Un omonimo per Repeša: conosciamo Justin Robinson, dalla NBL a Trapani

Un omonimo per Repeša: conosciamo Justin Robinson, dalla NBL a Trapani

(di DAVIDE COLOTTI). Justin Robinson è un nuovo giocatore di Trapani. L'ambiziosissima neopromossa ha il suo direttore d'orchestra, ma no, non è quel Justin Robinson che bene fece a Pesaro nel 2020/21 proprio agli ordini di coach Repeša, e che nella stagione passata ha contribuito alla salvezza della Nutribullet Treviso.
Stesso ruolo, point guard, ma due anni più giovane (classe 1997), il Justin Robinson "trapanese" vanta 43 partite in NBA tra Wizards, Thunder, Bucks, Kings e Pistons dopo l'esperienza collegiale a Virginia Tech. Cifre considerevoli poi in G League, il cui punto esclamativo è la doppia doppia di media nei playoff 2020/21 con i Delaware Blue Coats (15.3 punti e 10.7 assist in 3 gare), dove giocava con Rayjon Tucker.

La prima esperienza overseas è tanto fugace quanto sfortunata: scelto come nuovo "floor general" dagli Illawarra Hawks in Australia per il 2022/23 e accreditato dai media locali come un possibile candidato al titolo di MVP, il neo Shark inizia con due gare di preseason da 20 e 26 punti, continua con 13.5 punti e 8 assist di media nel torneo di rodaggio NBL Blitz e si conferma con 10 punti, 5 rimbalzi e 8 assist alla prima uscita ufficiale, che rimarrà l'unica a causa di un infortunio al ginocchio che sancisce la fine sul nascere della sua stagione. Robinson rimane a lungo in Australia a supportare i suoi compagni di squadra, che senza di lui precipitano sul fondo della classifica NBL, con appena 3 vittorie in 28 partite.

Forte di un contratto biennale con gli Hawks, la neo point guard dei siciliani torna in NBL per la stagione 2023/24, che Illawarra chiude in semifinale playoff sotto la guida di coach Justin Tatum, il papà di Jayson.
L'annata appena trascorsa è stata quella della ripartenza per il regista mancino, che ha chiuso a medie di 11.8 punti, 2.8 rimbalzi e 4.4 assist in 27.3 minuti. Cifre incoraggianti, ma che, in un campionato ad alto ritmo e altissimi punteggi, non raccontano appieno il potenziale del giocatore, che nel corso del campionato ha fatto i conti con i fisiologici alti e bassi della ripresa agonistica dopo 12 mesi di inattività. Robinson ha fatto registrare medie del 41.4% dal campo e del 30,6% da tre, che sarebbero state senza dubbio più elevate senza la striscia di 6/35 dal campo fra la terza e la sesta partita (subito dopo il season high da 26+5r+7a) e senza lo 0/13 di gennaio giocando due gare a mezzo servizio.
Interessante notare come da allora coach Tatum abbia sfruttato Robinson come arma tattica, convertendolo a sesto uomo in 6 delle ultime 7 partite di regular season e in tutti e 5 gli incontri di playoff anche quando pienamente ristabilito, pur continuando a garantirgli minuti e responsabilità da titolare.
Si parlava di strisce, e di un giocatore che alza il livello quando conta: ghiaccio nelle vene per 'J-Rob', che proprio in questo nuovo "ruolo" manda 32 tiri liberi consecutivi a bersaglio, incluso il 14/14 che permette agli Hawks di superare i New Zealand Breakers ai play-in (26 punti e season high pareggiato in soli 24 minuti). Le medie in post season aumentano a fronte di un minutaggio che si riduce: 13.2 punti e 4.6 assist in 26.6 minuti, elevando le percentuali dall'arco al 40% e quelle ai liberi al 95.7% (78.6% in regular season).

Che tipo di squadra aveva attorno Robinson? Classica point guard americana, un po' uomo d'ordine e un po' realizzatore con una predilezione per la penetrazione ambidestra in area, J-Rob è stato la quarta opzione offensiva degli Hawks e ha giocato attorniato da tiratori da tre, sia scorer di volume come la guardia Tyler Harvey (15.3 ppg) e lo stretch four Gary Clark (16.7 ppg), sia specialisti come il coreano Hyunjung Lee (40% 3p). La relativa abilità in pick and pop dei due centri Froling (14.6 ppg) e Olbrich (31% 3p) ha messo spesso Robinson in condizione di poter armare la mano di tutti e 4 i compagni dalla lunga distanza.

Nella prima vera stagione pro lontano dagli USA Justin Robinson ha visto un po' di tutto: il ritorno all'agonismo, due continenti diversi, minutaggi diversi, responsabilità da regista e da scorer, la cavalcata playoff e la lotta per non retrocedere.
Quello con Trapani non sarà infatti il debutto europeo assoluto per il play della Virginia, che ha chiuso il 2023/24 nel competitivo campionato spagnolo con il Rio Breogan, contribuendo in modo significativo alla salvezza del club di Lugo con 9.3 punti e 2.4 assist di media in 19.3 minuti nelle ultime 9 partite (high di 23 punti in 21' nel successo cruciale contro il MoraBanc Andorra). Numeri che, per dirla delle differenze di ritmo e rotazioni tra campionato spagnolo e australiano, ne hanno fatto il secondo realizzatore della squadra. Parametrate nei rispettivi contesti, le cifre in Liga di Robinson paiono più considerevoli di quelle in NBL, e denotano una chiusura di stagione in crescendo.

(di Davide Colotti).