L'opuscolo dell'arbitro

Nel basket è possibile effettuare un tiro a canestro in diversi modi con azioni spesso spettacolari che lasciano a bocca aperta il pubblico. La prima situazione è quella del terzo tempo, il più comune insieme all'arresto e tiro: il tiro in corsa (colloquialmente chiamato "terzo tempo") è una tecnica che permette di effettuare un tiro in avvicinamento al canestro avversario. Consiste nell'esecuzione di due passi e di un salto (il "terzo tempo"), durante il quale si appoggia la palla al tabellone o direttamente a canestro ed è l'unico caso in cui è ammesso compiere più di un passo senza palleggiare. Avvicinandosi al canestro provenendo dal lato destro l'esecuzione prevede che l'ultimo palleggio venga effettuato in corrispondenza dell'appoggio del piede sinistro, seguirà un passo con il piede destro e successivamente lo stacco del piede sinistro per il salto finale. Il tiro viene eseguito con la mano destra mentre la sinistra è lievemente sollevata a protezione del pallone dall'intervento di eventuali avversari. Sul lato opposto il movimento è speculare. Anche se a primo avviso il terzo tempo può sembrare un'infrazione di passi e quindi un'eccezione a questa regola, gli occhi più allenati possono confermarne il contrario. Questo movimento è fatto in corsa, e quindi la velocità dell'esecuzione può trarre in inganno l'arbitro. Analizzando il movimento si vede che al momento della "chiusura" del palleggio (quando la palla viene presa in mano - 1° tempo) l'atleta effettua un arresto a due tempi (ovvero con i piedi che toccano terra in due istanti differenti - 2° tempo) e poi salta con i piedi allo stesso momento portando rapidamente la gamba posteriore avanti (grazie al movimento di alzata del ginocchio) compiendo sempre nello stesso istante il tiro (terzo tempo). Un terzo tempo fatto non in corsa perde tutte queste contemporaneità che vengono date dalla velocità; infatti i direttori di gara fischiano infrazione di passi ad un movimento di terzo tempo fatto camminando. Alternativa è il passo e tiro. Questo movimento diverge dal terzo tempo solamente da un particolare; invece di un arresto a due tempi (nel secondo tempo) si ha un arresto ad un tempo (ovvero con i piedi che toccano terra allo stesso istante); per poi concludere il gesto come un terzo tempo tradizionale. Per quanto concerne la schiacciata, essa è senza dubbio la conclusione più spettacolare della pallacanestro. Non a caso, gli atleti che si sono distinti nelle schiacciate sono rimasti i più celebri (uno su tutti Michael Jordan). Dopo la schiacciata il giocatore non può rimanere, però, appeso al ferro, salvo per non cadere addosso ad un altro giocatore, altrimenti al "colpevole" viene sanzionato un fallo tecnico. Questa infrazione viene spesso tollerata dagli arbitri, che fischiano solo quando si esagera nel rimanere "appesi". Altra conclusione molto spettacolare è il cosiddetto alley-oop, una giocata estremamente spettacolare, che necessita di una buona coordinazione, doti atletiche e affiatamento tra due compagni. Un giocatore effettua un passaggio alto, non teso, verso il ferro (senza tirare), mentre un compagno salta, afferra la palla al volo e la schiaccia o appoggia a canestro. Se il tiro viene sbagliato e la palla rimbalza sul ferro, questo può essere corretto con un tap-in, ovvero quando un giocatore salta a rimbalzo ed lo stesso è ancora in aria con un tocco può rivolgere la palla al tabellone o direttamente all'anello. Dulcis in fundo durante il tiro può avvenire una stoppata che è una giocata difensiva che consiste nel fermare un tiro avversario solo dopo che il giocatore ha già lasciato la palla (se la palla viene stoppata sulla mano dell'avversario si verifica un fallo) e prima che la palla abbia cominciato la sua parabola discendente verso il canestro (altrimenti il tiro è valido e vengono comunque assegnati i 2 o i 3 punti). Ovviamente quest'ultima regola non viene applicata alle schiacciate.
Mattia Di Valentino