I giganti di Mont'e Prama sponsorizzano la Dinamo Sassari

Welcome back giants. Bentornati giganti. C’era questa scritta a caratteri cubitali ad accogliere all’aeroporto di Olbia, il pomeriggio del 27 giugno scorso, i giocatori della Dinamo Sassari, che la sera prima a Reggio Emilia avevano conquistato, nell’ultima di sette gare tesissime quanto bellissime, lo scudetto della massima serie di basket. Quel riferimento ai giganti non era solo ai centimetri d’altezza che ogni giocatore si porta dietro, ma soprattutto ai giganti di Mont’e Prama, le statue nuragiche di 2 metri e più ritrovate nel Sinis (a Mont’e Prama, appunto), in provincia di Oristano.
Per quasi tutto il campionato la stilizzazione del viso di quegli antichi giganti dagli occhi concentrici ha campeggiato sul retro delle maglie della Dinamo. Una decisione della Regione Sardegna, che ha scelto di “sponsorizzare” la squadra sassarese con un “marchio” culturale. Operazione che ha portato nelle casse della Dinamo 750mila euro e ha permesso agli antichi guerrieri sardi di farsi conoscere in giro per l’Italia e l’Europa. Palcoscenici dove la Dinamo ritornerà tra meno di un mese con il blasone di campione d’Italia. E per i tifosi del team sassarese i loro beniamini sono ormai “I giganti”.
Anche questa è politica di valorizzazione del nostro patrimonio. Parola molto usata negli ultimi anni e in particolare in questi giorni, dopo la nomina dei direttori, sette dei quali stranieri, dei venti super-musei. E considerato che sulla tutela non si transige, a i nuovi arrivati si chiede soprattutto di aprirsi alla valorizzazione dei beni ricevuti in custodia. Di trovare nuove forme per far conoscere il patrimonio, per farlo visitare, per fare in modo che riesca anche a produrre reddito e a farlo produrre al territorio circostante.
Potrà accadere anche ai giganti di Mont’e Prama e alla loro casa nel Sinis. L’indimenticabile vittoria della Dinamo - tanto cara ai sardi quanto lo scudetto del Cagliari di Gigi Riva nel 1970 - ha contribuito a farli uscire dalle sale dei due musei archeologici di Cagliari e Cabras e catapultarli nei palazzetti dello sport. Per ora i guerrieri nuragici sono divisi, ma in futuro potranno avere un museo tutto per loro a Cabras. C’è l’impegno del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini - «L’intenzione è di raggrupparli in un’unica struttura: i giganti sono tra i punti di forza non solo sardi, ma nazionali» - e ci sono i primi soldi: tre milioni messi a disposizione dal Piano strategico grandi progetti, che ha una dote complessiva di 80 milioni da spendere tra questo e il prossimo anno.
Tra gli 80 milioni ce ne sono anche 18 per rifare l’arena del Colosseo, così da poterla rendere accessibile a spettacoli, e altrettanti per ingrandire gli Uffizi. Pure questa è valorizzazione, così come i 7 milioni per dare più appeal al Polo museale di Torino o i 3 per restaurare il Ponte degli alpini a Bassano del Grappa, un’attrattiva per il territorio.
Dopo anni di magri bilanci, la cultura ritorna a disporre di fondi. Ci sono i 186 milioni del piano dei lavori pubblici, con oltre 1.200 interventi soprattutto di conservazione e restauro da attivare nel prossimo triennio; ci sono i 500 milioni - cento per ogni anno a partire dal prossimo - portati dall’ultima legge di Stabilità e da spendere secondo un programma triennale che avrebbe dovuto vedere la luce a primavera e invece è ancora in gestazione.
Si può, infine, contare sui 490 milioni del Pon cultura 2014-2020, 114 dei quali da spendere per favorire lo sviluppo dell’imprenditoria culturale e 360 da concentrare su sessanta grandi attrattori culturali delle cinque regioni meno sviluppate (Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia), facendo leva sulla protezione e salvaguardia di quel patrimonio e sulla promozione e sviluppo della filiera culturale dei territori. Obiettivo che - come ben sanno i giganti di Mont’e Prama - si può raggiungere anche apparendo sulla maglietta di una squadra di basket.