2^ edizione del premio MIIPA - Candidati Alessandro Gentile, Brian Sacchetti e Daniel Hackett insieme ai loro...papà

13.06.2011 00:20 di  Erika Gallizzi   vedi letture
2^ edizione del premio MIIPA - Candidati Alessandro Gentile, Brian Sacchetti e Daniel Hackett insieme ai loro...papà

E’ arrivato alla seconda edizione il premio MIIPA (acronimo di Most Improved Italian Player Award), ovvero il riconoscimento assegnato annualmente al giocatore italiano del campionato di Serie A più progredito, unitamente all’allenatore che lo ha forgiato. La premiazione avverrà il 24 giugno. La giuria, composta dall’allenatore della Cimberio Varese Carlo Recalcati, dal “vate” Valerio Bianchini, da Luca Bechi coach uscente di Brindisi, dal manager Andrea Luchi, dal giornalista Fabrizio Fabbri e dal nostro editore, Roberto Bernardini, quale media partner, ha espresso la rosa di “candidati” alla vittoria del premio. Si tratta di Alessandro Gentile della Benetton Treviso, Brian Sacchetti della Dinamo Sassari e Daniel Hackett della Scavolini Siviglia Pesaro. Per le minors, invece, c’è stata la segnalazione di Matteo Imbrò, giocatore militante nella Virtus Siena, ma di proprietà della Virtus Bologna, con la quale ha sottoscritto un contratto quinquennale lo scorso anno. Se l’anno scorso era stata premiata la “coppia” formata da Pietro Aradori e Luca Bechi, allenatore che ne aveva intuito il potenziale a Biella fino a portarlo alla maglia della Nazionale, quest’anno il premio sarà…tutto in famiglia. Gli allenatori affiancati ai giocatori in nominations sono, infatti, i loro papà.

E allora, Alessandro Gentile concorre con papà Nando, ex giocatore che è poi passato a “guardare la pallacanestro” dalla panchina. Da giocatore, Nando Gentile ha messo su una carriera fatta di tanti successi. Per lui anche tanta maglia azzurra, con un argento agli Europei del ’91 ed un oro ai Giochi del Mediterraneo di Francia nel ’93. “Battezzato” a Caserta da Bogdan Tanjevic, che lo fece esordire in A2 a soli 15 anni. Con la maglia di Caserta Nando giocò 11 stagioni, con le perle di uno Scudetto ed una Coppa Italia vinti nel ’91, poi iniziò a “vagare”: Trieste, Milano (con un’altra accoppiata Scudetto + Coppa Italia, nel ’96). Poi un brutto infortunio ad un ginocchio, successivamente emigrò in Grecia, al Panathinaikos, con cui vinse tre titoli nazionali e l’Eurolega. Fecero seguito le esperienze, meno fortunate o altisonanti, a Udine, Siena, Caserta in B1, Maddaloni dove iniziò anche ad allenare. In seguito, lasciò definitivamente il basket giocato e nel 2006 approdò sulla panchina dell’Andrea Costa Imola in Legadue, poi alla Virtus Roma.
Il figlio Alessandro è stato eletto quest’anno miglior Under-22 della Serie A, con la maglia della Benetton Treviso. Giocatore versatile e di personalità, classe ’92, dopo gli inizi nella Virtus Bologna ha proseguito le giovanili nel team juniores di Treviso e da due stagioni calca i parquet della Serie A con la stessa maglia, collezionando anche quattro presenze in EuroCup nel primo anno e 17 nella stagione appena conclusa. A questo si aggiunge la completa trafila nelle Nazionali giovanili Under-16 (con l’Europeo del 2008), Under-18 (con l’Europeo in Lituania nel 2010), Under-20 (con l’Europeo in Croazia sempre nel 2010).

Brian Sacchetti concorre con papà Meo. Sacchetti senior vanta un passato da giocatore ad altissimi livelli, una carriera interrotta soltanto da un grave infortunio. Torniamo indietro agli anni ’70 e lo ricordiamo con le maglie della Saclà Asti, del Gira Bologna, in A2 e poi in A1, successivamente con quella dell’Auxilium Torino. Nell’84 si trasferì a Varese, dove rimase per ben otto stagioni, con un bilancio di un secondo posto nella coppa Korac, una finale scudetto e una finale di Coppa Italia. 567 partite giocate ed un totale di 7194 punti realizzati. Arceri, noto giornalista di basket, scriveva di lui: “Sacchetti: una quercia di 197 centimetri e di un quintale difficile da spostare, utilizzabile nel marcamento delle guardie, da ala piccola, perfino da ala forte, come aveva cominciato. Un giocatore completo, moderno e universale, capace di coprire più ruoli”. Per Meo tante soddisfazioni e medaglie con la maglia azzurra: argento alle Olimpiadi di Mosca nel 1980, oro agli Europei di Francia nell’83 e bronzo a quelli della Germania Ovest nel 1985.
La carriera di allenatore lo ha visto tornare, inizialmente, nelle città dove era stato da giocatore: Torino ed Asti. Poi una breve parentesi a Bergamo e gli anni a Castelletto Ticino, in B1, dove allena il figlio Brian, centra due promozioni in Legadue e nel 2004 ottiene il riconoscimento di “allenatore dell’anno” della categoria. Nel 2005 Sacchetti viene chiamato a guidare il Fabriano Basket, ma ad aprile ritorna a Castelletto come consulente tecnico. Nella successiva stagione sempre con i ticinesi conquista una incredibile salvezza sfiorando i playoff. Nel 2007 firma un biennale con Capo d’Orlando, in A1, e ottiene un sesto posto al termine della stagione regolare, insieme alla partecipazione alla Final Eight di Coppa Italia. Ma l’Orlandina scompare e, dopo un inizio di stagione successiva passato “alla finestra”, viene chiamato ad una sfortunata esperienza ad Udine. Il botto lo fa nei due anni successivi, a Sassari. Nel primo vince il campionato di Legadue e conquista una storica promozione in Serie A per il sodalizio sardo; nel secondo, quello appena concluso, appunto in Serie A, piazza la sua squadra al sesto posto e accede ai playoff dove riesce a strappare una gara all’Armani Jeans Milano.
E quest’ultimo anno lo ha vissuto con il figlio Brian, classe ’86, ala. Brian muove i primi passi sul parquet a Varese, passa al Basket Venaria, quindi al TTP Pino Torinese prima di far ritorno alla casa madre varesina. Il 2003 è l’anno del trasferimento in B1 a Castelletto Ticino (da papà Meo), dove rimane tre stagioni e centra la promozione in Legadue. Nel 2006 firma per la Carife Ferrara (Legadue)e rimane lì fino a quando decide di…tornare da papà, ovvero in questa stagione, a Sassari, passando tra Legadue e Serie A. I suoi marchi di fabbrica sono il buon tiro dalla lunga distanza ed il carattere, la grinta. Brian è un combattente nato che si esalta nella sana battaglia cestistica. Insomma, buon sangue non mente. Ha in curriculum anche due quarti posti agli Europei conquistati in maglia azzurra con l’Under-18 nel 2004 e l’Under-20 nel 2006.

Daniel Hackett, in nomination insieme a papà Rudy. Dopo essere stato una stella di Syracuse University ed essere stato scelto, nel ‘75, al terzo giro del draft NBA dai New Orleans Jazz, col numero 37, Rudy Hackett giocò nella ABA (St. Louis) e due stagioni in NBA (New York Nets e Indiana Pacers). Poi arrivò in Italia, dove bastò poco tempo per dimostrare il suo grande valore (e mise su anche famiglia). 15 stagioni diviso tra Forlì, Livorno, Reggio Emilia, Pesaro e Porto San Giorgio, per poi stabilirsi a Pesaro ed iniziare la sua carriera di allenatore. Nel febbraio del 2002 firmò con la Premiata Montegranaro come assistant coach, poi tornò negli States, dove gli fu affidato lo stesso ruolo prima alla St. John Bosco High School di Bellflower e poi alla University of Southern California, nella NCAA, dove “portò” suo figlio Daniel ed iniziò a forgiarlo. Nel 2009/10 è stato scelto come consulente tecnico per la crescita dei giovani dalla Benetton Treviso. Hackett jr, ogni estate, segue con lui un programma di allenamento.
E’ stata Pesaro a capire da subito che Daniel, classe ’87, prometteva bene e, ancor prima di andare negli States mano nella mano con papà Rudy, alla St John Bosco School ed alla University of Southern California, nei Trojans, per tre stagioni nella NCAA, Daniel iniziò nelle giovanili pesaresi. Non fu una scelta facile andare negli Stati Uniti con papà. Daniel voleva restare in Italia, ma dopo i tentativi di “resistenza”, seguì Rudy e non si pentì. Di lui si diceva, da subito, che sarebbe arrivato in NBA. Il 9 aprile 2009, dopo l'uscita di USC dal torneo NCAA, si è dichiarato eleggibile per il draft NBA 2009 e, avendo nominato un agente, si è chiuso dietro alle spalle la porta del college in caso di mancata chiamata da parte di una franchigia NBA. Ha firmato con la Benetton Treviso, prevedendo una clausola di uscita nel caso di eventuale scelta al draft, ma la chiamata non è arrivata. Daniel è rimasto a Treviso per una stagione giocando anche 12 partite di EuroCup, prima di tornare nella sua Pesaro. Per lui c’è stata anche la maglia della Nazionale Under-20 (medaglia di bronzo agli Europei di Nova Gorica nel 2007) ed ora quella della Nazionale maggiore.

Infine presentiamo Matteo Imbrò: per dare un’idea a chi non lo conoscesse, iniziamo col dire che nel febbraio del 2010 fu convocato al raduno “Jordan Brand Classic” che si svolse ad Istanbul e nel quale vennero selezionati, da Michael Jordan ed il suo staff, i migliori giovani, lui compreso, per la partita di esibizione “Jordan Brand Classic International Game”, giocata al Madison Square Garden di New York ad aprile. Si tratta di una partita nella quale si sfidano una selezione dei migliori prospetti europei ed una dei migliori talenti newyorkesi.
Playmaker classe ’94, a Matteo non difetta il talento, né la personalità. Nato ad Agrigento, dopo gli inizi a Trapani, Imbrò si è trasferito a Siena per giocare nella squadra juniores della Virtus. Ma per lui si è presentata subito anche l’opportunità di giocare in serie A dilettanti, a soli 15 anni. Nel 2009 ha vinto lo Scudetto Under 15, oltre ad essere il play titolare della Nazionale Under 16 che ha anche partecipato agli Europei di categoria. In poche parole: il classe ’94 più forte d’Italia.

Il premio sarà assegnato nell’ambito del Flippers Camp, dedicato ai giovanissimi, in programma dal 19 al 25 giugno, la cui presentazione avrà luogo sabato 18 giugno nella sede della Provincia di Perugia. Lo scenario sarà la stupenda Rocca di Passignano sul Trasimeno con ospiti, personalità e tante sorprese, oltre ad uno spettacolo notturno di fuochi artificiali. Passignano è un borgo che deve la sua eccellenza anche al basket, e non solo per aver lanciato l’ex azzurro Cittadini, ma per l’impegno nei confronti dello sport, e in particolare del basket, sport che può contare sulla presenza di ben due palazzetti e un grande campo all’aperto, un vero playground a pochissimi passi dal lago.
Comune e Pro Loco sostengono l’attività dei Flippers, un nomignolo scelto dagli stessi allievi, attraverso un concorso. Oltre alle giovanili, l’attività comprende adesso anche la prima squadra che si è confermata per la C al debutto nei campionati nazionali, oltre al già citato Camp.