Nicola Brienza si gode il Reverberi ma in testa ha solo Cantù

Nicola Brienza si gode il Reverberi ma in testa ha solo Cantù
© foto di Travaglioli/Ciamillo

"Una stagione pazzesca. E inaspettata. Proprio perché inaspettata ancora più bella e gratificante. L’impresa sarà ora trovare spazio in casa per mettere questi trofei e ammirarli ogni volta. Finirò per metterli sul comodino..." queste le parole di coach Nicola Brienza sulle pagine de La Provincia di Como (link per l'intervista completa) per commentare il premio Reverberi ricevuto per la magnifica stagione della Estra Pistoia nel campionato 23-24 che, da plumbea cenerentola è diventata un cigno da playoff.

Carpe diem, per il tecnico passato a Cantù. "Guai a sedersi sugli allori. Il nostro lavoro è da montagne russe. Oggi, lo so, sono bellissimo, bravissimo e preparatissimo. Domani, chissà. Allora mi godo il momento, mi coccolo i riconoscimenti nell’intimità della famiglia e vado avanti sapendo che ogni giorno sono sotto esame."

Secondo step in Brianza. "Quando lasciai Cantù sei anni fa ero all’inizio di tutto. Non avevo mai sbattuto il muso contro cose diverse e non avevo gestito situazioni lontane da casa. Ora invece c’è un Nicola più pragmatico, con maggiore personalità e consapevolezza in se stesso. Questi venti e rotti giorni di lavoro mi hanno detto che quella di quest’anno è una squadra piacevole da allenare. C’è tanta fame e i ragazzi hanno puntato il mirino. E il gruppo è concentrato perché il colpo vada il più vicino possibile al bersaglio."

Soddisfazioni dalla Valtellina. "Diciamo che siamo dove pensavo di essere. Grazie anche al fatto di non avere nulla oltre ai normali intoppi da preparazione. Purtroppo sono stati solo pochi giorni, ma sono stati un bel momento di aggregazione. Tempo che è servito ai ragazzi per approfondire la disponibilità tra di loro e nei miei confronti e a me per cominciare a mettere in atto le prime cose. Oggi è forse molto presto per dire cosa siamo, ma abbiamo cercato tutta gente che avesse esperienza positiva. E la fortuna è quella di avere ragazzi che hanno vinto o sempre giocato per farlo. Se questo è l’imprinting, e non ho dubbi, non ci resta che leggere tutti sulla stessa pagina, come dicono gli inglesi."