Dan Peterson su Grissin Bon-EA7: 'A Reggio la mano di Menetti'

Pensi all’Olimpia Milano, prossimo avversario in campionato della Grissin Bon, e non può non venirti in mente Dan Peterson, che nella sua carriera da allenatore ha ottenuto i risultati più importanti proprio alla guida della squadra lombarda, le Scarpette Rosse. Oggi il coach americano è uno dei grandi personaggi del basket italiano, attento osservatore di tutto ciò che accade sui parquet del nostro campionato (e non solo). Alla vigilia di Reggio Emilia-Milano, R-News lo ha intervistato per chiedergli un giudizio sul match di domenica sera del PalaBigi, ma anche sul momento che sta attraversando la pallacanestro italiana.
ALL STAR GAME “Il 10 gennaio prossimo sarò accanto a Maurizio Buscaglia durante l’All Star Game (sull’altra panchina ci sarà Max Menetti, affiancato da Valerio Bianchini, ndr). Ho votato per lui come allenatore dell'anno, alla guida di Trento ha fatto un capolavoro, raggiungendo da neopromossa Final Eight di Coppa Italia e playoff scudetto. Sono felice di allenare insieme a lui”.
MAX MENETTI “Anche Menetti ha grandi meriti, assieme a Buscaglia è stato il miglior allenatore della scorsa stagione. Ha un percorso vincente, dalla promozione alla vittoria dell’Eurochallenge e poi alla finale scudetto. In campo si vede la sua mano: Reggio Emilia gioca sempre la sua partita, i giocatori sono sempre attenti in difesa, sempre tra i primi per palle recuperate, il che vuol dire che hanno un’ottima lettura delle squadre avversarie e che riescono a preparare al meglio le gare. Menetti ha una grande preparazione, è uno che ha fatto la gavetta, con umiltà. È stato assistente di Dado Lombardi, superando gli anni che per un coach sono i più difficili, ma anche quelli che ti temprano: quando un coach riesce a superare quei periodi lì diventa più forte di prima. Menetti è diventato uno degli allenatori più quotati in Italia e probabilmente in Europa e la sua squadra rispecchia tutto il suo lavoro per come gioca e come vince. Ci sono due lavori che fa un coach con la propria squadra, uno in palestra e uno in partita. Si vede che i suoi giocatori sono molto ben preparati in palestra e che lui in partita ha un’ottima lettura delle situazioni, sa chi deve uscire, chi deve entrare, quando cambiare, quando passare a zona. Lui è molto bravo a cambiare le carte durante le partite e gli avversari per riuscire a vincere devono stare al passo con lui”.
REGGIO EMILIA, SQUADRA SENZA AMERICANI “Condivido l'idea di costruire una squadra senza giocatori americani, perché spesso loro fanno una grande fatica a capire in quale mondo sono capitati, gli arbitri, le regole, la cultura e la lingua. Oggi la scelta di prendere giocatori europei invece che americani si sta dimostrando azzeccata, anche se molte squadre continuano a fidarsi di loro: qualche volta fanno bene, altre volte no. Sassari lo scorso anno ha vinto lo scudetto con tanti americani in quintetto base, però le cose potevano anche andare diversamente. Se una squadra trova l’americano giusto ok, ma oggi è più facile trovare l'europeo giusto”.
REGGIO EMILIA VS MILANO “Alessandro Gentile dovrebbe rientrare domenica sera, anche se non sarà al 100%. La squadra però senza di lui ha vinto partite importanti, come quelle contro Efes e Cantù. Io l’ho incontrato l’altro giorno al PalaLido e lui scherzando mi ha detto che la squadra va meglio senza di lui. Scherzavamo su questo, ma anche lui si rende conto che i suo i compagni hanno fatto uno sforzo notevole durante la sua assenza. So che Milano ci tiene a fare bene a Reggio Emilia e che sono tutti molto carichi”.
IL RITORNO DI ANDREA CINCIARINI A REGGIO EMILIA “Lui ha un grandissimo ricordo degli anni trascorsi a Reggio Emilia, Menetti lo ha plasmato al meglio, dandogli fiducia, così come ha fatto Pianigiani in Nazionale. Da giocatore promettente qual era a Reggio Emilia è diventato un giocatore importante. Venendo a Milano, all’inizio della stagione ha pensato che doveva dimostrare qualcosa, forzando qualche entrata o qualche passaggio. Adesso è il Cinciarini di Reggio, quello che Milano voleva: non una cosa in più, non una cosa in meno, certamente non una cosa differente. La cosa che mi piace di Cincia è che sta prendendo più iniziativa in attacco, ma soprattutto il fatto che Milano trova forza quando lui spinge la palla in avanti in contropiede. L’EA7 esprime le sue migliori qualità proprio quando riesce a giocare in contropiede, a correre sui 28 metri. E Cinciarini, che sa palleggiare, sa fare lo slalom tra i difensori e ha sempre un grande equilibrio, è il motore di questo”.
UN CAMPIONATO APERTISSIMO “Non credo in un dominio di Milano, è tutto molto aperto. Ci sono diverse squadre con grandi ambizioni: Sassari, Venezia e Reggio Emilia, ma sono sicuro anche che ci sarà qualche sorpresa. Guardate Pistoia, chi avrebbe scommesso di vederla in testa alla classifica dopo le prime giornate? Secondo me poi ci saranno una o due squadre che magari ora stanno mettendo insieme i pezzi e che usciranno fuori nel girone di ritorno. Penso ad Avellino o Varese, ma soprattutto a Cantù: nelle ultime due partite Hodge ha cambiato completamente la squadra, lui è un giocatore veramente forte, e poi c’è stato l'ottimo debutto di Johnson, che contro Milano ha segnato 28 punti. Hanno un nuovo proprietario (Dmitry Gerasimenko, ndr), penso che lui è pronto a comprare tutti i giocatori che servono, senza badare troppo al bilancio: se Cantù avrà bisogno di qualche altro nuovo giocatore, lui è pronto ad acquistarlo. Ecco, secondo me la mina vagante del campionato sarà proprio Cantù, chi l’ha battuta fino a oggi può ringraziare il cielo perché da qui in poi non sarà facile farlo”.
BASKET E METROPOLI “Qualche giorno fa ho incontrato Franco Carraro, ex presidente del Coni e della Federcalcio, e lui mi ha detto: "Peterson, finché il basket gioca in palazzi piccoli e in città piccole, sarà sempre uno sport piccolo". E purtroppo ha ragione. Guardate il calcio: ci sono due squadre a Milano, due squadre a Torino, due a Roma, una squadra forte a Napoli. Il calcio ha capito questo messaggio con grande chiarezza, il basket ancora no. Faccio un esempio: a Capo d’Orlando vanno fatti grandi complimenti, ho grande ammirazione per quello che stanno facendo, ma dare uno spot televisivo attraverso una città che fa 13mila abitanti non è possibile”.