LBF: dopo il no ad Alghero, bisogna agire per restituire dignità a tutte e tutti

La prossima serie A1 sarà ad 11 squadra, un panorama che anno dopo anno diventa sempre più triste e che porta ad una china pericolosa. Però...
03.08.2024 09:32 di  Eduardo Lubrano   vedi letture
LBF: dopo il no ad Alghero, bisogna agire per restituire dignità a tutte e tutti

Passata è la tempesta: odo augelli far festa e la gallina, tornata in su la via, che ripete il suo verso”. L’accostamento con uno dei capolavori di Giacomo Leopardi (La quiete dopo la tempesta) è certamente azzardato ma la tempesta che il movimento del basket femminile ha passato in questi ultimi mesi ahinoi non lascia nessuna quiete e galline che ripetono il loro verso ce ne sono sempre tante. Facciamo ordine?

Verso la fine dello scorso campionato, aprile, maggio, le voci su presunte rinunce alla prossima serie A1 si rincorrevano: Ragusa in pole position, poi il silenzio di Roma. Da 13 il campionato scendeva a 12 perché in attesa delle due neo promosse dalla A2 e senza altri echi ancora lontani ci si preparava ad una stagione con 14 squadre.  Tutti tranquilli: Ragusa e Roma sostituite da Derthona e Alpo, tutto bellissimo. Poi a fine giugno la mazzata: la Virtus Bologna chiude il settore femminile. Panico. Siamo ad 11 come facciamo? Beh, aspettiamo che la cordata bolognese riesca a salvare la squadra. Non ce l'ha fatta? Beh chiediamo alle retrocesse ed alle squadre di A2 che hanno perso la finale e vediamo chi è disposto a fare la A1. Risposte secche : no. A metà luglio con le squadre già pronte, con il budget stanziato per la A2 e con pochissime giocatrici italiane libere, era impossibile accettare un invito del genere.

Come si fa? Proviamo – Lega Basket Femminile e Fip – a vedere chi potrebbe essere disponinile. Quelli ci hanno detto di no da quell’altra parte…ah! Idea chiediamo ad Alghero se vuole fare il salto. E finalmente un si, ci proviamo. La società e seria, strutturata, con un settore giovanile florido, qualche sponsor ci aiuta e specie uno importante, nella città catalana si mettono al lavoro. Una, due, tre date di deadline rimandate finchè si arriva a venerdì 2 agosto che, come riportato nel comunicato della Mercede Alghero:” oggi ci è stato comunicato che, soprattutto a causa delle carenze evidenziate in merito agli impianti sportivi, non potremo ottenere la Licenza per la prossima A1”. Qui il comunicato completo.

Dunque si resta ad 11, cioè 5 partite a settimana e forse con una formula da rivedere. Vale la pena sottolineare che appena due anni fa, stagione 2022/23 si era a 14, quindi in 24 mesi la serie A1 ha perso tre squadre. Oltre alle altre decine scomparse, autoretrocese, dileguate, negli ultimi dieci anni. Finito il riassunto, un paio di punti di partenza.

Uno: la Mercede Alghero è stata la vittima sacrificale dell’incapacità della dirigenza federale e di LBF nel gestire il movimento. Due: certo c’è una fortissima e preponderante parte di responsabilità delle singole società in questi problemi.

Ma il fatto che si ripetano ogni anno con una frequenza ossessiva deve far venire una domanda a ci dirige: che succede? Perché ogni anno perdiamo un pezzo? Cosa possiamo fare per migliorare? Invece niente. Silenzio. Peggio quando parlano questi signori, ripetono che “Il movimento della pallacanestro femminile è in salute ed in crescita”. Nemmeno in questo caso eccezionale dopo il no ad Alghero, si è alzata una voce ufficiale per comunicare quanto accaduto. Tutto segreto, che nessuno parli...per carità facciamo le cose tra di noi...

Ora però è il momento di dare una sterzata forte a questo andazzo. E’ il momento di chi ha delle idee che vanno condivise. Delle proposte da fare e mettere sul tavolo per discuterne, senza gelosie o ipocrisie. Se un’idea è buona e vale per tutto il movimento, vale per la crescita vera del settore ben venga e che se ne parli per renderla il più possibile attuabile.

Il compito della stampa non è quello di dare suggerimenti o idee, specie perché al timone delle società ci sono imprenditori che sanno guidare come si deve le loro aziende. Ma la partecipazione in questo momento difficilissimo deve essere di tutti. Pianeta Basket è solidale ed a fianco di chi, per esempio, lavora davvero sul giovanile. Perché la salvezza è solo lì. Abbiamo 23.550 tesserate: un niente se pensiamo che la pallavolo solo a Roma e provincia ha circa ventimila tesserate. Bisogna rendere il basket appetibile e divertente per le ragazze. Farle affezionare così tanto che poi non lo lasciano più. Bisogna fare reclutamento cantina per cantina come ripetiamo da un po' da queste pagine. Andarle a cercare sul serio non aspettare che vengano da noi.

Bisogna che gli imprenditori che investono abbiano un riscontro – non economico. Ma almeno di visibilità, di racconto e non solo nel territorio nel quale operano. Quindi televisione in chiaro, avvicinarsi alla stampa specializzata e non proponendo storie, facce, personaggi. Iniziative. Insomma farsi conoscere in tutti i modi possibili. I dati sciorinati a pappagallo che dicono che sui social il basket femminile “tira” possono essere anche buoni. Ma evidentemente non bastano. Bisogna fare di più.

E questo è il momento di farlo. Il tempo sta per scadere. Coraggio chi ha idee le tiri fuori.