Paolo Galbiati: «Ho provato a mettere sabbia negli ingranaggi di Milano»
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Intervistato da Domenico Marchese su “La Repubblica”, coach Paolo Galbiati ha ricordato il primo successo in Coppa Italia con l’Auxilium Torino nel 2018: “Da allora sono maturato, ho fatto cose buone, ho sbagliato, sono caduto, ho provato a rialzarmi. Sono più tranquillo, accetto gli errori, di chiunque. Sono partito da Milano, che mi ha forgiato e insegnato come convivere con la pressione, ma il cammino è stato lungo. Dedico questa vittoria a mamma e papà. La vittoria contro coach Messina? Ricordo il suo esordio ai Lakers: ero felicissimo di vederlo sistemarsi la cravatta, il suo gesto distintivo. Ho provato a mettere sabbia negli ingranaggi di Milano”.
Galbiati era diventato capoallenatore a 34 anni in Serie A con Torino: “Lì è partito questo mio viaggio folle. Credo che nel percorso si impari di più quello che non si deve fare piuttosto che cosa fare, che si cresca con le mazzate piuttosto che con le vittorie”.
Il coach elogia poi il proprio club: “Il segreto di Trento è l'umanità delle persone. È un posto unico. Sono stato in tante piazze, qui il basket e la squadra sono importanti, ma c'è attenzione per il territorio, per i meno fortunati e per chi ha sbagliato. La settimana della sfida con Trapani per il primato sono stato in carcere a giocare con i detenuti. Alla vigilia della partita sono venuti a trovarci dei ragazzi disabili che giocano nella squadra locale. Questa è Trento, questa è la nostra energia. I trentini sono particolari, lavoratori, duri, abbastanza chiusi. Quando entri dentro il loro mondo, scopri che hanno tanto da dare, amano lo sport: noi, il volley, l'atletica. Un sistema unico”.