Lega Basket Femminile: elezione del Presidente "basta poco che ce vò!?"
Questa è una storia di meccanismi elettorali. Riguardano la Lega Basket Femminile che il prossimo 4 ottobre vedrà eletto il nuovo/vecchio Presidente ed il Consiglio Direttivo.
Per avvisare tutte le parti aventi diritto al voto – in questo post ahimè un po' di linguaggio burocratico bisogna sopportarlo – la LBF ha inviato una “Lettera esplicativa” con date e modalità di voto. E cosa serve in termini di voti appunto, ad un candidato per essere eletto Presidente o Consigliere. Noi siamo in possesso di quella lettera e per questo ci sono sorti – a noi di Pianeta Basket – alcuni dubbi. Andiamo con ordine. “…Ogni società può proporre un’unica candidatura per ciascuna carica.
- Per la carica di Presidente della Lega le candidature dovranno essere presentate da un minimo di n.12 Società ( di cui almeno n.6 di A1 e n.6 di A2).
- Per la carica di Consigliere del Settore di A1 ( n. 4 Consiglieri eletti), le candidature dovranno essere presentate da un minimo di n.4 Società (di cui almeno 2 di A1 e 2 di A2).
- Per la carica di Consigliere del Settore di A2 ( n. 2 Consiglieri eletti), le candidature dovranno essere presentate da un minimo di n.8 società (di cui almeno 6 di A2 e 2 di A1)”.
Qualcosa non torna. Ecco cosa dice l’articolo 7.1 dello Statuto Coni, “Elettività delle cariche” dei “Principi fondamentali degli Statuti delle Federazioni Sportive Nazionali e delle Discipline Sportive Associate” del CONI che al n. 6 prevede che “Le Federazioni Sportive Nazionali e le Discipline Sportive Associate possono prevedere nei propri statuti l’obbligo di sottoscrizione delle candidature da parte di associazioni e società, di atleti e di tecnici, aventi diritto a voto. Ove previsto, gli statuti stabiliscono un numero di sottoscrizioni da parte dei soggetti di cui al precedente periodo, che non può superare, complessivamente, le seguenti percentuali del numero totale delle associazioni e società aventi potere votativo: per le candidature alla carica di Presidente Federale: fino a 200 associazioni e società aventi diritto al voto: 12%". Norma recepita dalla FIP all’art. 12 dello Statuto. Ed ancora.
Nello Statuto della LBF, all’articolo 3 è riportato che “L’associazione (la Lega,ndr) è "Indipendente e senza fini di lucro, ispirata a principi di democrazia interna e di partecipazione in termini di uguaglianza e di pari opportunità.
Ha lo scopo primario di coordinare l’attività delle società sportive che ne fanno parte, nel rispetto delle norme C.O.N.I., delle norme della Federazione Italiana Pallacanestro, dei regolamenti federali nonché quello di collaborare con la F.I.P., tra l’altro proponendo all’organo competente della stessa le linee programmatiche ed organizzative dei propri campionati.”
- E più avanti, articolo 9 :” L’Assemblea Generale per l’ elezione del Presidente delibera a maggioranza dei voti dei soci presenti o rappresentati anche per delega, ma solo da parte di un altro socio, qualora il candidato alla Presidenza sia Presidente di una società iscritta alla Lega; negli altri casi per deliberare l’elezione del Presidente è necessaria la maggioranza qualificata pari ai 2/3 dei voti dei soci presenti o rappresentati”.
- Ed infine, articolo 21:” Quanto non previsto dal presente Statuto è regolato dalle norme del codice civile, dallo Statuto e dai Regolamenti della F.I.P., dai Regolamenti di Lega e da norme e regolamenti emanati dagli organi competenti in materia sportiva”.
Ricapitolando. Un candidato alla Presidenza della Lega deve avere l’appoggio di 6 società su 11 per quanto riguarda la serie A1. Quindi un’elezione per la serie A1 con un solo candidato perché è evidente che chiunque volesse presentarsi, non avrebbe i numeri nemmeno se fosse Giove o un altro dio dell’Olimpo. Bello, anzi no, non bellissimo, tutt’altro. Anche perché viene da chiedersi che fine fa quella frase dello Statuto della Lega che abbiamo riportato sopra che recita che la LBF è “ispirata a principi di democrazia interna e di partecipazione in termini di uguaglianza e di pari opportunità”. Forse c’è qualcosa che non abbiamo capito. Nè noi di Pianeta Basket, nè Cecilia Zandalasini