Trento, Bayehe: «Dispiace non aver giocato. Ma alla fine vittoria storica»

Trento, Bayehe: «Dispiace non aver giocato. Ma alla fine vittoria storica»
© foto di Canu/Ciamillo

Jordan Bayehe è stato il primo tifoso dell'Aquila Trento in questa cavalcata trionfale nelle Final Eight di Coppa Italia, dal momento che il suo infortunio alla mano lo ha costretto a disertare il campo di gioco. Le sue belle parole per i compagni nell'intervista concessa al “Corriere del Trentino”.

Dispiace per me, ma la vittoria è storica“Se fossimo usciti sconfitti dalla finale magari mi sarei sentito in colpa per non avere potuto aiutare i compagni ma così è stato perfetto ugualmente. Tre vittorie tutte diverse ma tutte fantastiche. Dispiace non avere giocato, ma alla fine conta solo il risultato e questa vittoria è storica.  Forse è stato più stressante di quando sono in campo, una sensazione particolare ma che non toglie nulla alla felicità attuale. Tatticamente abbiamo lavorato molto bene, aggiustando anche tutto il necessario per fare fronte alla mia assenza”.

Qualche compagno da applaudire?Sicuramente Saliou Niang che ha giocato in quattro ruoli diversi nel corso di una sola partita: è stato formidabile. Bravissimo anche il mio compagno di reparto Selom Mawugbe che era l'unico centro di ruolo e ha saputo sopportare da solo tutte le responsabilità, disputando un torneo fantastico. Però è stata una vittoria di tutti”.

Qual è invece la forza della Dolomiti Energia?La nostra forza è nella capacità di giocare di squadra. Sembra banale, non lo è. Dietro le nostre prestazioni c'è un lavoro straordinario dell'allenatore e di tutto lo staff tecnico che ogni giorno si impegnano per farci entrare sotto la pelle la loro idea di pallacanestro. Dobbiamo essere davvero grati per il loro lavoro. Da subito che si è creata una bella chimica in spogliatoio. Abbiamo ruoli precisi e ognuno è consapevole di potere portare qualcosa di utile al gruppo. Non siamo in tanti ma facciamo tutti la nostra parte. Penso che i risultati ottenuti sul campo siano sempre figli anche dei legami umani e noi siamo molto più che compagni di squadra”.