Magia Banchi, così ha riportato l'Efes ai playoff di EuroLeague

12.04.2025 09:55 di  Iacopo De Santis   vedi letture
Magia Banchi, così ha riportato l'Efes ai playoff di EuroLeague
© foto di Anadolu Efes

A inizio gennaio Luca Banchi ha preso le redini dell'Anadolu Efes, poche settimane dopo le dimissioni dalla Virtus Bologna. L'inizio non è stato semplice: complice anche una situazione infermeria non semplice, i turchi hanno faticato a registrare positivi in EuroLeague e si sono allontanati dalla zona per la post-season. Poi è arrivata la pausa Coppe e Nazionali, occasione per sistemare gli acciacchi e ripartire. L'Efes lo ha fatto con una netta vittoria sull'Alba Berlino in casa che ha dato via a una grandissima striscia di successi. Oltre ai tedeschi, da marzo l'Efes ha infatti battuto a fila Virtus Bologna, Bayern Monaco, Partizan Belgrado, Baskonia, Maccabi Tel Aviv, Stella Rossa e Zalgiris. Otto successi che hanno permesso di strappare un pass per i playoff, senza neanche dover passare dai play-in. Otto turni prima, erano 13° e a due vittorie dal play-in. Il dato statistico: la squadra di coach Banchi è diventata la prima squadra di EuroLeague nell'era dei round (dal 2016) a chiudere la stagione regolare con 8 vittorie consecutive. Ora c'è il Panathinaikos, serie tutta da giocare.

Così Banchi - "Dopo due anni l'Efes torna ai playoff. Questo è ciò che i miei giocatori hanno desiderato fin dal primo giorno e hanno combattuto duramente per far sì che questo desiderio si avverasse. Ringrazio lo staff e il presidente. Stavamo perdendo e la nostra autostima aveva toccato il fondo. Il nostro presidente ha voluto porre fine a questa situazione e ha iniziato a guardare le nostre partite da bordo campo. Ha viaggiato con noi in ogni partita in trasferta e ci ha dato un grande sostegno facendo sentire la sua presenza all'interno della squadra. Per questo lo ringrazio. Adesso dobbiamo guardare avanti. Poiché siamo ai play-off, tutto è stato resettato. La stagione regolare è terminata. Il numero di vittorie e sconfitte non è più importante. Ora, come ho detto prima, dobbiamo davvero riflettere il nostro DNA, il nostro marchio di fabbrica, e non arrenderci fino all'ultimo secondo dell'ultimo incontro".