CorSera: Risalita Milano, Messina «cambiato» e quel paragone Dimitrijevic-Petrovic

CorSera: Risalita Milano, Messina «cambiato» e quel paragone Dimitrijevic-Petrovic
© foto di Ciamillo

Sul Corriere della Sera Daniele Dallera firma un lungo editoriale dal titolo "La risalita dell'Armani Milano tra buffetti, carezze, sorrisi e la strana coppia Mirotic & LeDay". Si parla ovviamente dell'Olimpia, che con il successo a Istanbul sul Fenerbahce ha conquistato la quinta vittoria nelle ultime sei gare di EuroLeague. Un andamento che fa ben sperare e che Dallera spiega in diversi passaggi, eccone alcuni. "... Una mezza rivoluzione? È qualcosa di più serio, profondo, ci sono il pensiero e l'azione, le idee e i fatti [...] Messina, ideologo di grandi difese (certe sue matchup adattate e variabili hanno fatto storia e costruito vittorie), ha assecondato la natura offensiva della squadra. La combinazione Mirotic & LeDay, dopo l'infortunio di Nebo, è stata sposata totalmente e in attacco quei due sono un rebus irrisolvibile per gli avversari, almeno finché stanno così". E poi quel paragone per Neno Dimitrijevic, "play vero e forte, partendo dalla panchina è letale. In certi movimenti ricorda Drazen Petrovic, irraggiungibile".

Messina "cambiato" e ancora la questione del doppio ruolo. Prosegue Dallera: "Lo abbiamo scritto quando le cose non andavano per il verso giusto e andava di moda lordare i monumenti, ma è meglio ribadirlo: alla guida dell'Armani Milano c'è il miglior tecnico, Ettore Messina, del basket italiano, tra i primi in Europa. Alla fine lui vince sempre, mentre gli altri perdono (gli scudetti), e questo fa la differenza, soprattutto quando diventa facile smontare anche i totem, succede in tutti gli sport, ne sanno qualcosa Allegri, Mourinho, persino Ancelotti e lo sa anche Messina. Che è cambiato, si incazza sempre, ovvio, ma è diventato più comprensivo, accetta l'errore, cerca di correggerlo, parlando, dialogando, addirittura dà un buffetto ai suoi giocatori, abbiamo visto accarezzare Mirotic, Ricci, Tonut, prima non accadeva. Ride addirittura. È un uomo dotato di ironia, ma prima metteva dei musi che duravano giorni. L'atmosfera non era delle migliori. È diventato più tollerante verso la manchevolezza, cerca di trarre beneficio anche da questo. Abbiamo un sospetto: con quelle carezze, quei buffetti, quei sorrisi, sta cercando di costruire una squadra da una non squadra. Meglio sarebbe se facesse solo il coach dismettendo il ruolo dirigenziale dove certo non ha raggiunto l'eccellenza: nessuna distrazione".