Australia - NBL al via: conosciamo le nuove Next Stars e i protagonisti del campionato

Australia - NBL al via: conosciamo le nuove Next Stars e i protagonisti del campionato

(di DAVIDE COLOTTI). Il campionato australiano è ormai alle porte ed è tempo di approfondirne i futuri protagonisti, a partire da una delle caratteristiche che lo hanno reso unico e "osservato speciale" anche all'estero negli ultimi anni: le Next Stars, i campioncini del domani in odore di Draft che scelgono di affacciarsi al professionismo in NBL sotto l'occhio vigile della NBA.
Otto ragazzi hanno partecipato al programma nel 2023/24 e due di loro saranno in NBL anche quest'anno. Dei restanti sei, quattro sono stati draftati: Alex Sarr con la scelta numero 2, la più alta di sempre tra le Next Stars, A.J. Johnson con la 23, Bobi Klintman con la 37 e Ariel Hukporti con la 58. Un altro si è unito comunque a una franchigia NBA da free agent (Trentyn Flowers, ai Clippers) e uno ha firmato con un club di Eurolega (Mantas Rubštavičius, triennale allo Žalgiris, di cui il primo anno in prestito al Lietkabelis).

Una nidiata forse irripetibile, ma anche quest'anno la NBL ha lavorato sodo per reclutare giovani di livello. Vari i nomi di cui si è vociferato nel corso dei mesi con maggiore o minore attendibilità, tra cui il super prospetto Nolan Traoré, il sud-sudanese Khaman Maluach e il nostro Dame Sarr, ma nessuno di loro giocherà in Australia. Il quadro attuale si compone di 6 Next Stars, anzi cinque... e mezzo. Tre nuovi giocatori internazionali, con la Spagna come comune denominatore, e tre australiani, di cui due già rodati:

- Izan Almansa (Perth Wildcats): nato nel 2005 a Murcia e figlio naturale dell'ex cestista americano Steve Horton, che lì giocava, l'ala-centro spagnolo di 2,08 m è un collezionista di trofei. MVP dei mondiali under 19 del 2023, MVP dei mondiali under 17 del 2022 e MVP degli europei under 18 dello stesso anno, Almansa si presenta decisamente come l'uomo copertina delle Next Stars 2024/25. Come Alexandre Sarr ha giocato nelle giovanili del Real Madrid e in Overtime Elite, e come lui giocherà a Perth.

- Malique Lewis (SEM Phoenix): arriva da Trinidad & Tobago la stellina di South East Melbourne, e compirà 20 anni in Australia. Due anni in Liga con Fuenlabrada (il primo da comparsa, il secondo con 17 solidi minuti di impiego medio) e poi uno in G League con i Capitanes di Città del Messico sono il valido biglietto da visita di questo 2,02 che si candida a terzo lungo di SEM. Rapportate al minutaggio, le cifre delle sue precedenti avventure forse non scintillano, ma il sensibile miglioramento da oltre l'arco e una stoppata a partita costituiscono una buona base su cui lavorare.

- Karim Lopez (New Zealand Breakers): arriva dal Messico, anche lui via Spagna, la più giovane delle Next Stars, classe 2007. A soli 16 anni ha esordito in Liga con Badalona e in nazionale maggiore, e Adrian Wojnarowski definisce questo 2,02 il miglior prospetto internazionale del draft 2026. Difficile pronosticare un impiego assiduo sin dagli inizi, ma il contratto è biennale e nel roster dei Breakers non ci sono fenomeni in ala piccola: tempo e spazio sono dalla sua.

- Rocco Zikarsky (Brisbane Bullets): i due metri e ventidue che fanno sperare l'Australia tornano a Brisbane per una seconda stagione dopo aver registrato 3 punti e 2 rimbalzi di media in 7 minuti nel 2023/24. Nel frattempo ha esordito in nazionale maggiore, ha dominato l'Albert Schweitzer Tournament e ha compiuto 18 anni. Tra i Bullets non ci sarà più l'ingombrante presenza di Aron Baynes, e il minutaggio di Rocco è destinato ad aumentare. La NBA lo attende, gli ultimi mock draft lo avvicinano alla lottery.

- Alex Toohey (Sydney Kings): potrebbe non essere un'annata facile. Il roster dei Kings è chilometrico e punta esplicitamente al titolo. Tanta abbondanza nei ruoli di ala, che l'australiano classe 2004 è in grado di coprire entrambi, con una convincente media di 8 punti più 4 rimbalzi nella stagione d'esordio. Ci sarà da sgomitare, ma la preseason è stata scintillante e può sognare in grande.

- Roman Siulepa (?): no, il punto interrogativo fra parentesi non è un refuso o il dubbio che lo scrittore si è dimenticato di cancellare dalla bozza. Effettivamente, il destino dell'ala australiana del 2006 di origini samoane è un mistero. Era stato annunciato ufficialmente a giugno dai Tasmania JackJumpers, campioni NBL in carica, ma ad agosto è arrivata la rescissione. Il motivo? Il ragazzo fatica a scegliere tra basket e rugby, altro sport in cui eccelle a livello scolastico, e non ha voluto rinunciare ai suoi impegni con la palla ovale durante la preparazione. I vertici della sua nuova squadra non hanno gradito, e adesso pare che Siulepa stia cercando di ricollocarsi ad Adelaide, Cairns o Illawarra.

Chi succederà a Tasmania nell'albo d'oro della NBL? Vediamo come arrivano ai blocchi di partenza le 10 franchigie, in rigoroso ordine alfabetico.



ADELAIDE: da anni i 36ers fanno la voce grossa sul mercato e si sciolgono in stagione come neve al sole, ma in pochi in NBL possono vantare in quintetto un tandem locale di valore e già rodato come la guardia Dejan Vasiljevic e il pivot Isaac Humphries. Dopo un biennio nelle coppe europee, riecco il campione NBL 2022 Jarell Martin, reduce però da infortunio. Regia a Kendric Davis, esordiente overseas dopo ottimi numeri in G League. Tutto bene, tutto tranquillo. E allora ecco il colpo di teatro: appiedato coach Ninnis a metà agosto a roster chiuso perché "non in linea con le ambizioni del club". Giocatori sgomenti e carte bollate in vista, stando ai media locali. Al suo posto Mike Wells, una vita da assistente tra NBA e Team USA. Il tempo dirà se il gioco al rialzo sarà vincente o una mossa da "Tafazzers". Non basta: Martin si rifà male e arriva a gettone nientemeno che Montrezl Harrell (foto), a sua volta fermo da un anno.

BRISBANE: ci sono squadre piene di sé, come gli Stati Uniti alle Olimpiadi, e squadre piene di se. Tanti, tantissimi "se" per i Bullets. Se il play e la guardia USA James Batemon e Keandre Cook confermeranno la vena realizzativa mostrata in Israele e Germania ci si potrà divertire. Casey Prather a queste latitudini ha vinto 3 titoli, ma, a 33 anni, non vanta stagioni di livello dal 2020/21. Molto passerà anche dagli attesi progressi di un'intrigante e verde pattuglia local: Isaac White, Sam McDaniel e, soprattutto, i lunghi Josh Bannan, Tyrell Harrison e Rocco Zikarsky. "Pesaro è una donna intelligente", cantava Calcutta, e la Carpegna Prosciutto probabilmente ci aveva visto lungo in primavera cercando Harrison, MVP del torneo preseason NBL Blitz e pronto quantomeno a una nomination tra i giocatori più migliorati della stagione.

CAIRNS: difficile, in estate, immaginarli più proiettati verso un titolo mai vinto che a evitare il cucchiaio di legno, ma i Taipans, spesso il budget più basso della lega, hanno dimostrato in più di un'occasione di saper cavare il sangue dalle rape. Il nuovo terzetto USA Rob Edwards, Pedro Bradshaw e Tanner Groves mette in vetrina anemiche stagioni in singola cifra, ma è parso frizzantissimo nelle prime amichevoli. Le chiavi della squadra dovrebbe averle il play local Taran Armstrong, di estro "giddeyano", ma con limiti ancora lampanti. Il timore è che per il parco lunghi si prospetti la stessa ricetta dello scorso anno: quattro giovani di livello simile a pestarsi i piedi, gestiti con rotazioni a sentimento.

ILLAWARRA: sono rimasti tanti protagonisti della cavalcata che ha portato gli Hawks dal fondo della classifica alle semifinali 2023/24. In primis Justin Tatum, papà di Jayson e coach della scossa a stagione in corso. Quest'anno per lui la prova del nove, con piene responsabilità fin dall'inizio. Confermato in blocco il nucleo locale, tra cui emerge il pivot Sam Froling. Altri due i nomi da tenere d'occhio, i cui attesi progressi potrebbero costituire il maggior upgrade rispetto alla scorsa stagione: quel Davo Hickey che ai playoff ha messo in panca il neo trapanese Justin Robinson e che in estate ha flirtato con la tripla doppia di media in seconda serie e quel Lachlan Olbrich che a NBL finita è andato a maramaldeggiare nella vicina Nuova Zelanda, vincendo il titolo da MVP con 20 punti e 12 rimbalzi a gara. Detto di un capitan Tyler Harvey che ha messo le radici qui a Wollongong, lo scouting per gli altri due import non è dei più creativi e sembra dire "prendiamo quelli che fanno bene contro di noi". Arrivano infatti Trey Kell, alla terza diversa casacca NBL in altrettante stagioni, che contro gli Hawks siglò una tripla doppia, e l'ala Darius Days, 22 punti in preseason contro la banda Tatum vestendo la casacca degli Shanghai Sharks. Quest'ultimo ha vinto al fotofinish il ballottaggio con Jamil Wilson, giramondo ex Torino, Virtus Bologna e Virtus Roma.

MELBOURNE: come ogni anno, le ambizioni della squadra che più di tutte punta sul talento locale si misurano sul bilancio entrate-uscite della free agency australiana, che quest'anno è in passivo. I vice-campioni NBL devono salutare Luke Travers e Jo Lual-Acuil, più la next star Ariel Hukporti, draftata dai Knicks. Contratto NBA per Travers, percorso inverso per il figliol prodigo Jack White, di ritorno a Melbourne dopo un anello a Denver da comparsa. E no, non è quello dei The White Stripes. Goulding e Dellavedova avranno un anno in più, ma giocheranno a memoria con il confermato Ian Clark e il rientrante Marcus Lee: import all'insegna dell'usato sicuro.

NEW ZEALAND: è tornato il guizzante vice-MVP Parker Jackson-Cartwright, che si dividerà i possessi con Matt Mooney. L'ex trentino non ha un contratto per l'intera stagione, ma ha ben figurato in preseason. Interessante il pacchetto lunghi, con Jonah Bolden, Freddie Gillespie e il giovane kiwi Sam Mennenga, che insieme alla guardia Mojave King è l'unico neozelandese di un roster sempre meno legato al territorio. Ammainata la bandiera Tom Abercrombie, coach Petsku Koponen potrà proporre l'assetto a tre combo con McCarron accanto a Mooney e PJC, o dar fiducia a King da terzo esterno. Il vero small forward di casa Breakers è però la next star 17enne Karim Lopez. Il primo impatto della banda Koponen non è stato entusiasmante: due batoste agostane (-44 e -35) in scrimmage contro i Sydney Kings e c'è già chi scommette su chi tra giocatori (Gillespie?) e guida tecnica non mangerà il panettone, se di panettone si tratterà a dicembre all'avvio dell'estate australe. Senza un supporting cast di livello, non si fa peccato a immaginare un Jackson-Cartwright armato di pallottoliere a riscrivere record personali.

PERTH: i più perspicaci potranno trovare nelle cifre gli indizi più evidenti di chi sia il go-to guy della franchigia più titolata della NBL: nel 2023/24 Bryce Cotton (foto) ha prodotto 23 punti e 4 assist di media in 37,5 (trentasette virgola cinque) minuti, prendendosi oltre 16 tiri a gara, il tutto entrando nella nona stagione consecutiva con i Wildcats, con 3 titoli di squadra e 4 di MVP. Il roster di Perth sembra tuttavia solido abbastanza da poter fronteggiare un eventuale raffreddore di Cotton: squadra che vince abbastanza si cambia poco, e i semifinalisti della scorsa stagione, eliminati dai futuri vincitori di Tasmania, si ripropongono ai nastri di partenza quasi con lo stesso gruppo. L'unico taglio in quintetto è quel Jordan Usher che si era presentato con 35 punti all'esordio per poi afflosciarsi strada facendo. Al suo posto in ala piccola Dylan Windler. Segni particolari: un 2023/24 di saliscendi tra NBA e G League con 5 canotte diverse in appena 30 partite e, l'unica volta in doppia cifra di rimbalzi, sono stati 33. Completano il quintetto il dottor Kristian Doolittle, specializzazione in difesa sulla prima opzione offensiva avversaria, un Keanu Pinder chiamato quest'anno a togliere la maschera metaforicamente e non, dopo il trauma facciale del 2023, e Tai Webster. Quest'ultimo, forse il play titolare della NBL che meno smuove fantasie e aspettative, ha ormai operato la sua transizione da primo violino caciarone (17+5+5 con 3,4 perse nel 20/21 coi Breakers) a ordinato soldatino da 9+3+3 conscio del suo ruolo in quella che è la squadra di Cotton. Curiosità in uscita dalla panca per l'esordiente Pepper, per un Henshall che da rookie ha mangiato più naftalina di Eta Beta pur essendo nel giro della nazionale e, soprattutto, per Izan Almansa.

SOUTH EAST MELBOURNE: altra squadra dai tanti "se". Mitch Creek e 'Big Sauce' Alan Williams salutano attratti dalle sirene asiatiche e SEM ha un quintetto intrigante ma completamente nuovo, e ci vorrà amalgama: per comprarne servirebbe il cavalier Massimino. A dirigere le operazioni la point guard Derrick Walton Jr., uno che sa come si vince la NBL, anche da MVP delle Finals, nonché uno dei 4 ex Sydney Kings campioni d'Australia ingaggiati in estate per cercare di imparare l'arte del successo, mai conosciuto dai neroverdi. Dalla G League con ottime referenze gli altri due USA, il tiratore Joe Wieskamp e l'ala Matthew Hurt, all'esordio overseas. Ma Hurt, nomen omen, è già infortunato. L'olimpionico Nathan Sobey e il centro Jordan Hunter sono la quota autoctona dello starting five. Da sempre la Fenice ha nella second unit il suo punto debole, ma quest'anno sulla carta c'è fiducia di far meglio, grazie all'innesto di Angus Glover e della next star Malique Lewis.

SYDNEY: lo scudetto del mercato è appuntato al petto. Confermarsi sul campo è un altro paio di maniche, ma i Kings d'agosto fanno sentire la loro voce riportando a casa il coach olimpionico Brian Goorjian, che proprio a Sydney ha vinto 3 delle sue 6 NBL. Ricomposto anche il tandem di MVP Jaylen Adams + Xavier Cooks, rispettivamente miglior giocatore della stagione regolare e delle Finals nel trionfale 2021/22. Da Cairns è arrivato l'intrigante swingman 3&D Bul Kuol, che molto bene ha fatto a Parigi con la nazionale sud-sudanese, e dalla Cina è rientrato il lungo Cameron Oliver (foto), che proprio a Cairns ha viaggiato a 17 punti e 9,5 rimbalzi in due stagioni. Molto valido anche il contorno, con i giovani australiani Toohey e Galloway a contendersi lo spot di ala piccola, la solidità di Bruce, Le'Afa e Noi e le possibili sorprese Robertson e Leaupepe.

TASMANIA: troppa fretta, forse, col senno di poi. I campioni in carica chiudono il roster a inizio giugno, poi in estate la super stagione dei JackJumpers attira gli scout degli Houston Rockets, che offrono una meritatata chance NBA all'ala forte Jack McVeigh, MVP delle Finals. Tasmania si trova senza un adeguato sostituto e con un pacchetto esterni fin troppo ricco, con i tre americani Jordon Crawford, Milton Doyle e Craig Sword (i primi due confermatissimi tasselli del successo) più l'emergente Sean Macdonald. La free agency agostana non offre granché, ma coach Scott Roth ha dimostrato nel suo triennio tasmaniano di essere sempre attrezzato per i miracoli. Le speranze di difesa del titolo passeranno anche per il sud-sudanese Majok Deng, decisivo dalla panchina nelle Finals NBL, e chiamato adesso a fare le veci di McVeigh. Ma guai, come sempre, a snobbare i verdi isolani, terzi classificati dell'ultima FIBA Intercontinental Cup.
(DAVIDE COLOTTI)