Figli prediletti di Petrucci? Andiamoci piano!

Eccoci arrivati al 2012. Per quelli della mia età l'anno 2012 non ha mai rivestito particolare importanza. Ultimamente - in base alla lettura (secondo alcuni assai discutibile) di una profezia dei Maya - quest'anno è diventato quello della fine del mondo. Non mi voglio sbilanciare su una discussione che non mi compete (per dirimere la quale basterà aspettare il prossimo 22 dicembre), ma non posso trascurare il fatto che il 2012 sarà un anno decisivo per la pallacanestro italiana. Già da qualche settimana si sente parlare della prossima riforma dei campionati professionistici. Le soluzioni che vengono prospettate e suggerite da più parti sono molto variegate. Si passa dall'ipotesi di rimanere allo stato attuale, fino ad arrivare ad unico campionato professionistico a 16 squadre. In mezzo c'è di tutto. Al momento è inutile fare previsioni o cercare di formulare ipotesi di quale sarà la soluzione che verrà scelta. Anche perché, come certamente avrete letto, il tutto si svolge sotto lo sguardo vigile, attento e benevolo del Presidente del CONI. Non c'è dubbio che essere i figli prediletti di Gianni Petrucci è una posizione scomoda, però è anche vero che la situazione deve essere da stimolo a fare le cose nel miglior modo possibile. Inoltre, abbiamo la certezza che se e quando ci servirà un consiglio, il Presidente Petrucci non solo non si tirerà indietro, ma darà il suo suggerimento avendo piena conoscenza delle problematiche della pallacanestro italiana. Altra situazione epocale che si dovrà affrontare è quella della partecipazione dei giocatori di nazionalità straniera ai campionati. E' comparsa in questi giorni su molti giornali la notizia della richiesta di chiarimenti da parte della Commissione Europea. Sotto accusa sono i concetti di formazione e di eleggibilità. Il primo non dovrebbe avere problemi a superare il vaglio dell'Europa, mentre il secondo andrà probabilmente modificato o abolito. La questione può non interessare molti appassionati, ma, purtroppo, non è cosa di importanza secondaria. Altra situazione che non può essere dimenticata è quanto accadrà la prossima estate. Infatti, non possiamo dimenticare che (per l'ennesima volta) non parteciperemo - né al maschile, né al femminile -ai Giochi Olimpici. Il rimanere seduto in spiaggia, invece di essere in campo a sudare per una medaglia olimpica, deve essere di stimolo per tutti. Il coach della Nazionale (e della Mens Sana Siena) Simone Pianigiani ha indicato la strada da seguire chiedendo più spazio per la nazionale (soprattutto con riguardo ai giocatori che non potranno più partecipare agli Europei giovanili). La FIP nei prossimi mesi sarà impegnata a dare forma e sostanza alle parole dell'allenatore toscano. Anche questa è una sfida non facile. Infine, una notazione sulla "nostra peggior nemica": la NBA. A dicembre è iniziato il campionato professionistico americano. A causa del noto lock-out il calendario delle partite è particolarmente compresso e ogni giorno si disputano molte gare. La definizione di "nemico" della NBA è dovuta al fatto che da qualche settimana vedo sempre più notizie legate a quel campionato e sempre meno alla Serie A e agli altri campionati nazionali. In questo siamo una vera e propria anomalia. Siamo l'unico sport al mondo che ha la concorrenza di un torneo universalmente riconosciuto come il migliore del mondo e che è gestito a livello mediatico da maestri della comunicazione (andatevi a vedere i filmati di promozione che girano su internet: spettacolari). La Lega di Serie A del Presidente Valentino Renzi ha fatto molto, ma la lotta è veramente impari. Per finire, sempre per parlare delle sfide che ci attendono nel 2012, non posso dimenticare quella più importante è difficile che è rappresentata dalla crisi economica. La situazione del nostro paese ha sicuramente ridotto le già scarne risorse messe a disposizione dal mondo dell'economia in favore del nostro sport. Il riuscire a superare questo momento da parte delle società è una prova che ci consentirà di essere più forti e competitivi nel futuro, ma per il momento c'è da soffrire.
Stefano Persichelli