Un derby, due città, tante ambizioni

13.02.2010 19:25 di  Cristina Grasso   vedi letture
Fonte: House organ Igea Barcellona
Un derby, due città, tante ambizioni

IL PRESIDENTE CHE VUOLE FARE ESPLODERE L’ENTUSIAMSMO GRANATA

Passione ed ambizioni da sempre contraddistinguono la famiglia Massinelli. Marcello Massinelli è stato presidente dell’Ares Ribera società che è balzata agli onori della cronaca sportiva quando nel 2006 la squadra femminile si è aggiudicata la Coppa Italia. Il fratello Alessandro ha invece preso posto dietro la scrivania da presidente del Basket Trapani dal 16 Giugno scorso subentrando ad Andrea Magaddino cercando di risollevare le sorti sportive ed economiche del club. Oggi insieme a coach Giovanni Benedetto ed al d.s. Francesco Lima vuole riaccendere gli entusiasmi in città e riportare la Trapani cestistica ai fasti di un tempo. Per farlo occorrerà passare da questo anche da derby, il primo da numero uno granata.


Che significa essere alla presidenza di una squadra storica come quella di Trapani ?

«Trapani è una realtà oggettiva , una piazza di grande interesse che ha sempre fatto pallacanestro ad altissimi livelli . Ovviamente il tutto mi impegna moltissimo ma allo stesso tempo mi riempie di orgoglio».

Che cosa si aspetta dalla sua squadra , soprattutto in questo momento di ripresa?

«La mia squadra a parte la partita di Domenica sta abbastanza bene . Abbiamo trovato il giusto equilibrio ed ha dimostrato nelle ultime gare che può fare grandi cose . Mi aspetto una grande derby».

Oggi qual è lo stato di salute della sua società?

«Siamo abbastanza tranquilli, abbiamo risolto tutte le problematiche e le questioni economiche che avevamo ereditato dalla passata stagione. Stiamo programmando il futuro».


Due realtà del basket Siciliano a confronto un derby particolarmente intenso come sta vivendo l’attesa?

«Io in prima persona sono sereno anche se mi arrivano voci dai tifosi che sentono questo derby , più del derby con Agrigento. Ci auguriamo che sia una buona gara».

La scelta più difficile che abbia dovuto fare durante questa stagione?
«La scelta più difficile è sempre quella di mandare via un giocatore , non piace a nessun presidente procedere in tal senso. Per il bene della squadra ho dovuto mandar via Marcante malgrado fosse un giocatore essenziale».

Il suo punto di vista sull’Igea Barcellona .

«La società ha costruito una grande squadra , molto equilibrata , facendo investimenti importanti. Un club che mira alla promozione e che sta dimostrando di valere. Il nostro è un campionato lungo , che nasconde grandi insidie . Barcellona è chiamata a superarle ma alla fine sono certo che riuscirà nel suo intento».
 

 

AMATO O ODIATO……MA SEMPRE BENEDETTO

Era il 14 Giugno del 2009 e coach Benedetto veniva portato in trionfo , la sua Latina conquistava la Legadue. Chi può dimenticare quell’ultima sigaretta e l’orgoglio di un uomo che faceva di un sogno la realtà. A malincuore lascerà la città pontina, scelta difficile ma ben ponderata e con l’entusiasmo di chi vuole ancora mantenere viva quella grandissima passione per la palla a spicchi approderà in Sicilia.
Benedetto è un uomo che non nasconde la sua grande personalità , ama le imprese difficili e con Trapani sta lavorando sodo , per costruire qualcosa di importante.
Quando gli chiediamo quali siano i suoi obiettivi risponde con decisione: “ Vincere ancora , andare in Legadue . Questi sono gli obiettivi che sia io , che ha la società ci siamo prefissati. Chiaramente stiamo programmando il tutto e non abbiamo la grande pretesa di riuscirci immediatamente . Le difficoltà sono molteplici , c’è la necessità di ambientarsi , sistemare alcune cose e questa stagione servirà per trovare il giusto assetto . Sono tantissime le prospettive , ma vincere il campionato è cosa ben diversa. Stiamo buttando le basi , per poter essere i protagonisti il prossimo anno .
Qual è lo stato di salute della sua squadra ?
«Abbiamo qualche giocatore acciaccato, condizione abbastanza normale per il periodo . Sono passati sei mesi dall’inizio delle attività , con delle rotazioni ridotte come le nostre ed il risultato è che in alcune partite si fatica più che in altre».

Lei conosce bene il campionato della A dilettanti è cambiato qualcosa dalla scorsa stagione ?
«Secondo me no , è un campionato abbastanza equilibrato dove si può vincere e perdere un po’ dappertutto , dove anche le prime della classe per vincere devono faticare. Partite che sulla carta posso sembrare facili poi risultano più ostiche delle altre . Questo campionato non fa che riconfermare la difficoltà che c’è proprio nel giocarlo».

Quella stessa Barcellona , oggi capolista che lei ha battuto lo scorso anno ai play off, si ripresenta… e lo fa con due giocatori di spessore come Svoboda e Bisconti che lei ha avuto alla sua corte . Qual è il suo pensiero in merito?
«Barcellona era già una buona squadra lo scorso anno, ha incontrato sul suo cammino un’avversaria come Latina che aveva qualcosa in più , la tranquillità e la sicurezza che a Barcellona mancavano. La verità è che oggi Barcellona mi sembra una squadra che sta giocando con estrema continuità sia dal punto di vista tecnico che tattico ed i risultati si vedono. Il fatto di trovarla prima non sorprende, la Sigma ha imboccato la giusta strada , il campionato non è nient’altro che una preparazione alla parte più importante che sono i playoff. Vincere la stagione regolare non significa vincere sempre il campionato ed è alla fine che dovrà dimostrare il suo grande valore».
Che cosa serve a Trapani per vincere contro la capolista?
«Diciamo pure cosa serve a Barcellona per vincere contro Trapani……. Sono due realtà ben diverse .Una è partita per vincere il campionato, l’altra per cercare di centrare i playoff e per noi sarebbe il massimo . Barcellona è quella che deve continuare a lasciare un’impronta importante come del resto sta facendo. Trapani deve giocare la partita perfetta per vincere e Barcellona deve giocare una partita importante. Sono sicuro che sarà un bel match anche a tratti divertente, un incontro atteso da tutti . È sempre un derby ed un confronto con la prima in classifica , non mancano di certo gli stimoli».

Che sia considerato un coach atipico non è un segreto , cosa la distingue dai suoi colleghi e quali sono i suoi punti di forza?
«Io sono un allenatore che crede in alcune cose , che svolge il suo lavoro con professionalità , considerato atipico per la mia schiettezza , per il mio essere diretto .
Non penso assolutamente che il mio modo di giocare a pallacanestro , il mio credo o quello che conosco sia tanto diverso da quello dei miei colleghi. Il livello tecnico degli allenatori italiani è molto buono , ognuno poi ha il suo metodo e lo mette in pratica come meglio crede».
Chi vincerà il campionato ?
«Non ho la palla magica e se l’avessi non la userei di certo per scoprire chi vincerà il campionato ma la utilizzerei per ben altri motivi».