Gigi Datome e la poca fiducia dei grandi club ai giovani: «È l'elefante nella stanza»
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Intervistato da Domani, Gigi Datome ha parlato del problema giovani nel basket italiano. "I grandi club non danno fiducia ai giovani? È l'elefante nella stanza. Un problema culturale, pensiamo all'allenatore che la domenica si gioca il posto e quindi tende ad affidarsi al giocatore più esperto. Ma anche un problema di crescita, spesso i nostri non sono così pronti quando finiscono le giovanili. L'ideale sarebbe avere progetti a medio termine, di 23 anni, con una quota giocatori da sviluppare, il che vuole dire che una società mette in preventivo di perdere qualche partita affinché il giovane possa crescere. Mi rendo conto che non è facile, ma idealmente questa è la battaglia da fare". Un problema che Datome ha vissuto sulla sua pelle: "Alla mia età io ero tra i migliori cinque giovani d'Europa ma ho faticato veramente tanto a trovare spazio, anche se meritavo di poter giocare. È difficile definire a tavolino una carriera. C'è chi matura dopo, ci sono invece prospetti incredibili da piccoli ma che poi si fermano. Noi dobbiamo disegnare dei percorsi, fornire strumenti, che aiutino un giovane a essere la migliore versione di sé stesso".
I progetti della FIP, "Ogni regione conta". "Vogliamo che il gruppo nazionale sia raggiungibile da tutti. Ogni comitato regionale seleziona i migliori giovani nati dal 2007 al 2009. Il tecnico federale Marco Sodini programma gli allenamenti, cerchiamo di dare delle linee guida che poi loro possano portare nella quotidianità in palestra. Ci sono i loro allenatori, abbiamo voluto i preparatori atletici che sono sempre più importanti e sui quali ogni settore giovanile deve investire. Poi ci sono anche i mini arbitri, seguiti dai rispettivi formatori. Perché fin da giovani bisogna imparare a dialogare con loro durante una partita, capire cosa vogliono, quando si deve chiedere una spiegazione nei modi e nei tempi giusti. Dalla Valle d'Aosta alla Basilicata sono giornate di condivisione, di crescita. Dobbiamo cercare di parlare tutti la stessa lingua.
Ovvio che se non metti le basi per il futuro i problemi che abbiamo si amplificheranno. Vogliamo anche potenziare un progetto a lunghissimo termine ideato dal direttore generale Salvatore Trainotti che riguarda le Academy, cioè selezioni regionali per i 13/14enni. Ma sarebbe sbagliato pensare solo il futuro. Bisogna fare di tutto anche per il presente. Intendo con la Nazionale maggiore".