A2 - Valtur Brindisi: a Livorno una prova di grande maturità

Non sono le sei vittorie consecutive, la difesa ritrovata, l’attacco corale o la crescita di Calzavara a dimostrare che la Valtur Brindisi sia una squadra completamente nuova e sicura dei suoi mezzi, bensì quanto successo ieri a Livorno a pochi attimi dalla fine della partita vinta per 77-69. Mancavano 44 secondi alla sirena e il punteggio era di 69-66 in favore dei biancoazzurri, Calzavara supera la pressione avversaria a tutto campo con un passaggio per Brown che prende la palla in volo e va oltre la metà campo. L’arbitro, non si è ancora capito in base a cosa, fischia un’infrazione di campo e tutti in restano letteralmente basiti. Altrettanto incomprensibilmente gli altri arbitri non correggono il collega e tra gli sguardi increduli la palla viene assegnata a Livorno con una rimessa in zona di attacco. In questi momenti è facile perdere la testa, protestare anche vivacemente sarebbe stato più che giustificato, ma i giocatori in campo e la panchina non hanno proferito verbo se non chiedere semplicemente spiegazioni in modo educato. La maturità e il carattere di questa squadra sono tutte racchiuse in questo episodio. A +3 con 44 secondi da giocare si ha molto di più da perdere, un arbitro che prende una decisione del genere può tranquillamente iniziare a fischiare falli tecnici a profusione, così in un baleno la partita avrebbe preso un altro verso. Invece la Valtur ha accettato la decisione, con la consapevolezza di chi aveva la partita in pugno, ha recuperato subito palla con Ogden (poi stoppato), ha difeso bene sull’attacco livornese e poi ha gestito nel modo migliore fino alla vittoria finale.
CAPIRE IL MOMENTUM – Così come a Orzinuovi, Brindisi è stata sotto nel punteggio per quasi tutta la partita, ieri anche di 12 punti, in alcuni momenti è sembrata completamente fuori fase. Invece ancora una volta ha capito qual era il momentum della partita e quando azzannarla. Brindisi è rientrata più volte, ma è stata sempre ricacciata indietro dalle prodezze di Banks o da qualche tripla clamorosa. Sempre, fino al momento decisivo, quando ha effettuato il sorpasso e non si è guardata più indietro. Come il grande Muhammad Ali insegnava, ha testato l’avversario con tanti jab, lo ha studiato, lo ha fatto stancare e poi lo ha colpito con il gancio decisivo. Livorno è una squadra con molto talento, ma dall’età media piuttosto alta e a fine partita l’energia tende a venire meno, soprattutto se gioca a un ritmo esagerato come fatto nel primo tempo contro Brindisi. Lo splendido talento di Dorin Buca (216cm e tanto ateltismo) deve ancora crescere prima di capire come affrontare le trappole difensive di un coach navigato come Bucchi ed è proprio negli ultimi 4/5 minuti che giocatori come Calzavara e Ogden si ergono a leader della squadra, prendono tiri importanti e gestiscono possessi decisivi. La maturità si vede anche da semplici scelte offensive quando si legge la stanchezza degli avversari e la si usa per attaccarla. Tralasciando la tripla sulla sirena di Calzavara, tutti gli ultimi punti di Brindisi sono arrivati dalla lunetta. Livorno era in bonus e stanca, perché accontentarsi di un tiro pigro quando si può attaccare e lucrare falli per punti facili? Isiah Brown ieri ha giocato la peggior partita da quando è a Brindisi, ma ha chiuso con 17 punti nonostante abbia tirato 3/13 dal campo. Com’è possibile dirà qualcuno. Molto semplice, ha avuto la maturità e l’intelligenza di capire che il tiro non entrava, quindi meglio attaccare l’avversario con il suo ottimo primo passo piuttosto che intestardirsi. Il risultato? 10 falli subiti e 11/13 in lunetta. Sono queste cose che fanno capire il cambio di marcia dopo il suo arrivo. Tralasciando l’evidente coralità di squadra già menzionata a più riprese, con Allen era tutto molto più prevedibile. Troppo pigro per attaccare il canestro, troppo pigro per coinvolgere i compagni, quindi la scelta era sempre e solo il tiro dal palleggio dalla media. Sicuramente ha più talento di Brown, ma con l’intelligenza dimostrata ieri dal folletto ex Cremona si vincono le partite, con i tiri pigri si fanno statistiche, ma si diventa scolastici e prevedibli.
IL BOLLITO – Su Piero Bucchi se ne sono senite di tutti i colori: “La minestra riscaldata”, “Il bollito”, “Non è più capace”, “Siamo sicuri che è quello di una volta?”. Il coach bolognese sta dimostrando a tutti che è ancora un coach su cui si può contare. Innanzitutto per come ha gestito l’assenza di Vildera (si rilegga il capoverso sulla maturità). Il centro ha giocato una manciata di minuti, poi ha chiesto di uscire per un problema muscolare, quindi Brindisi si è trovata ad affrontare tutta la partita con Del Cadia, autore di una partita decisamente brutta. Il primo tempo è stato un massacro nel pitturato, in quanto Buca ha fatto praticamente ciò che voleva, lo stesso Fantoni è andato più volte a segno sfruttando semplicissimi pick’n roll e tutta Livorno ha dominato a rimbalzo offensivo (7 alla fine del primo tempo). Nell’intervallo Bucchi ha avuto il tempo per ridisegnare l’assetto, trovare le giuste contromisure e tamponare l’assenza di Vildera intasando il pitturato. Ed ecco ch Buca non è stato così dominante, i rimbalzi in attacco presi da Livorno sono stati prevalentemente quelli “lunghi” e tutta la pressione offensiva è stata lasciata sulle spalle di Filloy e Banks che, ha ancora una classe incredibile, ma anche 39 anni e non si può pensare che sia lucido per 40 minuti. Se il secondo tempo è stata l’impronta tattica lasciata da Bucchi, compresa la capacità di creare giochi per dare sempre un accoppiamento favorevole a Ogden, c’è quella mentale che è ancora più importante. Andrea Calzavara ha 23 anni appena compiuti e gioca con la maturità di un veterano. Non è solo una questione di punti, di rimbalzi o di assist, ma di testa. Ieri non ha sbagliato una scelta, ha preso i tiri quando doveva prenderli e ha ragionato quando era necessario rallentare il ritmo. Ha una gestione mentale della partita da far paura e, cosa ancora più importnate, adesso difende forte e dalla stessa difesa prende ritmo in attacco. Venti punti Calzavara li ha fatti anche in altre partite del girone di andata, ma mai così ben distibuiti nei momenti topici della partita o nei momenti in cui la squadra si trova in difficoltà. Inoltre sta imparando a cavalcare alcuni suoi punti di forza, tipo le sue pentrazioni con il “cameriere” finale o il pop con Radonjic mettendosi nella posizione perfetta per prendere la tripla. Ha funzionato contro la Fortitudo, così come ieri a Livorno. Impossibile non pensare che ci sia la mano di Bucchi nella crescita di questo ragazzo, così come in quella, non tanto evidente ma non trascurabile, di Arletti e Fantoma. Infine la difesa. Nelle ultime sei giornate, Brindisi ha concesso meno di 70 punti di media contro una media di 77 nel resto del campionato. Inutile aggiungere altro, perché chiunque abbia mai osservato le squadre di Piero Bucchi sa che queste sono le fondamenta da cui partire per costrurci poi sopra tutto il resto.
TIME OUT – Il rinvio della partita contro Cremona capita decisamente a pennello. Prima di tutto per Vildera che, se si tratta solo di uno stop precauzionale, potrebbe anche essere in campo a Verona tra sette giorni (26 febbraio) e soprattutto per capire cosa fare con De Vico e se si sceglierà l’operazione come consigliato dal suo ortopedico di fiducia, oppure la terapia conservativa come preferisce la società. Nel frattempo Brindisi può riposarsi, ricaricare le batterie e concentrarsi mentalmente sulla trasferta di Verona che sarà un crocevia importantissimo per i playoff, prima di un mese di marzo in cui, tra partite in casa e trasferta a Nardò, si giocherà solamente in Puglia. Un’occasione da non perdere.