Umberto Gandini: «NBA in Europa? Se ne parla tanto e succederà»
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Il presidente della LegaBasket Serie A Umberto Gandini ha parlato a Tuttosport in occasione della presentazione delle prossime Frecciarossa Final Eight, in programma dal 12 al 16 febbraio. Tra i temi affrontati quello relativo alle preoccupazioni che un'eventuale approdo della NBA possa portare con la nascita di una nuova lega: "Se ne parla tanto e succederà. Il punto è che non sappiamo come deciderà di entrare:, se con una lega chiusa, creando franchigie, oppure appoggiandosi ai grandi club esistenti, ai grandi mercati e dove ci sono le strutture adatte. Sappiamo che lo farà con Fiba, la federazione internazionale. Sappiamo che non intendono snaturare il sistema europeo, che hanno incontrato alcune società di Eurolega e tra queste tutte quelle legate al calcio. Il Real è l'esempio, non a caso non ha ancora firmato la nuova licenza di Eurolega. Sappiamo che a marzo ci sarà l'incontro con le franchigie e avremo un quadro più preciso. Il mio problema è difendere il sistema del weekend assegnato ai campionati nazionali, dunque alla Serie A. L'ho detto ad Adam Silver, ne ho parlato a lungo con Mark Tatum, il vice commissioner che ha la delega allo sviluppo internazionale, cui ho ribadito che in Europa c'è l'Uleb che è azionista di Eurolega e Champions League Fiba. Vorremmo essere coinvolti. Lo sport europeo ha caratteristiche precise che nemmeno l'Eurolega ha capito bene, del resto, perché non ha il merito sportivo e la solidarietà. Ovviamente al centro di tutto lo sviluppo c'è il calendario internazionale".
E se Milano ne facesse parte? "Non possiamo immaginarlo, attendiamo di vedere i prossimi passi. Ma è sicuro che viviamo un momento di trasformazione radicale del prodotto sportivo, per la sua fruizione che è diventata internazionale.
Come un prodotto, nel caso, possa ritagliarsi spazio? Ci sarà il mainstream e tutto quello che è nicchia lavorerà su quella nicchia. Ci sarà spazio per un proprio spazio verticale. Del resto ci sono tanti interessi, tanti soldi intorno allo sport. E dovremmo prestare al nuovo contratto media della Nba, che è stata presa da Amazon. Motivo per cui, le tv come Sky in Europa avranno solo una parte del prodotto. Si va in questa direzione, dividendo in pacchetti. Dal massimo a quello più economico. È successo nel merchandising sportivo, dove in Italia siamo ancora all'esclusiva tra società e produttore per quanto concerne la protezione, mentre negli States la protezione è per il consumatore e di conseguenza i prodotti di Lakers sono per ogni tipo di tasca, sempre originali".
L'America intanto "ruba" i giovani europei con i contratti NIL nel college. "È preoccupante certo. Fiba sostiene di analizzare, studiare la situazione. Vedremo. Se posso svestirmi del mio ruolo, per le società non c'è tutela alla perdita del vincolo, non c'è ancora chiarezza sull'apprendistato sportivo. E per quanto riguarda la formazione si rischia con le offerte dei college, che per i migliori sono irrinunciabili e per gli altri importanti. D'altro canto,il college può offrire ai ragazzi una formazione più completa, coprire la fase che dall'uscita dalle giovanili offre poco nulla. Ma è chiaro che bisogna creare dialogo ed è un tema per Fiba, perché le leghe nazionali non hanno la forza e nemmeno le singole federazioni. La Fip comunque ha avviato un progetto di settore tecnico giovanile interessante con Datome su indicazione di Petrucci. Alla fine ciò che conta sono le risorse, date da mecenati, proprietari e consorzi"