A2 - Nardò, Mecacci "Voglio una squadra garibaldina ma intelligente"
Sarà una lunga e complicata convalescenza. Ma di sicuro un processo di cambiamento è cominciato e, nonostante le due sconfitte a Milano e in casa con Forlì (la numero 12 e 13 di questa stagione), qualche piccolo miglioramento comincia a intravedersi. A Milano HDL Nardò Basket si era fermata all'intervallo, ieri sera con Unieuro è rimasta in partita sino alla fine rientrando da una ventina di punti di svantaggio e facendo tante delle cose che Matteo Mecacci ha chiesto sin dal primo giorno del suo arrivo a Nardò. Certo, non è facile giocare con la mente sgombra in questa situazione e non è facile nemmeno sfidare una squadra come quella di Antimo Martino con le rotazioni ridotte all'osso.
Il tecnico senese chiarisce quello che va e quello che non va in questo momento complicatissimo della stagione granata. "L'ho detto anche alla squadra nello spogliatoio - ha esordito in sala stampa - sono uno che preferisce giocare male, sporco, e vincere, piuttosto che perdere e giocare in modo sufficiente. Oggi la partita di questa squadra è stata migliore di quella di Milano, è chiaro che non va bene perdere in casa perché il campionato non ci aspetta e perché ci sono squadre che si stanno muovendo in classifica. Non parlo delle assenze, anche se è un dato oggettivo, queste certamente non hanno aiutato, però ci siamo arrangiati e abbiamo giocato la nostra partita. Non va bene in casa andare sotto di 20 punti, così come non andava bene andare sotto di 30 a Milano quando sei andato quasi pari all'intervallo. Non va bene subire 84 punti in casa per una squadra che si deve salvare. Oggi i ragazzi hanno giocato sino alla fine, che è il minimo, ma non è così scontato. Hanno provato ad aiutarsi, pur facendo degli errori, però ci sono stati sulle cose su cui avevamo chiesto attenzione e questi sono comunque dei segnali. Ad esempio, le palle perse o i rimbalzi. Poi è chiaro che ci mancano ancora pezzi di gioco e alcune piccolezze, perché in un momento in cui la partita era sostanzialmente aperta abbiamo mancato due tagliafuori importanti, non abbiamo speso il fallo sull'ultimo canestro di Forlì alla fine del secondo quarto e, ancora, siamo stati aggressivi senza capire come dosare l'aggressività e mi riferisco ai falli fatti".
La sua idea di squadra è delineata in queste parole, un "manifesto" del Mecacci pensiero applicato alla HDL Nardò Basket 2024/2025. "Stiamo cercando di cambiare delle cose, stiamo cercando di avere una pallacanestro un po' più fluida. Una squadra che si deve salvare deve giocare con il coltello tra i denti, alla garibaldina. Certo, con intelligenza. Oggi si è vista la differenza tra una squadra con delle certezze come Forlì e una che le deve costruire come la nostra. Non è facile vedere certe cose per chi giudica da fuori, ma oggi ci sono stati degli step di crescita, parlo di posizionamenti, di comunicazione tra i giocatori, di letture del gioco. È chiaro che non è sufficiente, non voglio vedere il bicchiere mezzo pieno, ma se quello che si prova in settimana poi lo si comincia a vedere sul campo, è già un segnale importante. È inutile pensare al calendario, adesso ci riposiamo e da martedì torniamo a lavorare. Io continuo a dire che questa squadra può migliorare, ma non deve smarrire la capacità di comprensione della partita. Se facciamo delle buone cose, dobbiamo continuare a farle. Che la situazione fosse complicata lo sapevo, sapevo anche che serviva molto lavoro per correggere alcune abitudini che non vanno bene. Il campionato non aspetta, ma è anche molto lungo".
Sull'altro fronte, quello di Forlì, la consapevolezza di aver vinto la partita con pieno merito. Applicando, banalmente, la legge del più forte. "Sono chiaramente soddisfatto della partita - ha detto coach Antimo Martino - una partita in cui siamo stati sempre in controllo. Anche grazie alla imprecisione al tiro di Nardò. Però, nel complesso un match gestito al meglio, in cui siamo riusciti a coinvolgere tutti. Siamo stati costretti dall'assenza di Tavernelli a cominciare in maniera diversa, cercando di evitare di avere in campo contemporaneamente Parravicini e Harper. Abbiamo interpretato bene la gara, che non era semplice per noi perché Nardò ha usato questo assetto con Stewart jr. da 5, un 5 tattico. Siamo stati bravi a leggere ciò che la gara ci offriva, perché nel primo tempo abbiamo tirato bene da lontano, nel secondo invece abbiamo capito che c'era più da attaccare l'area. Siamo contenti, era una partita che volevamo vincere per chiudere bene l'anno". Per il Toro inutile fare conti adesso, la stagione è ancora lunghissima. Certo, la classifica non sorride (Nardò è penultima con Cento e Vigevano) e, purtroppo, nemmeno il calendario, che propone in successione le trasferte di Cantù e Torino. Ma l'unica ricetta è il lavoro e la fiducia di poter cambiare il volto di questo quarto campionato di Nardò in serie A2.