Coach Benedetto lascia Latina e se ne va a Trapani

17.07.2009 16:37 di  Roberto Bernardini   vedi letture
Fonte: Il Messaggero

Adesso è ufficiale. Giovanni Benedetto, il coach della storica promozione dell’Ab Latina nella LegA2 del basket maschile, non è più il tecnico del club pontino. In una laconica mail inviata ad amici e mass media il tecnico originario di Reggio Calabria riepiloga in una ventina di righe la sua avventura latinense: «Conoscevo Latina da avversario, ma averla vissuta da allenatore è stata un’esperienza fantastica - sottolinea il tecnico - ringrazio la società per avermi dato l’opportunità di allenare un gruppo ottimo: uomini veri e non figurine costose. Siamo partiti tra lo scetticismo di molti, ma alla fine abbiamo convinto tutti. L’Ab Latina è stata brava a programmare questo campionato e farà sicuramente bene anche in futuro». Sulla sua nuova destinazione, nella lettera, non si parla: «Ho voluto scrivere a tutti per comunicare sentimenti difficile da esprimere a parole - spiega dal vivo Benedetto - vi assicuro, non sono frasi di circostanza: tutto quello che ho scritto viene dal cuore. Se avessi dovuto fare una scelta di cuore o di pancia sarei rimasto a Latina, ma non sempre le scelte si possono fare in base alle emozioni». Di più il coach non dice, ma dietro la sofferta decisione, si celano probabilmente tante motivazioni. In primis, la situazione ancora precaria dell’Ab Latina, dove ad oggi mancano troppi punti di riferimento. Il presidente Enzo Becchetti, che Benedetto nella mail definisce «vincente sul campo, amico nella vita», dimissionario, l’assenza di un main sponsor che garantisca solidità economica e poi i problemi tecnici legati al palazzetto. Per uno che con la pallacanestro si guadagna la pagnotta, non è certo la situazione ideale. Ecco che diventa difficile dire no ad un club titolato come Trapani, che ti offe un ricco biennale ed un programma che prevede budget di prima fascia in A dilettanti e promozione in LegA2. Mettici poi che la famiglia di Benedetto abita a Reggio Calabria, e il quadro è quasi completo. Ci deve essere però qualche altro motivo per spiegare questa scelta. Ipotesi? Il coach in tempi non sospetti aveva presentato una proposta di programma che prevedeva parecchi cambiamenti nell’organizzazione societaria e del settore giovanile. Progetto che forse non a tutti è piaciuto. Perché altrimenti non si spiegano i tiepidi sforzi (escluso Becchetti che non si è ancora dato per vinto) fatti dalla dirigenza per trattenerlo. Pur se impegnata nella battaglia per farsi approvare iscrizione alla LegA2 e reperire i soldi per disputare il torneo professionistico, la dirigenza pontina avrebbe comunque potuto interagire meglio con il coach della promozione: invece di coccolare gli eroi del presente però, forse è meglio evocare fantasmi del passato.

Stefano Urgera