Olimpia, Mirotic tra presente e futuro a Milano, il rapporto con LeDay, obiettivi

Olimpia, Mirotic tra presente e futuro a Milano, il rapporto con LeDay, obiettivi
© foto di Ciamillo

Nikola Mirotic a parlato a Luca Chiabotti su La Repubblica. Il montenegrino dell'Olimpia Milano ha parlato del grande attacco che contraddistingue questa squadra. «Penso che ognuno abbia capito meglio il proprio ruolo nella squadra e i tanti infortuni hanno dato spazio e permesso a tutti di mostrare le loro qualità aumentandone la fiducia. Stiamo comprendendo il momento cruciale della stagione», esordisce. Con Zach LeDay sta formando una coppia inarrestabile. «Bisogna dare credito a Messina e allo staff perché ci hanno messo nelle posizioni per avere più successo. In certe gare non siamo stati così efficaci in difesa, ma abbiamo vinto lo stesso: io sono uno di quelli che pensa che l'attacco batta la difesa. Giocare al fianco di Zach è davvero divertente: ho sempre pensato che avrebbe funzionato perché ci spingiamo a vicenda per diventare più efficaci. L'Olimpia è stata intelligente a volerci assieme, per gli avversari è difficile marcarci contemporaneamente: tutti e due tiriamo da tre, rolliamo, giochiamo spalle a canestro. Io penso che imprevedibilmente siamo la miglior coppia di lunghi dell'Eurolega».

Cosa è cambiato rispetto l'anno scorso. «È importante godersi i momenti in cui giochi, il basket è il nostro lavoro e la nostra passione. Talvolta, quando perdi o hai addosso troppa pressione, non è così semplice divertirsi. Ma adesso sentiamo anche i fan più vicini, dico di venire sempre di più a vederci: sapremo dare loro quello che sia aspettano da noi». E sul futuro, il contratto di Mirotic prevede un'opzione di uscita a fine annata«Il mio obbiettivo è stare bene giocando a basket e godermi la benedizione di poterlo fare a questo livello, per tanti minuti all'Olimpia, aiutando la squadra ad arrivare il più in alto possibile. Quest'anno sto bene, e voglio anche migliorare perché non basta solo l'esperienza: nella vita non smetti mai di imparare. Mi sento felice e fiducioso. Vivere qui ci piace moltissimo non solo perché la città offre il meglio in tutto. Siamo collegati facilmente al Montenegro, tutti i familiari vengono spesso da noi, c'è una grande comunità serba ortodossa, la nostra chiesa». 

Verso la sfida Partizan«Dobbiamo restare umili e grati di aver riconquistato una buona posizione. Possiamo migliorare tanto e dobbiamo vivere solo il momento, ogni gara a sé. Le Final Four sono un sogno per tutte le squadre, devi meritarle e lavorarci ogni giorno, poi non si può sapere: ci sono molte candidate e troppe cose possono ancora succedere. Ce la faranno le più solide e continue e chi saprà fare un ulteriore passo verso l'alto in queste gare decisive. Partizan? Perché no? Non dico che sarà facile, ma dobbiamo proporre il nostro gioco. Certe volte penso che non dobbiamo guardare troppo i nostri avversari ma di più noi stessi e quello che dobbiamo fare meglio. Seguire il nostro stile di basket».