Nicolò Melli da Milano al Fenerbahçe arriva alla presenza numero 200 in EuroLeague

Quando arrivò a Milano era il 2010. Nicolò Melli da Reggio Emilia era un talento in fasce di 19 anni. L’allenatore dell’Olimpia era Piero Bucchi, lui sarebbe stato allenato anche da Dan Peterson, giocò il finale di stagione a Pesaro, poi tornò, fece due anni con Sergio Scariolo e altri due con Luca Banchi. Era un prospetto, si lasciava crescere i riccioli biondi, e avrebbe usato i cinque anni successivi per scalare le gerarchie. Prima all’interno della squadra poi in Nazionale e infine nel panorama europeo.
Nicolò Melli adesso ha 28 anni ed è una delle ali grandi più forti d’Europa. Da quando è andato via da Milano ha vinto due volte il titolo tedesco e una volta quello turco. Ha giocato una finale di EuroLeague e sarebbe stato facilmente MVP delle Final Four se il suo Fenerbahce avesse bruciato sul filo di lana il Real Madrid di Luka Doncic. Melli è stato due volte MVP del mese in EuroLeague, secondo quintetto della competizione nel 2017. Non ha più i riccioli per scelta, ma porta una barba bionda a incorniciargli il volto.
Nicolò Melli torna al Mediolanum Forum da avversario di uno squadrone irresistibile di cui è una delle colonne. Ma Melli, non importa se da quattro anni non è più un giocatore dell’Olimpia, è emotivamente percepito come uno di noi, uno della famiglia biancorossa, perché è comunque un ragazzo che si è formato al Lido, che a Milano è diventato prima adulto come persona – anche se maturo lo è sempre stato – e poi grande come giocatore. Nelle ultime due stagioni milanesi è stato uno starter. Ha vinto lo scudetto del 2014. In gara 7 contro Siena fu memorabile. Doppia doppia, presenza difensiva e l’urlo liberatorio a fine partita. L’urlo di Melli è stato l’urlo dello scudetto. Come la schiacciata finale di Alessandro Gentile.
Melli è una star in EuroLeague. E’ un giocatore affermato. Questa è la sua nona stagione in EuroLeague e proprio al Mediolanum Forum giocherà la sua partita numero 200 nella competizione e proprio a Milano potrebbe superare i 1.500 punti in carriera. O i 300 assist. E’ già oggi tra i primi venti rimbalzisti della storia della competizione. Se dovesse rinunciare alla NBA e rimanere in Europa, non è immaginabile – a fine carriera – a quali record possa aspirare. Il suo destino è quello di diventare – sul serio – non solo una stella ma un giocatore leggendario. Complimenti, davvero!