Gamba, il Simmenthal e Via Caltanissetta

L'intervento di coach Sandro Gamba di questa settimana è particolarmente vissuto, dal momento che si parla del ritorno del Simmenthal come sponsor dell'Olimpia Milano sulle pagine della edizione locale de La Repubblica. Gamba ha giocato in quegli anni in cui la nota azienda di lavorazione della carne era il title sponsor che ha accompagnato un'epopea vincente al punto di identificare quella società come LA squadra di basket.
"Permetterete un ricordo personale, e il motivo lo immaginerete già. Al marchio Simmenthal è legata una parte importantissima della mia carriera milanese e rivederlo cucito sulla canotta dell’Olimpia è una bella cosa per tutto il movimento, non solo per Milano. Un ritorno, oserei dire, miracoloso, perché siamo abituati ad aziende che si legano a questo sport per qualche anno e poi spariscono. Alle fughe. Qui c’è un ritorno storico. E la mia memoria va a quando l’azienda prese il posto del Borletti, che già mi aveva dato un lavoro come disegnatore grafico accanto allo stipendio da giocatore. E così fece la Simmenthal, per cui presi a fare il rappresentante. La mia giornata - era la normalità per quei tempi - cominciava alle 6,30 con l’auto blu messa a disposizione dalla ditta, con il giro per i negozi di alimentari a piazzare i prodotti: carne in scatola, spaghetti, trippa, minestrone. Finivo alle quattro del pomeriggio e un’ora dopo ero in palestra ad allenarmi. La famiglia Sada mi diede sicurezza economica (ingaggi e premi erano molto più bassi di oggi, lo sapete), mi consentì di comprare casa e garantirmi il futuro. E mi vollero bene, mi tennero con loro per dieci anni e regalarono alla società la loro villa di via Caltanissetta, facendo spostare gli uffici dell’Olimpia da corso XXII marzo, angolo V Giornate, al primo piano sopra il bar Motta. Ricordo tutto. Come quella sala biliardo nella nuova sede, con le stecche e il resto. Ci passavo spesso, a salutare gli impiegati, a ricordare i bei tempi, finché rimase aperta. E chissà, un giorno, di non rivederla di nuovo."