Fortitudo, Attilio Caja: "Ci serve continuità di lavoro e di esecuzione"

Ritorna come ogni settimana la trasmissione Sport Club su E-Tv, che oggi ha in programma l'intervista al coach della Fortitudo Bologna Attilio Caja. E immancabile come prima domanda un bilancio della stagione della Effe a questo punto, con le bocce ferme dal weekend della Coppa Italia: "Abbiamo fatto una bella rimonta in cui abbiamo speso tante energie per recuperare una buona posizione di classifica. Quindi è seguito un calo fisiologico che ha portato a qualche sconfitta, maturate negli ultimi possessi rivelatisi decisivi, tranne quella di Torino dove sostanzialmente non abbiamo giocato. Ci può stare, anche se è vero che non siamo mai riusciti ad avere una continuità di lavoro per i tanti infortuni, e che non siamo mai riusciti ad avere il giusto ritmo in allenamento, un ritmo importante. Cose che non aiutano a migliorare la precisione dei nostri giochi e non ci consentono di innescare i giocatori giusti: servirebbe continuare a lavorare tanto, ma le situazioni contingenti non ci hanno portato ad esecuzioni eccellenti.”
Mercato: è vero che si sta cercando un esterno? “Per quello che mi riguarda non c'è niente. Intanto cerchiamo di migliorare chi c'è, portando tutti ad un livello omogeneo di forma. Ci sono stati vari problemi come quelli di Aradori. Sabatini è passato oggi in palestra a dire che potrà tornare ad allenarsi con la squadra tra 20-30 giorni, ma dopo questa lunga assenza è anche da vedere come arriverà dopo cinque mesi. Vencato ha una visita nel fine settimana e ne riparleremo: si era detto una quarantina di giorni, quindi a metà di aprile. Poi il dover tornare da Panni a fare il playmaker piuttosto che la guardia.”
Margini di miglioramento “Ci devono essere per forza. Abbiamo lavorato tanto ma c'è ancora tanto da fare, ci servirebbe lavorare insieme per un certo periodo senza dover sempre pensare a reinserimenti e a giocatori fuori ruolo. Io sapevo cosa aspettarmi da chi avevo avuto già l'anno scorso, gli altri li ho conosciuti strada facendo. Cercare di mettere tutti al posto giusto, è come fare una minestra sapendo quali sono gli ingredienti giusti per gli ospiti che hai in casa. Un conto è avere le idee precise, un conto è dover fare del tuo meglio con quello che hai in frigo."
Si rischia il fine carriera di Donte Thomas, con la problematica evidenziata al ginocchio. “Mi pare una eventualità un po' eccessiva. Il giocatore lo scelsi io, parlai con l'ortopedico che lo ha avuto in cura la scorsa estate e mi era stato detto di qualche problematica fisiologica figlia della sua età e del fatto che il professionismo non sia una passeggiata di salute. Tutte cose che non avrebbero ostacolato i 2-3 mesi in cui lo avremmo voluto in campo. Solo che in una delle prime partite giocate con noi ha preso una ginocchiata su quel ginocchio che ha peggiorato drasticamente la situazione: lui è stato disponibile, ha fatto terapie per togliere i liquidi, ma ha fatto troppa fatica senza poter giocare, quasi senza più cartilagine. Avrebbe potuto reggere, ma il nuovo infortunio ha complicato la situazione. Nella vita c'è di sicuro solo che si deve morire, ma onestamente credo che sia difficile che rivedremo Thomas in questa stagione.”