Rigaudeau e quel giorno dopo l'esonero di Messina: "A Bologna passione che non avevo mai visto"

Rigaudeau e quel giorno dopo l'esonero di Messina: "A Bologna passione che non avevo mai visto"

A SKWeek, Antoine Rigaudeau, giocatore della Virtus Bologna dal 1997 al 2003, ha ricordato i suoi anni in Italia. "Nel picco della mia carriera, quando mi sono divertito di più, è stato a Bologna, dove c'era di tutto. Un sacco di cose arrivarono tutte insieme. C'era una passione che non avevo mai trovato altrove. Nel club, in allenamento, nella vita quotidiana, nella città, nei tifosi. C'erano alcuni grandi giocatori con tanta personalità, carattere, che portò a tanta competizione tutti i giorni. Un osmosi che raramente avevo provato tra il campo e il pubblico. Ma questo solo grazie alle vittorie..."

Rigaudeau ha anche raccontato di quella partita del 12 marzo, subito dopo la decisione del proprietario Madrigali di esonerare Ettore Messina. "La cosa che più mi ha impressionato non ha nulla a che vedere con il campo. Era a Bologna, un martedì sera. Stavamo giocando una gara contro Trieste penso, non ricordo bene, era una partita di campionato italiano. E il giorno prima, lunedì sera, il proprietario aveva esonerato il coach, Ettore Messina [era l'11 marzo 2002 ndr]. Per tutti i motivi sbagliati. Iniziammo a riscaldarci, il proprietario e la sua famiglia arrivarono nell'arena con tre/quattro bodyguard, e come entrarono, tutto il pubblico, che era già lì, si precipitò verso di loro. La suocera prese uno schiaffo in faccia, i bodyguard li presero tutti e li portarono via dall'arena. E in tutto questo, in 500/600 tifosi avevano invaso il campo. Venne il preparatore del tempo, mi disse di prendere il microfono e dire a tutti di andarsene dicendomi che ero l'unico che poteva farlo. Quindi sono salito sul tavolo con il microfono con il mio italiano approssimativo - era la seconda parte dell'era a Bologna, con Ginobili, Jaric, Smodis - ho iniziato a parlare ma non ci fu alcuna reazione. Mi fischiarono e scesi dal tavolo. Dopo tre minuti il preparatore atletico è tornato dicendomi di riprovare. Gli dissi che non avevo intenzione di finire con questo fallimento e quindi sono tornato su, in italiano, dicendo che i proprietari passano, i coach passano, i giocatori passano e le uniche persone che restano nella storia del club sono i tifosi. È il vostro club. Ed è vostra responsabilità se non potete scrivere la storia del club non facendoci giocare la partita. Tutti mi guardarono, applaudirono e lasciarono il campo. Quello è stato uno dei momenti della mia carriera nel quale sono stato maggiormente orgoglioso di me e di ciò che avevo fatto. Penso sia stato ciò che mi ha legato ancora di più alla squadra e ai tifosi bolognesi della Virtus".

Cosa accadde. Su 1000cuorirossoblu il racconto di quella sera. "Il pubblico insorge, uno striscione recita: "No Messina? No parti...ta". Infatti dagli spalti i tifosi scendono in campo, l'ultima invasione era stata quella per il grande slam a giugno, ora è di tutt'altra natura. Madrigali deve lasciare il Palazzo scortato, mentre Rigaudeau prende due volte la parola. La prima inutilmente: "Siamo tutti molto tristi, per la prima volta nella mia carriera mi sento come un pugile suonato. Ma siamo giocatori di pallacanestro e vogliamo giocare a pallacanestro. In questa situazione ci perdiamo tutti: vogliamo continuare come abbiamo fatto finora anche per Ettore. Lasciateci giocare anche per lui e Roberto Brunamonti". Al secondo tentativo il capitano fa centro assumendosi la responsabilità di risolvere la situazione: "Sappiamo che la storia della Virtus siete voi ed è per questo che vogliamo giocare. Questa storia è ancora davanti a tutti voi. Dobbiamo giocare per rispetto di Trieste. Giochiamo e poi ne riparliamo".