A2 - Viaggio nella crisi di Brindisi: i 5 motivi per cui Bryon Allen è un problema

28.10.2024 18:00 di  Michele Longo  Twitter:    vedi letture
A2 - Viaggio nella crisi di Brindisi: i 5 motivi per cui Bryon Allen è un problema

Una premessa è doverosa. L’inizio di campionato di Brindisi è stato un vero e proprio poema omerico, fatto di infortuni che hanno colpito i giocatori importanti e che si è combinato con il folle calendario e i suoi continui turni infrasettimanali mal distribuiti nel corso del girone. Nell’unica partita giocata al completo, almeno per un tempo, la società di Contrada Masseriola ha vinto facilmente contro Forlì ed è un particolare che non può essere sottovalutato. Ciò però non è sufficiente per esimersi dal commentare alcune scelte fatte in estate che, per ora, si stanno dimostrando fallimentari, Bryon Allen su tutti. Il caso è esploso ieri, dopo l’ennesima prestazione sconcertante e soprattutto dopo l’attacco del presidente Nando Marino ai microfoni di una radio locale. C’è però da dire che non c’era bisogno della partita di ieri per capire che Allen non è ancora un giocatore fuzionale nell’economia di squadra e negli schemi di coach Bucchi. Chiunque pensi che il taglio sia dietro l’angolo sbaglia di grosso, in quanto Brindisi ha tesserato oltre il 27 settembre sia Ndzie (non si capisce bene il perché visto che i tesseramenti erano illimitati fino a quella data) che Almeida, quindi ha esaurito i possibili cambi consentiti fino alla fine del girone d’andata. Inutile dire che la guardia resterà a Brindisi al 100%, quindi meglio analizzare i 5 motivi principali per cui Bryon Allen al momento è un grande problema per il roster brindisino:

LE STATISTICHE GONFIATE: Allen segna 18.1 punti a partita, tirando co il 36% da tre, che potrebbe anche far pensare che il suo contributo sia in linea con ciò che si chiede a una guardia americana in A2. Il problema è che gran parte di questi punti sono arrivati in momenti non importanti delle partite. Le statistiche da tre, per esempio, sono gonfiate dal 50% messo a segno a Torino, quando la partita era già ampiamente terminata. Lo stesso vale per i punti segnati che sono sempre stati mal distribuiti nel corso della partita e soprattutto mai concentrati nei minuti finali. Ciò che si chiede a un giocatore del genere in A2 è caricarsi la squadra sulle spalle, creare vantaggio, gestire il ritmo e tirar fuori il talento nei momento topici. Allen questo non lo ha mai fatto, anzi, nei finali di partita, è stato quasi sempre deleterio con percentuali al tiro da prefisso telefonico. Una statistica su tutte rende l’idea. L’Offensive Rating (numero di punti su 100 possessi) di Brindisi con Allen in campo è di 97,7 mentre senza di lui è di 98,1. Praticamente per l’attacco di Brindisi che il giocatore sia in campo o fuori è praticamente indifferente, in quanto non aggiunge niente all’effort offensivo di squadra. Questi dati sono la dimostrazione che il fatto che metta quasi 20 punti a partita di media è probabilmente un plus per le sue statistiche, ma non per la squadra.

LA SHOT SELECTION: Allen ha tirato con ottime percentuali da due (7/9) solo contro Forlì. Pur avendo sparacchiato da tre (1/6), ha giocato in modo diverso, ha sempre preso palla ampiamente dentro la linea dei tre punti ed è stato coinvolto nell’azione e non è stato il ball handler primario. Così facendo arrivava già vicino al canestro con una posizione di vantaggio sul difensore ed ha potuto sfruttare al meglio il suo fisico e il suo atletismo per andare a concudere vicino canestro. Allen è un giocatore che in A2 può far valere la sua superiorità solo in questo modo perché, al momento, non è in grado di costruirsi da solo un tiro dal palleggio con continuità. Nelle altre partite ha invece giocato sempre in modo diverso, molto pigro, accontendandosi sempre della prima opzione, intestartendosi nel palleggio e senza mettere in ritmo il resto della squadra. Si veda il finale di Rieti. Con la tre quarti di campo quasi libera e il gran lavoro dei piccoli che avevano portato i lunghi fuori dal pitturato, si è accontentato di una tripla sbagliata, invece di sfruttare il suo primo passo e cercare la penetrazione o il fallo. Scelta pigra e sbagliata come decine di altre nel corso di queste prime partite di campionato. C’è anche da dire che non è una novità, in quanto in 29 partite, nei momenti clutch ha una media di 1,7 punti tirando con il 32,7% da due e il 24,3% da tre.

LE MANCATE LETTURE: Allen è un giocatore a cui manca in modo preoccupante la comprensione delle partite e anche in questo caso le statistiche avanzate vengono in aiuto per capire di cosa stiamo parlando. Allen gioca il 48,9% dei suoi possessi come ball handler nel pick ‘n roll (33,6%) e in isolamento (15,3%) e in questi possessi tira in media con il 40% da due e il 18% da tre, ovvero percentuali bassissime. Il discorso cambia quando si dedica a ciò in cui sembra più efficace anche guardando semplicemente le partite, ovvero in catch & shoot e nella transizione. Complessivamente gioca in questo modo il 28,2% dei possessi con percentuali ben diverse (72% da due e 75% da tre). In sintesi Allen è un finalizzatore e non un creatore, quindi perché continua a prendere palla e cercare soluzioni personali senza coinvolgere la squadra? Inoltre secondo l’efficenza offensiva si vede che è un giocatore molto valido quando tira dagli angoli e vicino a canestro (diciamo nel mid range subito dentro il pitturato), mentre è un disastro nel resto del campo, soprattutto nella zona centrale subito dopo la linea dei tre punti, ovvero dove parte con gli ISO e si accontenta di un pick ‘n roll giocato sotto ritmo o di una tripla pigra.

L’ESSERE UN OGGETTO ESTRANEO: guardando le partite di Brindisi si ha l’ìmpressione che Allen sia un’entità astratta che non viene coinvolta e non coinvolge i compagni nella costruzione dell’azione. Troppo spesso prende palla e la fa morire nelle sue mani, provocando la fine dell’azione e l’interruzione del flow offensivo. Qualcosa di buono e di diverso si è visto contro Rieti, soprattutto alla fine quando la sua bella penetrazione ha liberato Calzavara per la potenziale tripla della vittoria, e nel primo tempo di ieri contro Nardò, ma al momento è troppo poco. Allen è un giocatore che dà l’impressione di giocare solo per le sue statistiche, di quelli che 30 secondi dalla fine sotto di 20 si dannano nel correre il campo e cercare canestri facili che possano ingrossare il suo bottino. Per carità, è una caratteristica comune per molti americani che calcano i parquet europei, ma è qualcosa che infastidisce perché è un attaggiamento ben chiaro per buona parte dei 40 minuti. Allen sembra un pesce fuor d’acqua negli schemi di Bucchi, non sembra parte integrante del gruppo e non è in grado di coinvolgere e mettere in ritmo i suoi compagni. Ok non è un play, nessuno pretende che lo sia, ma non è ammissibile che ogni volta che prende palla l’azione si fermi e si concluda con un tiro pigro invece di cercare di battere il suo avversario in 1vs1 e lucrare falli e ounti facili dalla lunetta.

L’ATTEGGIAMENTO NEI CONFRONTI DEI COMPAGNI: questo è forse il punto che dà più fastidio. Contro Forlì, sul +20 e nell’ultimo quarto, a nessuno è sfuggita la sfuriata fatta a Del Cadia reo di non aver sfruttato un suo assist (sbagliato) e avergli rovinato le stats provocando una palla persa a suo carico. Una cosa che poteva risolversi con un sorriso e un abbraccio si è trasformata in una sfuriata duranta diversi secondi, con il povero Del Cadia che provava ad abbracciarlo e scusarsi, venendo continuamente respinto. Lo stesso è successo a Rieti, quando ha addossato ad altri sue colpe per un canestro preso, e alla fine della partita quando si è lasciato andare a proteste sguaiate e continuative che ne hanno provocato la squalifica, poi commutata in multa. Un altro esempio si è visto a Cantù, quando non faceva altro che scuotere la testa e lamentarsi con Bucchi ogni volta he un compagno sbagliava un canestro. Questo atteggiamento non è accettabile e si manifesta palesemente in partite come quelle di ieri, in cui la difesa si è sfaldata in modo preoccupante soprattutto per mancanza di comunicazione tra i giocatori. Forse è questo il punto da cui Allen dovrebbe ripartire per essere davvero un fattore per Brindisi. Una volta che sarà e si sentirà parte integrante del gruppo, avrà la possibilità di prendere sempre più tiri in ritmo e diventare davvero l'americano di cui tutti hanno bisogno nel campionato di A2.