LBA - Cantù, Cesare Pancotto "Attenzione ai nuovi contratti della G-League"

LBA - Cantù, Cesare Pancotto "Attenzione ai nuovi contratti della G-League"
© foto di foto Gorini

Fermato nel momento più intrigante della stagione che lo vedeva con piglio sicuro guidare la S. Bernardo-Cinelandia Cantù, Cesare Pancotto fa il punto della situazione con Fabrizio Fabbri per il Corriere dello Sport. Ecco alcune delle sue valutazioni.

Quarantena. Adesso sono in quarantena. Nessuna paura, mi sono autodenunciato assieme a mia moglie. Noi abbiamo vissuto a Cantù fino al 14 aprile, quando le autorità competenti hanno dato l'autorizzazione per tornare a Porto San Giorgio. Veniamo da una delle zone più critiche d'Italia, ci è sembrato un gesto responsabile isolarci ed attendere le due settimane per evitare qualsiasi problema.

Incertezza. Di situazioni anomale ne ho vissute nella mia carriera. Partite a porte chiuse per il campo squalificato, inagibilità di un palazzetto. Tutte cose tempranee, dove era visibile lo striscione d'arrivo che ti riportava alla normalità. Ora l'unica certezza è che il basket è bloccato. E che nessuno, neppure il più grande scienziato, può dire quando si ripartirà.

Cambiare, ma non tutto è da buttare. Ripensare la pallacanestro?  Non doveva servire un evento catastrofico per capire che c'è qualcosa da cambiare, da migliorare. Avremo tutti quanti delle grandi responsabilità. Noi allenatori, i giocatori, i dirigenti, i giornalisti.

Però al centro ci sarà l'uomo e quindi lo spettatore. Serviranno progetti solidi, dove niente andrà lasciato al caso. Servono idee a lunga scadenza, diciamo quinquennali, dove a cementare le basi dovranno esserci solidità e risorse. Non si può ripartire senza certezze. Come i settori giovanili.

Attenzione al resto del mondo. Siamo ormai una lega di sviluppo, anche se nel campionato che si è fermato sono tornati dei califfi come ai vecchi tempi. Penso a Teodosic e Rodriguez. Rimaniamo un torneo dove, specie dagli USA, ci mandano atleti da svezzare, per poi riprenderseli e farli volare magari nella NBA.

Attenzione però: se è vero che la G League è pronta a offrire contratti di alto livello, rischieremo di perdere giocatori importanti, di qualità.